Alone in the Dark backdrop
Alone in the Dark poster

ALONE IN THE DARK

2005 CA
enero 28, 2005

Siendo un niño, Edward Carnby (Christian Slater) tuvo una experiencia que le marcó para siempre; una prueba irrefutable de la existencia de otro mundo, siniestro y aterrador. Por ese motivo, Edward acabó convirtiéndose en investigador de lo paranormal, un detective privado especializado en casos relacionados con fenómenos supernaturales inexplicables. Ahora, el misterioso pasado de Edward está a punto de convertirse en el caso más peligroso al que se ha enfrentado jamás. De forma misteriosa, hasta 19 personas que crecieron en el mismo orfanato que él han desaparecido.

Directores

Uwe Boll

Reparto

Christian Slater, Tara Reid, Stephen Dorff, Will Sanderson, Ona Grauer, Pak Ho-Sung, Sarah Deakins, Françoise Yip, Daniel Cudmore, Frank C. Turner
Fantasía Terror Acción
HMDB

RESEÑAS (1)

RG

Roberto Giacomelli

Nel 1967 furono ritrovate tracce di una civiltà vissuta diecimila anni fa e poi misteriosamente scomparsa, gli Abkani. Questo popolo credeva nell’esistenza di due realtà nel nostro mondo, una di luce e una di tenebre, e riuscì a provarlo aprendo un varco verso il mondo delle tenebre, dal quale fuoriuscirono delle creature mostruose prima che la porta fosse richiusa. In seguito al ritrovamento dei manufatti appartenuti a questa civiltà, l’agenzia governativa per il paranormale Bureau 713 si è interessata di fornire chiarimenti sull’estinta civiltà abkana e sulle loro teorie. Ma quando il governo decise di tagliare i finanziamenti a questa ricerca il prof. Hudgens, responsabile del progetto, continuò in segreto le ricerche, conducendo esperimenti su alcuni bambini di un orfanotrofio, ibridati con le creature scoperte dagli Abkani. Tempo dopo, Edward Carnby, membro del Bureau 713, si trova coinvolto nella vicenda in seguito alla scomparsa di quelli che un tempo erano i bambini su cui Hudgens aveva condotto gli esperimenti e dei quali anche lui faceva parte. Con l’aiuto della bella antropologa Aline Cedrac, Carnby cercherà di dare una soluzione al mistero. Come si può intuire dalla trama, con “Alone in the dark” ci troviamo di fronte ad un complesso fanta-horror, anzi, forse complesso non è il termine giusto, si addice di più “confuso”! Infatti in 90 minuti scarsi si tenta di affrontare tante tematiche e si salta da un genere all’altro senza nessuna maestria, lasciando allo spettatore solo un enorme senso di confusione e fastidio. Si passa dalla completa didascalia iniziale che promette scintille, grazie alle promesse di “horrorcheologia”, al più goffo e ridicolo film d’azione di serie B, con inseguimenti, capriole impossibile e cartucciere svuotate a go-go. Alla fine del film, lo spettatore rimane estremamente perplesso: si è assistiti ad un film dell’orrore che strizza l’occhio ad “Alien”, oppure alla versione tamarra di “Tomb Raider”? Oppure alla versione tamarra di “Tomb Raider” con aggiunta di mostri stile “Alien”? Comunque sia, ci si ritrova immersi in una pellicola sconclusionata, troppo frettolosa in molti passaggi (soprattutto il pessimo finale) e assolutamente incapace di coinvolgere minimamente lo spettatore. All’origine della pellicola c’è la recente moda di convertire in celluloide i videogiochi di maggior successo (abbiamo già visto 2 “Resident evil”, 2 “Tomb Raider”, “Alien vs Predator”, “House of the dead” e molti altri) e così anche la saga di “Alone in the dark” (nata nei primi anni ’90 ad opera della Infogrames e tuttora giunta al quarto capitolo) si becca la sua conversione, che però è molto lontana dall’atmosfera originaria dei videogames; la storia riprende personaggi e qualche spunto dal quarto capitolo della serie per console, ma snatura completamente l’atmosfera e l’ambientazione, poiché incentra tutto sull’azione e sviluppa l’intreccio in molte locations differenti a differenza dell’atmosfera tesa e opprimente creata da ombre e cigolii e dall’unica inquietante location (una gigantesca mansione ottocentesca) del videogioco. Alla regia di questo film troviamo Uwe Boll, regista (raccomandatissimo) già responsabile della conversione di “House of the dead” e attualmente impegnato con un altro film tratto da un videogioco, “Bloody Rayne”. Se Boll era riuscito a dimostrare ampiamente con il suo film precedente la sua totale incompetenza in campo cinematografico, con “Alone in the dark” ce lo conferma; bisogna ammettere che in confronto ad “House of the dead” si nota una maggiore cura stilistica (ma qui c’era a disposizione il doppio del budget in confronto alla pellicola zombesca!), ma è impossibile non notare quella carenza professionale che permea tutto e tutti. Anzi, se si fa un confronto, “Alone in the dark”, anche se tecnicamente più curato, può risultare perfino peggiore di “House of the dead”, poiché quest’ultimo risulta uno strampalatissimo trash dall’aria camp che in più occasioni fa sorridere per l’incompetenza con cui è stato confezionato, invece “Alone in the dark” appare molto più pretenzioso e la seriosità, unita alla generale confusione che trasmette, lo rendono solamente noioso e inconcludente. Il cast è composto da giovani star da riciclo che magari cercano l’occasione per riemergere definitivamente (ma di certo non l’hanno trovata in questa pellicola che ha avuto risultai disastrosi al botteghino); il protagonista è interpretato da un sempre più inespressivo Christian Slater (il duro più improbabile di Hollywood!), Tara Reid (“America Pie”) veste i panni di Aline Cedrac e Stephen Dorff (“Blade”) quelli di un membro della Bureau 713. Gli effetti speciali sono di buona fattura e le creature sono animate discretamente, anche se risultano troppo somiglianti ai mostri alieni di “Alien”. Vivamente sconsigliato.