Fairytale backdrop
Fairytale poster

FAIRYTALE

2012 IT

RESEÑAS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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In seguito al divorzio, Sophia si trasferisce con la figlia Helena in un appartamento all’interno di un vecchio condominio risalente all’epoca fascista. Quando la bambina perde il suo primo dentino, la madre le consiglia di lasciarlo sotto il cuscino così la Fata dei denti lo può sostituire con una moneta. Helena, incuriosita, segue il consiglio e all’indomani mostra entusiasta a Sophia una vecchia moneta che avrebbe trovato oltre a quella che la madre le ha nascosto sotto il cuscino. Inizialmente la donna non da peso all’accaduto, ma quando la maestra la convoca a scuola mostrandole la collezione di denti da latte che Helena ha raccolto dai suoi compagni in cambio di vecchie monete degli anni ’30, Sophia comincia ad allarmarsi. Sembra che ogni notte Helena sia vistata dalla Fatina, che esce dal vecchio armadio e reclama i suoi denti… ma chi è l’inquietante figura di cui la bambina racconta? Ci sono film di genere in Italia che vengono annunciati in pompa magna, vantando anche budget importanti e nomi noti, capaci di creare una serie di aspettative negli appassionati, che due volte su tre vengono puntualmente tradite da prodotti che ci ricordano il motivo per cui nel nostro Paese i film di genere – e gli horror in particolare – si facciano con il contagocce. Poi ci sono film che non fanno alcun clamore preventivo, hanno un budget contenutissimo e nessun nome da “storia del cinema” coinvolto eppure riescono a convincere in pieno, insegnandoci che se fatti con cognizione di causa e professionalità, anche in Italia siamo in grado confezionare prodotti di un certo interesse, come accadeva in passato. Questo secondo caso è quello a cui si può ricondurre “Fairytale”, piccolo horror tutto italiano prodotto dalla Onemore Pictures e Rai Cinema. La storia produttiva di “Fairytale” nasce qualche anno fa da un bel corto intitolato “The Fairy” (qui la recensione) che sarebbe dovuto essere il pilota per una serie tv incentrata sul soprannaturale dal titolo “Fairytales”, che poi non si è più fatta. Ne è nato però un lungometraggio, realizzato dagli stessi autori di “The Fairy”, che estende e completa il corto con degli sviluppi della storia davvero interessanti. L’intuizione di partenza di “Fairytale” è di realizzare un film horror che sia competitivo a livello internazionale e il prodotto finale ne ha davvero tutte le caratteristiche. Ma non si tratta di quella discutibile competitività che spesso caratterizza alcuni prodotti nostrani che si propongono di scopiazzare modelli americani adattandoli ai pochi mezzi a disposizione, nel caso del film diretto da Ascanio Malgarini e Christian Bisceglia abbiamo invece un’idea di base forte e originale che vanta una realizzazione professionale che nulla ha da invidiare a prodotti di ben altra caratura economica e produttiva. Di base “Fairytale” è una ghost story e, come da tradizione, per risultare più coinvolgente e inquietante si vanno ad affrontare l’universo infantile e quello femminile, per raccontare con la giusta vulnerabilità una storia di rancori e di malvagità. Nella sceneggiatura, scritta dallo stesso regista Christian Bisceglia, tutto parte da un excursus storico che colloca le basi del racconto all’epoca fascista, quando le persone ancora morivano di malaria o sbranate dai lupi e le donne erano punite per uno sguardo di troppo alla persona sbagliata. L’entrata in scena di un oggetto storico, come l’armadio anni ‘30 che viene collocato nella stanza della piccola Helena, da innesco all’orrore che giunge dal passato, una inquietante presenza che in quell’armadio ha sofferto e che ora cerca riscatto tramite il tormento degli innocenti. L’ambiguità che risiede dietro la figura della spettrale Fata dei denti è un punto a favore del film, che costruisce questo boogeyman (anzi, boogeywoman!) con efficacia e dovizia caratterizzativa attraversando il mondo infantile delle favole prima attraverso la figura della fata, poi quella dell’orco. Alcune sequenze che vedono coinvolte la Fata dei denti sono realmente inquietanti (una su tutte: la venuta dello spettro in corridoio), così come è sicuramente riuscito il colpo di scena finale che attraverso un processo di liberazione e purificazione che ricorda quello di “The Ring”, ci conduce a una serie di verità sorprendenti e azzeccate. Nello script l’unica cosa che sembra intrusa è la scena dell’incidente automobilistico iniziale, molto ben realizzata ma futile ai fini della storia. Ottima la confezione generale che, come anticipato, ci fa apparire il film ben più ricco di quello che in realtà sia, grazie a una bella fotografia dai toni plumbei curata da Antonello Emidi, che trasforma Latina in una città inquietante come mai l’abbiamo vista prima. Ma questo accade anche grazie alla ricerca di alcune location azzeccate che vanno da vecchi edifici ad ospedali psichiatrici del tutto adatti ad ambientarvi storie macabre e opprimenti. Di ottima fattura anche gli effetti speciali visivi curati dalla Direct2Brain, di cui fa parte lo stesso regista Ascanio Malgarini. Buono il cast che comprende Harriett MacMasters-Green (“Smile”; “Parking Lot 3D”), che già interpretava il ruolo di protagonista nel corto “The Fairy”, la piccola Sabrina Jolie Perez, Susanna Cornacchia nel ruolo della Fata e Paolo Paoloni, volto noto nel cinema italiano per essere stato il Megadirettore Balabam in “Fantozzi” e il funzionario della rete televisiva in “Cannibal Holocaust”, qui nel ruolo del misterioso vicino di casa Ferri. In un piccolo ruolo anche il regista di “Sacco e Vanzetti” e “L’industriale” Giuliano Montaldo. Insomma, “Fairytale” è un film diverso da quelli che siamo abituati a vedere in Italia, un ottimo prodotto dal respiro internazionale che colpisce per la cura formale e il ritmo narrativo sempre alto. Un film che vale la pena scoprire. Comprato in molti Paesi e già uscito nelle sale in Turchia con il titolo “Kabus”, “Fairytale” è disponibile anche in Italia in DVD 01 Distribution.

Tráiler