Malabimba backdrop
Malabimba poster

MALABIMBA

1979 IT

RESEÑAS (1)

MM

Massimiliano Marongiu

Durante una seduta spiritica nel castello della famiglia Caroli, una medium (Elisa Mainardi) evoca per errore lo spirito di Lucrezia, una donna malvagia e dissoluta. Lucrezia si incarna nel corpo di Bimba (Katell Laennec), la figlia adolescente di Andrea Caroli (Enzo Fisichella), perciò la giovane inizia a comportarsi in maniera strana e cerca di sedurre i diversi componenti della sua famiglia. Su Bimba veglia però Suor Sofia (Mariangela Giordano), la religiosa che fa da infermiera ad Adolfo, il fratello paralitico di Andrea. Sullo sfondo le piccole meschinità dei Caroli, che vedono coinvolte anche la cinica madre dei due fratelli (Pupita Lea) e Nais (Patrizia Webley), la bella moglie di Adolfo. Fetecchia firmata Andrea Bianchi, autore di altri crimini contro l’arte cinematografica come “Massacre” e “Le Notti del Terrore” (oltre ad un paio di film porno tra cui spicca “Morbosamente Vostra”, il debutto nell’hard di Karin Schubert). Non è chiaro che tipo di film volesse girare Bianchi (o meglio Andrew White come fantasiosamente si firma); ma dal punto di vista del cinema horror “Malabimba” è un vero crescendo rossiniano di sciocchezze. Veramente esilarante la seduta spiritica dell’inizio, in cui un fantasma si mette a fare gli scherzi sporcaccioni palpando i gioielli di famiglia di Andrea e facendo volare via la camicetta di Nais, lasciandola seno al vento (un seno di dimensioni ragguardevoli tra l’altro). Non è da meno la possessione mancata di suor Sofia che in eroticissime calzette bianche si tocca furiosamente mentre viene posseduta dallo spirito maligno, ma riesce a scacciarlo facendo appello alla fede e formando una croce con le braccia. Bimba che molesta sessualmente il suo orsacchiotto è impagabile, e ancora più straordinario il modo con cui uccide il vecchio zio paralitico: una originalissima forma di eutanasia, vedere per credere. Il film offre anche un lesbo esorcismo involontario e chiude in bellezza con un finale che omaggia (o per meglio dire oltraggia) “L’Esorcista” di Friedkin. Questa pellicola è presente in varie versioni, una soft e una con innesti hard-core, in modo da allargare il bacino di utenza includendo anche il folto pubblico onanista. Queste sequenze aggiuntive sono state girate da veri interpreti di film a luci rosse e attraverso il montaggio sono state armonizzate con le parti recitate dagli attori veri e propri. Nel ruolo di porno-stuntmen al femminile pare sia stata utilizzata la celebre Marina Lothar, l’attrezzatura maschile si ignora da chi sia stata messa a disposizione, ma viste le modeste dimensioni si può sicuramente escludere John Holmes (speriamo che un giorno qualche storico dell’hard faccia luce su questo appassionante enigma). Dal punto di vista registico è lecito presumere qualche ambizione da parte di Bianchi, visto l’utilizzo di grandangoli, soggettive o bizzarri movimenti di macchina, come nella sequenza della seduta spiritica, nella quale ad un certo punto la macchina da presa vortica come impazzita, nel vano tentativo di creare chissà quale effetto. Questi patetici virtuosismi non possono che lasciare ancora più basito il povero spettatore e sono solo la ciliegina sulla torta di un film che definire “lisergico” è un eufemismo. Amanti del trash, cultori del brutto, esegeti del trucidume, è a voi che ci rivolgiamo. Preparatevi a erigere un altare: “Malabimba” diverrà il vostro credo, e voi, i suoi profeti!