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EL BOSQUE DE LOS MALDITOS

Forest of the Damned

2005 GB
mayo 13, 2005

Emilio, un chico cándido e inocente, compra una furgoneta de segunda mano e invita a sus amigos Judd, Molly, Andrew y su hermana Ally a viajar a un lago situado en medio del bosque. Sin darse cuenta se pierden y, mientras intentan encontrar la dirección adecuada, se les aparece un anciano loco que les advierte sobre un punto del bosque donde han desaparecido varias personas... (FILMAFFINITY)

Directores

Johannes Roberts

Reparto

Tom Savini, Nicole Petty, Daniel Maclagan, Sophie Holland, Richard Cambridge, David Hood, Francesca Kingdon, Steve Hart, Dan van Husen, Shaun Hutson
Terror
HMDB

RESEÑAS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Cinque amici decidono di fare una gita tra i boschi di Miranda Forest, ma in seguito ad un incidente causato da una donna sbucata all’improvviso sulla strada, il pulmino su cui viaggiano i ragazzi diviene inutilizzabile. Sperduti nel cuore della foresta, i cinque ragazzi si separano: due rimangono sulla strada per soccorrere la ragazza investita e con la speranza che passi qualcuno; gli altri tre si addentrano tra gli alberi alla ricerca di aiuto. Ma un’antica leggenda narra che quei boschi sono abitati da alcune splendide fanciulle, angeli caduti, scacciati dal paradiso per essersi lasciati contagiare dal desiderio e dalla passione lussuriosa, e ora condannati a vagare sulla terra in cerca di vittime. “La Foresta dei Dannati” è l’ennesimo brutto film distribuito dalla italiana Gargoyle video direttamente per il mercato dell’home video. Trattasi di un film inglese diretto nel 2005 dal regista indipendente Johannes Roberts ( già autore di “Darkhunters” ) che parte da uno spunto molto interessante e anche abbastanza originale, cioè rendere antagonisti del film un gruppo di angeli scacciati dal paradiso che hanno assunto le sembianze di provocanti ragazze completamente nude che, prima seducono gli umani, e poi banchettano con i loro corpi in disgustose orge di sangue. Questo plot potrebbe far presagire un esaltante concentrato di sesso e gore, ma purtroppo il regista sembra non aver avuto il coraggio ( o la libertà ) di sfruttare fino in fondo le tematiche “sex & gore”, dirigendo uno spettacolino anemico in cui scene con ragazzi idioti che gironzolano per i boschi si alternano alle fugaci apparizioni dei 3 ( o anche più ) angeli caduti. Incredibilmente, malgrado la potenzialità di una storia per certi versi originali, il film in alcuni punti finisce per copiare o quasi plagiare altri film ben più noti: quando due dei protagonisti trovano una casa nel bosco, apparentemente disabitata, cominciano ad esplorala, trovando in giro solamente i segni dello squilibrio del proprietario e resti di cadaveri; finchè arriva il proprietario ( un Tom Savini mai così fuori luogo come in questo film ) che comincia a macellare il loro amico morto, mentre i due assistono inermi alla scena nascosti sotto il tavolo. Beh, questa sequenza non può che rimandare a “Wrong Turn”, che aveva già mostrato due anni prima, uno spettacolo praticamente identico, anche se molto più professionale e ben orchestrato. Ma le scopiazzature non terminano qui! C’è molto di “The Blair Witch Project” ( inquadrature da mdp a spalla e al buio, nei boschi ) e addirittura qualche cosa da “Kill Bill” ( un labbro strappato via a morsi ), nonché una marea di luoghi comuni dell’horror, che spaziano dal gestore matto della stazione servizio che preannuncia ( in modo molto anticonvenzionale ) il pericolo imminente, alla solita incursione nella casa degli orrori abitata da un bifolco psicopatico, fino all’ormai inevitabile incidente d’auto che costringe i personaggi a cercare aiuto ed imbattersi nel pericolo mortale. Inutile infierire sulla pochezza artistica degli attori, costituiti da giovani sconosciuti per lo più qui al loro esordio, e alla mancanza di uno straccio di delineazione psicologica dei loro protagonisti, nonché ad una serie di dialoghi da fotoromanzo, classici segnali di una sceneggiatura scritta frettolosamente e da persone poco competenti. Nel cast si possono giusto apprezzare i cammei di alcune star come il già citato mago del make-up orrorifico Tom Savini, Dan Van Husen ( attore di tanti film di serie B negli anni ’70 ) nel ruolo del gestore della stazione di servizio e lo scrittore Shaun Huston nel ruolo di se stesso in un finale alla “Misery”. Il reparto gore, come detto in precedenza, ci concede ben poco, concentrandosi tutto nel finale con uno sbudellamento e una testa mozzata, lasciando così a bocca asciutta anche chi almeno sperava in un trash color rosso sangue; caratteristica comune a molte recenti pellicole indipendenti.