AG
Alessio Gradogna
•
Seguito di “La Maschera di Frankenstein”. Il folle barone, condannato alla forca, sopravvive all'ultimo momento, e può così continuare i suoi studi alla guida di un ospedale psichiatrico e sotto falso nome. Crea un nuovo mostro, che però si ribella e rivela tendenze cannibalesche. I pazienti della clinica tentano di sbranare il barone, ma egli sopravvive proprio grazie alla resurrezione ottenuta con i suoi folli metodi. Secondo episodio della saga di Fisher (ne seguiranno altri tre), tipico horror gotico di casa Hammer, che segue una trama convenzionale e non offre particolari spunti innovativi. L'icona Peter Cushing ci mette tutto il suo carisma, ma il film scorre via senza troppo mordente, tra tocchi di humour nero e sporadici trucchi splatter. Ben giudicato dalla critica e comunque piacevole per gli amanti dei B-Movie della Hammer è comunque nettamente inferiore alle riedizioni dei racconti di Poe di Corman che verranno di lì a poco, le quali pur mantenendo le stesse caratteristiche di base si gioveranno di un uso molto più affascinante del colore, di una regia molto più fantasiosa, e della maggiore bravura di Vincent Price.