Plankton backdrop
Plankton poster

PLANKTON

1994 IT
enero 1, 1994

Directores

Alvaro Passeri

Reparto

Clay Rogers, Michael Bon, Sharon Marino, Laura di Palma, Ann Wolf, Deran Sarafian
Terror Ciencia ficción
HMDB

RESEÑAS (1)

RG

Roberto Giacomelli

Cinque amici si spingono al largo con un gommone fino a perdersi. Sopraggiunta la notte, i ragazzi avvistano una nave apparentemente deserta e vi salgono sopra. Si tratta di un lussuoso yacht, fornito di ogni confort e con un laboratorio in cui sono custoditi molti strani pesci ibernati. Ben presto gli ospiti dell’imbarcazione si rendono conto che la ciurma è stata decimata da un misterioso essere e che su quella nave si stavano conducendo esperimenti genetici sui pesci. Se pensavate di averle viste tutte in campo beast movies dovete assicurarvi di non aver tralasciato “Creature dagli abissi” (o “Plankton” come è conosciuto all’estero), in cui la minaccia da temere sono dei voracissimi pesci surgelati, o meglio, all’origine di tutto c’è del plancton radioattivo, ovvero l’insieme di corpuscoli e microorganismi trasportati dall’acqua. Insomma, come la si mette, potete star sicuri che una minaccia del genere non è cosa comune nel mondo del cinema horror. In cabina di regia c’è Al Passeri (che non è uno pseudonimo di Massimiliano Cerchi, come segnala l’imdb, ma si tratta di due persone differenti!), noto soprattutto come effettista per alcuni film anni ’80 come “Il cacciatore di squali”, “Wild Beasts – Belve feroci”, “I predatori di Atlantide” e “I guerrieri dell’anno 2072”, che con la sua compagnia di produzione, la Production Film 82, ha cercato di proseguire la tradizione del cinema italiano di genere quando ormai più nessuno lo praticava. “Creature dagli abissi” è datato, infatti, 1994 e tutti noi sappiamo come sia stato difficile continuare a produrre film horror in Italia dopo gli anni ’80 (tendenza ancora oggi attualissima), così Passeri e il suo team realizzano un film pensando alle vendite estere e anche gran parte del cast artistico e tecnico è straniero, nonché le location sono in parte americane (per la precisione Miami, soprattutto per gli esterni). Il film in questione, però, duole dirlo ma è di una pochezza disarmante. Voler perpetrare il ricordo di un’industria cinematografica di genere di tutto rispetto con roba del calibro di “Creature dagli abissi” è francamente dannoso alla memoria nazionale. Se già dall’esiguo soggetto si può intuire che il film non sarà certamente un “capolavoro”, ci si potrebbe almeno aspettare un b-movie (ma anche c-movie, dai) gustoso…non è così improbabile, no? E invece abbiamo il peggio del peggio, esattamente ciò che non avremmo mai voluto che un film del genere fosse. La comicità involontaria è costantemente presente e a volte è data dalla totale incapacità del regista di fare il suo lavoro. Se da una parte la direzione degli attori è del tutto inesistente – già di per se il cast è abbastanza ‘canino’, ma questi giovanotti sono visibilmente disorientati, lasciati allo sbando – anche la scelta di costruire determinate scene nel modo in cui le vediamo è decisamente sbagliato. Prendete come esempio la lunga introduzione, in cui i ragazzi sul gommone sono alternati alle scene sullo yacht con il mostro che fa sfaceli. La lunga sequenza è costruita malissimo, le frequenti scene della lingua del mostro che colpisce a mò di frusta sono inserite nel momento sbagliato e fanno sorridere – ma alla lunga infastidiscono – per il modo pedestre con cui è stata gestita la sincronia delle immagini e il conseguente inserimento della colonna sonora. Pollice verso anche nel settore effetti speciali, a volte rappresentati da una vetusta computer grafica che fa apparire i pesci talmente appiccicati sulla pellicola da disturbare. Ma “Creature dagli abissi” utilizza diverse tecniche per la creazione delle creature; se la CGI è francamente inguardabile non da meno sono gli effetti in stop motion, anch’essa così rozza da far quasi simpatia. L’unica che si salva è la scena di trasformazione, creata con protesi ed effetti più tradizionali (sicuramente più consoni allo stesso Passeri), decisamente ben realizzata e anche unica scena truculenta di un film che altrimenti sembra vergognarsi di mostrare quel sangue e quelle budella che durante gli anni ’80 ci hanno resi famosi nel mondo. Anche il ritmo è latitate e per un buon tre quarti di film non succede assolutamente nulla, fino al concitato finale fatto di esplosioni e rigidi mostri. L’unica cosa che spinge ad andare avanti nella visione è la frequente presenza di scene trash e assurdi deliri che di tanto in tanto condiscono il plot. Insomma, “Creature dagli abissi” è il classico filmaccio di serie z che si può guardare solo con intento di sfottò, una summa del trash made in Italy da esportazione che ci fa rimpiangere in modo sempre più considerevole i bei tempi (cinematografici) andati.