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Suspiria poster

SUSPIRIA

1977 IT
febrero 1, 1977

Una joven (Jessica Harper) ingresa en una exclusiva academia de baile la misma noche en que asesinan a una de las alumnas. La subdirectora del centro es la amable Madame Blank, que brinda a la nueva alumna las comodidades y facilidades necesarias para su aprendizaje. Pero, poco a poco, una atmósfera malsana se va apoderando del lugar, y la estancia de la joven se va convirtiendo en una verdadera pesadilla.

Reparto

Jessica Harper, Stefania Casini, Flavio Bucci, Miguel Bosé, Barbara Magnolfi, Susanna Javicoli, Eva Axén, Rudolf Schündler, Udo Kier, Alida Valli
Terror
HMDB

RESEÑAS (1)

MC

Marco Castellini

Suspiria

Susy Benner, una giovane studentessa Americana, si trasferisce a Friburgo (in Germania) per frequentare la più famosa accademia di ballo d’Europa. Una volta lasciato l’aeroporto si troverà al centro di strani avvenimenti inquietanti e di una serie di efferati omicidi che causeranno la scomparsa di alcuni personaggi dell’accademia. E’ l’opera di un pazzo assassino o è qualcosa che va oltre l’immaginario umano? Riuscirà la povera Susy a scoprire il segreto di questa dimora maledetta e a salvarsi, oppure sarà già troppo tardi? Helena Markos la sta aspettando... Con questo film Argento passa dal thriller di “Profondo Rosso” al fantastico vero e proprio. All’inizio della pellicola lo spettatore crederà di avere a che fare con il “solito” giallo Argentiano, visto l’incredibile incipit che ha come protagoniste 2 donne assassinate da un misterioso individuo di cui intravediamo soltanto la mano, ma l’apparenza inganna... Alla sua uscita, il film fu molto apprezzato all’estero, mentre in Italia fu abbastanza snobbato, e rivalutato solo a posteriori. Sotto il punto di vista della regia non c’è niente da eccepire: non vi è un’inquadratura uguale all’altra. Argento l’aveva presa come una sfida e ci è riuscito alla grande. La fotografia è di quelle da spavento: con l’uso del Technicolor il Darione nazionale (con l’aiuto di Luciano Tovoli) riesce a darci delle immagini uniche, rese ancora più irreali e spaventose dalla combinazione dei colori rosso, verde e blu, che ci suggeriscono le atmosfere di una favola nera. Infatti, le favole da cui Dario Argento e Daria Nicolodi (co-sceneggiatrice) si sono ispirati per girare questo film sono “Biancaneve e i sette nani”, “Barbablù” e “Hansel e Gretel”. Gli effetti speciali, come era usuale all’epoca, furono concepiti artigianalmente e ripresi tutti in diretta. La sceneggiatura invece risulta essere non eccelsa, ma comunque scorrevole. Unica pecca il finale (dove manca il colpo di scena che tutti si aspettano), che lascia un po’ di amaro in bocca. Tuttavia, la vera forza del film non risiede nella trama, bensì nell’ambientazione e nell’efferatezza degli omicidi. Tutte le morti sono dei piccoli capolavori a sé stanti, in particolare il primo omicidio in cui vengono ferocemente assassinate 2 ragazze in un colpo solo. A detta di tanti, questa scena è una delle più belle che il genere horror ci abbia mai regalato. Che dire della colonna sonora magistrale, ancora una volta firmata dai Goblin: la musica composta per questo film si rivela azzeccata e più assillante che mai, tanto che la si può giustamente definire un capolavoro nel capolavoro. L’ambientazione, i colori accesi e surreali, sono in perfetta simbiosi con il suono, il quale non fa altro che aumentare il grado di tensione durante tutta la pellicola: pochi sono i momenti di tregua per i nostri nervi! Nel ruolo della protagonista troviamo un’ispiratissima Jessica Harper, che riesce a calarsi straordinariamente nel ruolo di “Biancaneve” in questa favola nera. Ottime anche le performance di Alida Valli (nel ruolo dell’insegnante) e Joan Bennet (nel ruolo della vice direttrice). Originariamente il film doveva avere come protagoniste delle bambine, ma a causa di forze maggiori, Argento dovette rinunciare al suo progetto scritturando delle giovani ragazze. Ciò nonostante agli spettatori più attenti non sarà sfuggito che, all’interno dell’accademia, le maniglie delle porte sono ben più alte del normale (la stessa altezza che incontra un bambino di 8-9 anni davanti a una porta), oppure che, in alcune scene, le studentesse risultano molto infantili quando litigano tra di loro. Tutto ciò serve a mantenere un certo collegamento con l’idea originale di Argento. Non resta che dire: Capolavoro assoluto dell’ horror italiano! Caldamente consigliato a ogni generazione appassionata del genere, perché un film così non si era mai visto e forse non si vedrà mai più! “L’unica cosa più terrificante dei primi 12 minuti sono gli ultimi 92” (come recitava una locandina all’epoca).

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