The Mangler Reborn backdrop
The Mangler Reborn poster

THE MANGLER REBORN

2005 US
noviembre 29, 2005

Una década después de la masacre original, un enfermo obsesionado comenzará una nueva masacre.

Directores

Erik Gardner, Matt Cunningham

Reparto

Aimee Brooks, Reggie Bannister, Weston Blakesley, Scott Speiser, Juliana Dever, Sarah Lilly, Renee Dorian, Rhett Giles, Jeff Burr
Terror Ciencia ficción
HMDB

RESEÑAS (1)

RG

Roberto Giacomelli

Un uomo costruisce nello scantinato di casa sua un piccolo mangano addobbato da coltelli e lame rotanti. Il mangano comincia da subito ad esercitare un influsso negativo sull’uomo e lo induce ad uccidere la moglie. L’uomo continua ad uccidere chiunque gli capiti a tiro sacrificando le sue vittime alla macchina infernale, spesso spacciandosi per un idraulico e sequestrando i suoi clienti. Due ladri introdottisi nella sua abitazione, scopriranno gli orrori a cui è dedito l’uomo. Dopo il pessimo ed apocrifo “The Mangler 2.0”, il buon film che Tobe Hooper aveva diretto nel 1995 ispirandosi ad un mediocre racconto di Stephen King, viene di nuovo infangato da un altrettanto pessimo terzo capitolo. Anche in questo caso poco o niente ricollega alla vicenda originaria: nessuna lavanderia, nessun operaio da stirare, nessun imprenditore storpio, ma solo un piccolo mangano fatto in casa, in cui la gente viene fantasiosamente punzecchiata con coltelli, affettata con lame e i pezzettini vengono scaricati nei sotterranei della casa tramite uno scivolo, come se si trattasse di semplice spazzatura. Il rapporto che lega l’uomo alla macchina questa volta è stato affrontato in modo troppo superficiale e quasi senza un vero nesso logico: il Signor Gartley che gestiva la Blue Ribbon nel primo film aveva un rapporto simbiotico con il mangano, la macchina aveva assimilato delle parti del corpo dell’uomo e l’uomo si era avvicinato alla macchina innestandosela sul suo stesso corpo, un discorso quasi cronenberghiano che dava uno spessore alla caratterizzazione narrativa e metaforica del film di Hooper. In “Mangler – Reborn” tutto ciò non avviene: l’uomo è inspiegabilmente controllato dalla macchina, la macchina gli divora un braccio ma l’uomo si rigenera come se si trattasse di un essere soprannaturale, beve il sangue delle sulle vittime e si comporta in modo meccanico e apatico, come uno zombi. Il tutto esente da spiegazioni. L’intero film è costruito come una variante del survival movie in salsa casereccia con espliciti richiami all’ormai fin troppo sfruttato “Non aprite quella porta”; la vicenda si svolge quasi esclusivamente nella casa degli orrori in cui vengono intrappolate le vittime prima di essere date in pasto alla macchina e il corpulento killer agisce come un novello Leatherface, colpendo frequentemente le sue vittime in testa con un pesante martello. Se non ci fosse stato nessun legame con “The Mangler”, la storia poteva dar vita ad un film discreto anche se poco originale, poiché viene dato ampio spazio alla componete splatter ed è presente anche una insolita cattiveria di fondo, ma la stiratrice kinghiana sembra quasi un’intrusa, come se la storia fosse stata adattata ad una sceneggiatura già esistente che nulla aveva a che fare con “The Mangler”. Bisogna poi stendere un velo pietoso sulla qualità artistica -tecnica della pellicola. La regia curata da Matt Cunningham e dall’esordiente Erik Gardner è di una mediocrità disarmante, così come la sceneggiatura degli stessi registi, ripetitiva e infarcita da dialoghi piatti e a tratti ridicoli. Il cast è composto da attori poco noti e senza alcun talento: da Aimee Brooks nel ruolo della protagonista a Weston Blakesley, che interpreta il killer. Tra gli interpreti compare anche Reggie Bannister, caro al pubblico horror per aver interpretato Reggie nella saga “Phantasm”, qui nel ruolo di uno dei ladri che si introduce nella casa degli orrori. Brutto e inutile.