Bruiser backdrop
Bruiser poster

BRUISER

2000 CA
février 13, 2000

Henry Creedlow a toujours respecté les règles et fait ce qu'on lui demandait de faire sans poser de questions. Mais un matin, il découvre que son visage a disparu. Tous ses efforts d'intégration et son désir de reconnaissance ont fini par lui coûter la seule chose qu'il ne peut remplacer : son identité. Il n'est plus qu'un vide, un anonyme, un fantôme. Il explose et décide de se venger.

Réalisateurs

George A. Romero

Distribution

Jason Flemyng, Peter Stormare, Leslie Hope, Nina Garbiras, Andrew Tarbet, Tom Atkins, Jonathan Higgins, Jeff Monahan, Marie V. Cruz, Tamsin Kelsey
Horreur Thriller Mystère
HMDB

CRITIQUES (1)

MC

Marco Castellini

skull skull empty skull empty skull empty skull
Henry Creedlow (Jason Flemyng) è un uomo che ha sempre cercato di vivere secondo le regole, senza dare nell’occhio e comportandosi bene. Ma nonostante questo molte persone, specie quelle a lui più vicine, gli hanno fatto del male: la moglie lo tradisce, l’amico del cuore lo deruba ed il principale lo umilia continuamente. Ma quando Henry una mattina si sveglia senza avere più la faccia, insieme al suo volto si libera anche delle sue paure, perde la sua precedente identità e decide di vendicarsi di tutti coloro che lo hanno fatto soffrire… Dopo una sosta lunga quasi dieci anni (l’ultimo film diretto era il deludente “La Metà Oscura” del 1992) Romero torna dietro la macchina da presa con questo “Bruiser” prodotto dalla francese Canal Plus e approdato in Italia solo per il mercato home-video (…e quasi con due anni di ritardo!). Un soggetto (opera dello stesso Romero) piuttosto interessante che parte da una premessa (la perdita di identità) non certo originale che potrebbe però svilupparsi in risvolti interessanti (la vendetta, la ricerca di rispetto e di una propria dignità) ma “potrebbe”, appunto, se non fosse che il film si perde subito nella banalità ed assume toni da peggior prodotto televisivo. Nessun vero spunto fuori dalle righe, nessun “pugno allo stomaco” a cui il regista ci aveva (quasi) sempre abituato: siamo lontani dal cinema “scomodo” del Romero primi tempi, qui tutto è immerso in una desolante mediocrità; un film che non si “sbilancia” mai e rimane fermo in una sorta di “limbo” a metà tra lo sciatto prodotto commerciale e la sterile opera d’autore. Fin troppo curato nella regia (carrellate, dolly e panoramiche a ripetizione), discretamente interpretato, ben fotografato ma poco espressivo e incapace di appassionare o dare forti emozioni.n E pensare che la produzione aveva lasciato a Romero il “final cut” sul film, c’erano tutte quindi le premesse e le condizioni per un ritorno all'horror duro e puro, invece ne esce questo "Bruiser", prodotto del tutto innocuo, insapore e incolore, classico film da “riciclo” per la distribuzione home-video. Un vero peccato per un lavoro a cui il regista newyorkese teneva particolarmente e che, a conti fatti, è risultato invece un fallimento, un fiasco in tutto il mondo (e in particolar modo negli USA) sia di pubblico che di critica. Visti gli ultimi film diretti dall’ormai mitico (e mitizzato) regista di “Zombi”comincia a venire il dubbio che Romero non riesca più a esprimersi ai livelli della prima parte della sua carriera…