Carrie backdrop
Carrie poster

CARRIE

2002 CA
novembre 4, 2002

Carrie est une jeune fille solitaire qui souffre des brimades continuelles de ses camarades de classe et des comédies ultra-religieuses de sa mère. Un jour, elle découvre qu’elle possède le don de déplacer les objets par la pensée…

Réalisateurs

David Carson

Distribution

Angela Bettis, Patricia Clarkson, Rena Sofer, Kandyse McClure, Emilie de Ravin, Tobias Mehler, Jesse Cadotte, Meghan Black, Chelan Simmons, Katharine Isabelle
Drame Horreur Téléfilm
HMDB

CRITIQUES (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Carrie White è un’adolescente cresciuta con una madre estremamente dedita alla religione che le proibisce qualunque piacere della vita: divertirsi è peccato, essere donna è peccato! Completamente all’oscuro delle normali fasi fisiologiche del corpo umano, Carrie una mattina ha il suo primo ciclo mestruale nelle docce della scuola e, credendo di strare per morire, viene presa come oggetto di scherno dalle sue compagne. Da quel momento la ragazza si accorgerà di aver sviluppato anche delle facoltà paranormali che le permettono di spostare gli oggetti con la forza della mente. Nel frattempo si avvicina la sera del ballo scolastico di fine anno e le compagne di Carrie decidono di farle uno scherzo per umiliarla davanti a tutta la scuola, non sapendo che così facendo potrebbero scatenare la sua ira distruttiva. Nel 2002 viene prodotto in sordina un remake televisivo del celebre “Carrie – Lo sguardo di Satana", primo adattamento cinematografico ad opera di Brian De Palma di un fortunato romanzo di Stephen King. David Carson, regista televisivo di numerosi serial (puntate varie di “Bevely Hills 90210”, “Star Trek” e “Smallville”) si ritrova al timone di questo progetto e conduce il tutto con un immancabile tocco televisivo, pur rimanendo piuttosto fedele al romanzo di King. Inutile dire che nessuno sentiva il bisogno di un remake del già perfetto film di De Palma; già sul finire degli anni '90 si era tentato di riproporre la medesima storia in un sequel ("Carrie 2 - La furia"), dai modesti esiti commerciali ma da una insospettabile riuscita qualitativa, ma con questo nuovo tentativo si è scaduti abbondantemente nel ridicolo involontario. Il maggior difetto di questo nuovo "Carrie" è la sua natura televisiva che rende poco credibile qualunque cosa di spettacolare si intenda realizzare, soprattutto a causa di una fotografia fastidiosamente patinata, da alcuni dialoghi troppo piatti e da alcuni attori poco adatti a ricoprire la parte loro affidata. In più occasioni si sceglie di seguire con fedeltà il romanzo originale, introducendo scene che De Palma aveva giustamente deciso di non girare perchè, pur se funzionali sulla carta, ridicole se filmate, come ad esempio accade con la pioggia di meteore causata da una Carrie ancora bambina, oppure dalla morte della madre di Carrie per semplice arresto cardiaco. Inoltre si fa ricorso spesso (soprattutto nell'esagerata e apocalittica parte finale) alla computer grafica che non è proprio all'altezza, così da trasformare situazioni altamente drammatiche in situazioni semplicemente ridicole. Una particolare nota di demerito va poi all'infelice scelta di modificare completamente il finale originale, trasformando la sorprendente e triste conclusione che tutti conosciamo in una risibile barzelletta che nel tentativo di stupire lo spettatore, riesce solamente ad irritarlo. Anche il cast risulta parzialmente sbagliato: Angela Bettis è una discreta attrice, ma risulta troppo esagerata nel caratterizzare la sua Carrie White, più vicina ad una parodia dell'originale piuttosto che ad una reinterpretazione; indubbiamente è una brava attrice anche Patricia Clarkson nel ruolo della madre di Carrie, ma è troppo lontana dall'inquietante interpretazione che aveva già fornito Piper Laurie nel film del 1976. Totalmente inadatto Tobias Mehler nel ruolo di Tommy Ross, poiché mostra vistosamente i suoi anni per interpretare un adolescente. Malgrado i tanti difetti su elencati, il film si fa seguire senza mai annoiare lo spettatore e, se per un attimo ci si dimentica del suo illustre predecessore, può perfino divertire; ma rimane pur sempre un’opera inutile e fallimentare.

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