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Alessandro Carrara
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Messico settentrionale: un peone, scavando, trova una misteriosa lancia avvolta in una bandiera del Terzo Reich. Subito dopo averla impugnata, viene investito da un’auto a folle velocità, ma nonostante questo sopravvive all’incidente e comincia un lungo viaggio, portando con sé la morte… Los Angeles: John Constantine è un pallido uomo sulla trentina, sempre vestito in nero, alle prese con un serio problema: dato che fuma trenta sigarette al giorno dall’età di quindici anni, sta per morire di cancro ai polmoni. Constantine fa bene a temere il trapasso, poiché avendo tentato il suicidio è già andato all’Inferno per due minuti, prima di essere salvato dai suoi soccorritori. Tornato in vita, ha scelto di diventare un esorcista con la speranza di essere perdonato per il suo peccato mortale, ma questa vocazione lo ha reso particolarmente inviso ai demoni che lo aspettano nell’Ade a braccia aperte: si dice che Lucifero in persona (Lou per gli amici) sarebbe disposto a salire per prendere la sua anima al momento del decesso... Purtroppo John, pur facendo un lavoro socialmente utile, non è molto amato neanche tra le alte sfere del Paradiso, tantochè l’arcangelo Gabriele lo ha informato che per lui il Cancello rimarrà sempre chiuso. Un po’ depresso dalla situazione, Constantine viene coinvolto nel solito caso di ruotine, il suicidio di una giovane sensitiva, per poi scoprire che in realtà l’equilibrio sulla Terra da tempo stipulato fra Inferno e Paradiso potrebbe essere sconvolto a breve... "Constantine" è l’ultimo di una lunga serie di riduzioni cinematografiche di fumetti famosi, filone iniziato anni fa con “X-men” che ha sfornato grandi successi ma anche clamorosi flop; in questo caso la serie DC Comics da cui è tratto il film è “Hellblazer”. Nonostante il livello artistico di queste pellicole sia più o meno pari a quello dei lungometraggi tratti da videogames, cioè basso, “Constantine” dimostra di essere veramente un buon film, che sorprende lo spettatore per la qualità della regia, della fotografia, dell’interpretazione e un’originalità della sceneggiatura inusuale per un film di questa “genesi”, impregnato anche da una pungente ironia. John Lawrence, il regista, fin dall’inizio dimostra di avere delle qualità tecniche non indifferenti, utilizzando sapientemente l’effetto “bullet” di rallentamento del tempo in più di un’occasione, ma mai fuori luogo come in altre pellicole degli ultimi anni. Anche la scelta di certe inquadrature fisse con dei tempi lenti abbinati a un’azione molto veloce è veramente pregevole. La fotografia livida del film aiuta il lavoro del regista: Los Angeles non è la solita soleggiata capitale della California ma una città perennemente avvolta nel buio, dove sembra abbia appena smesso di piovere (le strade sono quasi sempre bagnate), e i colori freddi (verde e blu in particolare) rafforzano quest’impressione. Alla vista notturna della città fa da contrappunto il giallo e il bruno livido del giorno, dando un’immagine della California americana e messicana simile a una terra desolata di Joyciana memoria. La visione (molto evocativa) della dimensione parallela infernale è invece dominata dal rosso intenso, che ricorda i paesaggi apocalittici post-nucleari. Purtroppo non sempre la CG è al livello della fotografia e degli effetti visivi. Interessanti anche i chiari riferimenti al cinema del passato, in particolare a “l’Esorcista” e “Essi vivono”, il cui spirito aleggia in tutta la pellicola. Molti fan hanno criticato la scelta dello snello Keanu Reeves per il ruolo di Costantine, in quanto l’attore era considerato non conforme all’ideale fisico del protagonista Marveliano, ma dopo la visione del film non si può dire che tale scommessa non sia stata vinta, perché Reeves si dimostra abilissimo nel costruire il suo personaggio anche da piccoli gesti, tipo i giochini con lo zippo (di dimensioni decisamente enormi….) prima dell’accensione della sigaretta, oppure nel profondo nichilismo che anima John e che fuoriesce naturalmente dal suo comportamento di antieroe (in effetti Constantine ricorda i famosi detective disillusi e cinici alla Marlowe), ma anche dal punto di vista fisico: in questo film infatti Reeves appare più emaciato e stanco del solito, il che lo rende molto più credibile per il ruolo. A parte Reeves, tutto il cast si rivela all’altezza del compito affidato, in particolare la sua “spalla”, il giovane apprendista Chas (Shia LeBeouf), molto simpatico e perfetto complemento della sulfurea figura dell’esorcista “non ortodosso”. In conclusione, “Constantine” si rivela un film estremamente accattivante dal punto di vista visivo, scorrevole e ben congeniato, intriso di un sarcasmo iconoclasta verso la religione “tradizionale” (rappresentata dall’odiosissimo Gabriele…), in una parola: divertente! Alcuni fan dell’horror più spinto rimarranno delusi dalla mancanza di scene “forti” e di gore, ma il film dopotutto va bene così e la visione è sicuramente consigliata.