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V/H/S Viral poster

V/H/S VIRAL

V/H/S: Viral

2014 ES
novembre 21, 2014

Une poursuite policière à Los Angeles envoie un homme obsédé par la célébrité dans une course folle pour sauver sa petite amie d'une terreur cybernétique.

Réalisateurs

Marcel Sarmiento, Nacho Vigalondo, Todd Lincoln

Distribution

Patrick Lawrie, Emilia Ares, Celia K. Milius, Steve Berens, Garrett Bales, Stephanie Silver, Charles Johnson, Ryan Staats, Robert Andrew Sallberg, Brad Collin
Horreur Thriller
HMDB

CRITIQUES (1)

CR

Cristina Russo

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Terzo ed ultimo capitolo della saga ideata da Brad Miska, ora disponibile in italiano in un bel cofanetto dvd e blu-ray edito dalla Midnight Factory, che include anche “V/H/S” e “V/H/S 2”. L’evoluzione della saga ha seguito un percorso stilistico che l’ha portata ad allontanarsi sempre più dal concept iniziale (che prevedeva la coincidenza tra forma e sostanza) e dall’atmosfera decadente e sporca che caratterizzava i primi due episodi. “V/H/S: VIRAL” è infatti un prodotto di più ampio respiro, che esaspera ulteriormente lo scenario catastrofico del suo predecessore, avvalendosi però di un linguaggio cinematografico più canonico. Ad incorniciare i tre episodi che compongono quest’ultimo segmento della trilogia è “Vicious Circle” di Marcel Sarmiento: la polizia insegue un misterioso furgoncino e la gente, presa da una strana follia, si riversa nelle strade per filmare con i cellulari quanto sta accadendo, nella speranza che il video, postato in rete, diventi virale; tra di essi un ragazzo, la cui fidanzata si viene inspiegabilmente a trovare a bordo del veicolo. Viene perciò completamente abbandonata la tecnica del found footage, che invece rappresentava l’elemento fondante di “Tape 56” e “Tape 49”, nei quali i protagonisti visionavano le vhs da cui scaturivano le singole storie. “Vicious Circle” è quindi solo formalmente un episodio di raccordo, che si risolve in una storia spezzettata, caotica nella messa in scena e narrativamente poco fluida. Ma il messaggio arriva forte e chiaro: ogni individuo sente il bisogno irrefrenabile di documentare ciò che accade attorno a lui, allo scopo di entrare a far parte di “qualcosa di più grande” e, come una malattia contagiosa, il fenomeno si propaga in tutta la comunità. Il primo episodio vero e proprio è “Dante The Great” di Gregg Bishop: un aspirante mago entra in possesso di un mantello dagli strani poteri, grazie al quale si potrà esibire in spettacoli incredibili; ma l’indumento richiede un costante tributo di sangue. Il segmento, di stampo quasi televisivo, è gradevole ma non particolarmente coinvolgente e, benché sfrutti ancora in parte l’espediente del materiale documentaristico ritrovato, è caratterizzato da un montaggio e da tecniche di ripresa tradizionali. Per fortuna Bishop rinuncia quasi completamente alla CGI e sfrutta al massimo il limitato budget a disposizione, realizzando effetti speciali caserecci ma ben riusciti. A seguire “Parallel Monters” di Nacho Vigalondo: un uomo costruisce un portale spazio temporale che gli consente di entrare in contatto con sé stesso in una realtà parallela ma ciò che lo attende è un mondo solo apparentemente simile al suo. Pregno di un’atmosfera inquietante, Parallel Monsters” sembra uscito dalla serie“Ai confini della realtà” o da qualche raccolta di racconti di R. Matheson ed è sicuramente l’episodio migliore del lotto. La storia è semplice ma decisamente accattivante e strizza l’occhio al cinema di fantascienza più classico. Anche in questo caso nessuna videocassetta ritrovata: il regista spagnolo predilige infatti un sobrio POV per condurci in un universo normale per chi lo abita ma strano e pericoloso per chi proviene dall’altra parte. E lo fa creando una suspance crescente che culmina in un epilogo delirante. In ultimo “Bonestorm” di Justin Benson: alcuni appassionati di skateboard si recano in Messico per filmare le loro acrobazie, durante la celebrazione del Dia de Muertos; avranno a che fare con morti viventi e creature infernali. In questo segmento conclusivo la tecnica del POV viene esasperata grazie alle telecamere montate sui caschetti degli skateboarders: in tal modo lo spettatore vive in prima persona non solo le spericolate evoluzioni fatte con la tavola ma anche gli inseguimenti ed i combattimenti tra i ragazzi e gli zombie. Spunti formali interessanti ma abbastanza confusionari. Un quarto episodio, “Gorgeus Vortex” diretto da Todd Lincoln, avrebbe dovuto far parte dell’antologia ma la scelta è stata quella di scorporarlo (il corto è disponibile tra i contenuti extra dell’edizione dvd). Non è comunque una grande perdita dal momento che il segmento in questione, pur esteticamente elegante e curato, è totalmente onirico o più semplicemente incomprensibile. In conclusione, questo terzo capitolo più che aggiungere qualcosa alla saga, lo toglie: accantonata l’idea originaria, “V/H/S: VIRAL” assume i tratti di un film tradizionale in cui manca l’elemento di culto che forniva un’identità ben precisa ai precedenti capitoli: la videocassetta, un feticcio quasi “sacro”, fonte di mistero e curiosità morbosa. Comunque una visione la merita. Recensione originariamente pubblicata sul blog M’illumino di Horror

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