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Roberto Giacomelli
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Una famigliola si trova a passare nei pressi di una collina dove si dice risieda una maledizione. Mentre i genitori fanno sesso in automobile, i due figli vanno a giocare proprio sulla collina. Si fa sera, i due bambini non sono ancora tornati e i genitori contattano le autorità. Passa tutta la notte e al mattino dopo, i due fanno ritorno dai genitori, come se nulla fosse accaduto. Ma in realtà, su quella collina, qualche cosa è successa e cominciano a verificarsi dei fenomeni inspiegabili, mentre i genitori si convincono sempre più che qualcuno abbia trattenuto con la forza i bambini durante la notte e abbia abusato di loro.
Arriva dal Messico questo anomalo horror indipendente che si fa forte di un titolo suggestivo e una marea di recensioni positive su gran parte dei maggiori siti e riviste dedicate al genere. In effetti “Here Comes the Devil” non lascia indifferente lo spettatore perché riesce a trasmettere un’atmosfera malsana che cattura l’attenzione e mette a disagio. Sarà per l’ambientazione insolita, ovvero una landa desolata messicana, calda e polverosa, che ricorda “Demoniaca” di Richard Stanley, o sarà per il modo morboso in cui viene inserito l’elemento erotico.
Fatto sta che “Here Comes the Devil” sa mettere a disagio.
L’inizio è fulminante e porta dalle parti di “Alta tensione”, con una coppia di ragazze intente nella loro prima esperienza omosessuale che vengono sorprese e trucidate da un maniaco che si è introdotto in casa loro e che poi va a morire nella vicina collina. Salto temporale e presentazione dei protagonisti, una famigliola messicana in cui i due genitori sono così colmi di desiderio sessuale da lasciare incustoditi i loro bambini per dar sfogo alla passione. Il modo insistito con cui il regista punta sulla dimensione erotica fin dai primi minuti è una dichiarazione d’intento, anche se non si può fare a meno di notare la maldestria con cui a volte emerge questo elemento. Già il lungo dialogo in macchina tra i due genitori, che si abbandonano a una descrizione spudorata dei loro desideri erotici e delle rispettive prime volte, fa
sorridere per l’imbarazzante turpiloquio che avvicina la scena più a film comico che a uno spinto.
L’elemento erotico continua ad essere predominante e tra frequenti nudi, dubbi sulla verginità dei bambini e conseguente caccia al pedofilo, il film si approccia all’horror puro solo in alcuni frangenti portando in scena due bambini “cambiati” che mostrano i sintomi di una possessione demoniaca. Escludendo derive esorcistiche ma piuttosto avvicinandosi alla lezione da Ultracorpi, “Here Comes the Devil” si avvia a un epilogo nerissimo che conclude con coerenza quella ricerca di morbosità e malsano.
Il regista e sceneggiatore Adrián García Bogliano (tra gli artefici di “The ABC’s of Death”) conduce l’opera con ricercato minimalismo e tenta di
ricreare, spesso riuscendoci, quella grezzezza da horror indipendente anni 70. Non sempre aiutato però dagli attori e soprattutto dal doppiaggio italiano.
“Here Comes the Devil” è un film che alterna alti e bassi con estrema frequenza, ma, a conti fatti, sa farsi ricordare.
In Italia “Here Comes the Devil” è arrivato direttamente in DVD grazie all’etichetta Indie Pictures, che fornisce una versione davvero minimal del prodotto. Niente contenuti extra, ma aspetto tecnico più che soddisfacente con un ottimo video, nitido e pulito, che si affianca a un comparto audio non sempre eccezionale ma soddisfacente grazie a una traccia italiana in Dolby Digital 5.1.
Aggiungete mezza zucca.