FM
Francesco Mirabelli
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John, proprietario di un atelier di moda, è vittima di tremendi incubi ed è traumatizzato dall’uccisione della madre, avvenuta in circostanze misteriose quando egli era ancora bambino. Colpito da incontenibili raptus di estrema follia, John massacra alcune sue modelle, scansando, peraltro, la polizia. Sarà un’astuta agente di polizia a mettere fine alla furia omicida del pazzo, facendolo finire in manette. Conosciuto anche come “Un’accetta per la luna di miele”, questo thriller è ben diretto dall’impeccabile Mario Bava che, anche in questo film ( di cui ne è anche cosceneggiatore, nonché direttore della fotografia) mantiene inalterato il suo tema preferito: il thrilling psicologico, onirico e suggestivo. La pellicola in questione riprende le orme del suo predecessore “6 Donne per l’assassino” ( vedi l’atelier di moda, nella quale s’aggirava un pazzo squilibrato ) e in parte anche il superbo “Operazione paura” ( vedi le indimenticabili apparizioni del fantasma della bambina, nelle quali si avverte la presenza del male ). Ne “Il rosso segno della follia” Bava delinea una concreta figura di killer: uomo dall’aspetto normale, ma che in realtà nasconde un orribile passato per il quale si trasforma in carnefice. Indossa abiti da sposa e si serve anche di un carillon che, con la musica, accompagna i tremendi massacri; quest’ ultimo particolare ci fa ricordare indubbiamente il capolavoro di Dario Argento ( “Profondo rosso” ) dove il maniaco mascherato prima di uccidere la sua vittima, faceva ascoltare l’inquietante musichetta infantile, che tutti i fan dell’horror ricorderanno certamente. Psicopatia e amore, realtà e incubi, passato e presente si mescolano in maniera decisamente positiva e innovativa in questo accurato thriller, abilmente diretto da colui che ha ridimensionato il genere horror. Da segnalare le buone interpretazioni di Steve Forsyth nei panni di John Harrington, e di Laura Bettin; memorabili anche sia la fotografia curata dallo stesso Bava che le musiche a cura di Sante Romitelli. Se non fosse stato per i ritmi troppo lenti e per le molteplici improvvisazioni sul set ( in particolare nella seconda parte ), il film avrebbe meritato mezza zucca in più. Inoltre, la pellicola è irreperibile da anni, e continua ad esserlo tuttora, il che è un vero peccato!