The Last Winter backdrop
The Last Winter poster

THE LAST WINTER

2006 IS
septembre 11, 2006

Dans la région arctique du nord de l'Alaska, une compagnie pétrolière a envoyé une équipe de forage dont l'un de ses membres est mystérieusement assassiné.

Distribution

Ron Perlman, James Le Gros, Connie Britton, Zach Gilford, Kevin Corrigan, Jamie Harrold, Pato Hoffmann, John Speredakos, Joanne Shenandoah, Larry Fessenden
Horreur Thriller
HMDB

CRITIQUES (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Alaska. Un team di ricercatori, dipendenti della multinazionale North Industries, sta mettendo in atto un piano di trivellazione per l’estrazione di petrolio. Nelle vicinanze dell’accampamento giace una scatola bianca, lasciata alcuni anni prima dai trivellatori proprio sul punto scelto per l’estrazione del petrolio e poi inspiegabilmente abbandonato. La scatola attrae l’attenzione di McKinder che prima impazzisce e poi viene trovato morto congelato in mezzo alla neve. Nel frattempo i ricercatori constatano che la temperatura sotto di loro aumenta di giorno in giorno. Il filone dell’eco-vengeance può essere scisso in due sottofiloni, quello ben più corposo che ci mostra uno o più animali che attentano alla vita dell’essere umano, e quello più ristretto in cui la natura si scatena contro l’uomo in modo più astratto, attraverso cataclismi o inquietanti eventi non sempre spiegabili. Se nella prima branca possiamo inserire gli innumerevoli beast movie che affollano sempre più frequentemente il mercato dell’home video, nel secondo vi troviamo pellicole sui generis come “Frogs” (anche se qui il fattore “animali terribili” è comunque presente), “E venne il giorno” e questo “The Last Winter”. Il film di Larry Fessenden però non convince né sotto l’aspetto puramente concettuale, né, soprattutto, sotto l’aspetto narrativo. Se si può senza alcun dubbio affermare che Fessenden (“No Telling – La sindrome di Frankenstein”; “Wendigo”) sa far il lavoro da regista, anzi tecnicamente migliora con l’avanzare degli anni (e delle pellicole), riguardo l’aspetto contenutistico “The Last Winter” lascia troppo a desiderare. L’idea di partenza e assunto di base di questo film è: l’uomo deturpa la natura e “spreme” la Terra, così la natura si prepara a prendere la sua vendetta. Semplice, anzi semplicissimo, assioma del causa/effetto applicato all’eco-vengeance che per avere un reale “perché” in un panorama affollato di film simili – soprattutto nel panorama dei disaster movie – avrebbe dovuto avere realmente qualche cosa da dire. Se Fessenden voleva però comunicarci qualche cosa in particolare non lo sappiamo, dal momento che comunque il regista non c’è riuscito: “The Last Winter”, infatti, dà l’impressione allo spettatore di aver assistito al nulla. Il film procede e si conclude conducendo a un niente di fatto, e la cosa più grave è che la sceneggiatura è perfettamente scandita in tre atti e ognuno di essi presenta le proprie svolte narrative. Allora deve esserci davvero qualche cosa che non va. La ragione va allora trovata in una marea di piccoli/grandi accorgimenti abbandonati a se stessi, a cominciare dalla completa assenza di ritmo narrativo. Fessenden ci ha abituato a un tipo di cinema lento, ma si, diciamo pure noioso, ma comunque forte per il coraggio di dire e mostrare cose spesso sgradevoli e comunque di rileggere con un piglio di originalità miti dell’immaginario collettivo di cui sembrava che si fosse ormai detto tutto (basti pensare al Frankenstein in “No telling” e al Vampiro in “Habit”). Con “The Last Winter” Fessenden sembra più vicino allo stile para-televisivo di “Wendigo”, ma a differenza di quest’ultimo appare più addomesticato, più lascivo e soprattutto meno coinvolto. La mancanza di coinvolgimento è poi il difetto che affligge anche lo spettatore, che si ritroverà ad osservare passivamente per novanta minuti una situazione che non ha nulla di interessante, colpi di scena che conducono allo sbadiglio e personaggi profondamente brutti. Le bellissime ambientazioni desolate dell’Alaska, ottimamente avvalorate da una serie di inquadrature aeree molto suggestive, la circoscrizione dell’azione in pochi ambienti e la stessa tipologia di personaggi, rimandano molto – sicuramente volutamente – a “La Cosa” di John Carpenter, ma a differenza del capolavoro del regista di “Halloween”, in “The Last Winter” i personaggi sono male caratterizzati, interpretati in modo poco convincente e tutti troppo simili tra loro (sia fisicamente che psicologicamente), incapaci inoltre di fare breccia nell’animo dello spettatore… per la serie: “i personaggi non sono degli ‘stronzi odiosi’, ma comunque della loro sorte non mi interessa nulla”. Il ritmo poi è il grande assente di questo film; il film non è privo di eventi rilevanti, ma tutto ciò che succede è così poco enfatizzato, così poco interessante da lasciare completamente indifferenti. Perfino quella che poteva apparire come l’unica scena di potenziale spavento (il ritrovamento di un cadavere e di una registrazione video) è gestita male, priva della giusta tensione di preparazione che il caso richiedeva. Ad affossare ulteriormente “The Last Winter” c’è un climax finale inadatto, che mal si lega con il resto della situazione, un gratuito e quasi ridicolo scontro dei “nostri” con delle creature mostruose dal design poco accattivante e malamente realizzate in computer grafica. Solamente l’epilogo è di una certa efficacia, anche se stra-visto in molti altri film, ma di certo non è in grado da solo di salvare la baracca. Francamente, un prodotto del genere non si sa a chi consigliarlo.