Visions backdrop
Visions poster

VISIONS

2009 IT
septembre 25, 2009

Mathew è un ragazzo sensibile e fragile che si è appena svegliato dal coma in una clinica psichiatrica con un'amnesia e che trova in un altro giovane paziente, Nick, un aiuto e un sostegno per venire a capo di quanto gli è successo. Insieme i due si introducono nell'ufficio del dottor Lehmann, uno psichiatra della clinica che si è occupato a lungo e senza successo della caccia a un serial killer, il Ragno. Il materiale video trovato dai ragazzi causa in Mathew una serie di incubi terribili. Insieme a Nick e con l'aiuto di un'intraprendente giornalista, Hope, cercherà di scoprire il legame tra la sua storia e quella del Ragno.

Réalisateurs

Luigi Cecinelli

Distribution

Henry Garrett, Caroline Kessler, Jakob von Eichel, Steven Blake, Ralph Palka, Katie McGovern, Jennifer Norton, Jeff Jones, Clarke Grant Slone, Niccolò Senni
Horreur
HMDB

CRITIQUES (1)

RG

Roberto Giacomelli

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I corpi speciali dell’FBI, guidati via radio dal dott. Leemen, penetrano nel covo di Spider, un terribile serial killer che sta diffondendo il panico in città. Nella stanza ci sono le ultime vittime dell’assassino ancora in vita, ma in realtà si tratta di una trappola e sia i prigionieri che gli agenti speciali rimangono uccisi. Il Dott. Leemen si ritiene responsabile del massacro per non aver intuito il piano di Spider così decide di ritirarsi dalla sua professione di profiler dell’FBI e va a lavorare come consulente psichiatrico in un ospedale. Qui conosce Matthew, un ragazzo che si è appena svegliato dal coma e che ricorda poco del suo passato ma che in compenso ha delle visioni riguardo l’operato di Spider. Dopo le prime incertezze, il dottore decide di servirsi proprio di Matthew per riaprire il caso di Spider, sperando che il ragazzo possa essergli d’aiuto per catturare una volta per tutte il serial killer. Sorriso. Incertezza. Sconforto. Il sorriso – che a volte si trasforma in fragorosa risata - è quello che lo spettatore inevitabilmente si dipinge sulle labbra guardando “Visions”, un continuo e inarrestabile concentrato di banalità accostate a dialoghi e scelte narrative da comicità involontaria assicurata. L’incertezza però sopraggiunge a intervalli regolari nella mente dello spettatore perché ci si chiede come sia possibile, nella manifesta crisi del cinema di genere italiano, puntare e portare a compimento film come questo. Lo sconforto attanaglia lo spettatore a fine spettacolo, perché ci si rende conto che quella crisi poco fa accennata sembra davvero destinata a durare chissà quanto se gli sporadici esempi di odierno horror all’italiana si chiamano “Visions”, che non solo sono per lo più di qualità medio-bassa ma anche generalmente mal distribuiti. Ma cosa c’è che non funziona nell’opera prima di Luigi Cecinelli? Un po’ tutto, verrebbe da rispondere, a cominciare dalla sgangheratissima sceneggiatura di Andrea Del Monte (“Al momento giusto”). Tutto comincia con un improbabilissimo prologo a base di elicotteri in CGI, SWAT e una trappola con mosche che vorrebbe risultare originale ma risulta solo tremendamente stupida. Già in questo prologo si nota il pessimo lavoro svolto sui dialoghi che si dilungano sulle ammonizioni (non ascoltate) del Dott. Leemen e il rispettivo (anche immotivato, se volgiamo) senso di colpa dello stesso, oltre che ai piatti e involontariamente comici duetti verbali con il capo della squadra. Dalle promesse di action-thriller di imitazione yankee si passa ad un noioso e ridondante thriller da camera, a volte accompagnato da scenette comiche (volontarie stavolta) che servirebbero a rilassare lo spettatore ma che in realtà risultano solo irritanti. La scena “comedy” è affidata al personaggio di Nick (interpretato da Jakob Von Eichel), un mezzo matto in cura disintossicante che serve da spalla comica al barboso Matthew (Henry Garrett), smemorato “visionario”. Malgrado “Visions” a conti fatti sia un thriller psicologico, la cura con cui sono costruiti e sviluppati tutti i personaggi è estremamente poveristica, dal momento che si passa dall’inutilità di personaggi come la giornalista Hope (Caroline Kessler) alla vera e propria macchietta d’importazione come Nick, fino alla monodimensionalità di chi invece doveva essere seriamente multi sfaccettato, ovvero Matthew e il Dott. Leemen (Steven Matthews). Contro lo sviluppo dei personaggi va sicuramente anche la scarsa prova di quasi tutto il cast che, ad esclusione Jakob Von Eichel che riesce a tenere testa al suo personaggio macchietta, si mostra svogliato o particolarmente fuori parte, nonché dalle doti recitative discutibili (Caroline Kessleeeeeeeeer!). Molto della non riuscita di questo film va poi attribuita all’estrema improbabilità di molte soluzioni narrative, sicuramente riuscite se si fosse trattato di una parodia ma del tutto implausibili in un prodotto che si prende sul serio. La scena in cui la giornalista coglie il “particolare” nella foto scannerizzata della chiave ritrovata è da antologia dell’assurdo, così come alcuni depistaggi sull’identità dell’assassino del tutto gratuiti, per non parlare della soluzione finale che, oltre ad essere essenzialmente molto prevedibile, ricorre a trovate degne di “Scooby Doo” per far quadrare tutti gli elementi. Ma vogliamo poi parlare dello “spiegone” finale affidato ad una voce narrante e dalla durata fastidiosamente eccessiva? Meglio non infierire, i difetti sono davvero troppi e macroscopici. Dunque cosa rimane di buono in “Visions”? Niente? Quasi. La messa in scena è dignitosissima e Cecinelli è riuscito a gestire in modo incredibilmente funzionale il piccolo budget a disposizione (molto va alla concentrazione in ambienti interni) aggiungendo anche tocchi di qualità come una buona e cupa fotografia (opera di Claudio Zamarion) e alcune buone scenografie (di Maurizio Marchitelli), in particolare quelle che riguardano le scene sui luoghi di Spider. Interessante anche la messa in scena delle “istallazioni umane” che il killer costruisce con le proprie vittime, peccato solo che non si punti quasi mai su questo aspetto, limitando il tutto a un paio di sequenze. Abbondante l’uso degli effetti speciali in computer grafica, ad opera della compagnia leader in Italia Proxima, a volte anche gratuiti (vedi la trappola con esplosione) e non sempre impeccabili. Questa nuova incursione nell’horror da parte dell’Italia lascia, dunque, davvero molto a desiderare. Cecinelli dirige un film senza mordente e scritto particolarmente male, che guarda al thriller moderno americano e spreca ogni occasione di potersi fare ricordare nel tempo.