RG
Roberto Giacomelli
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Julio, il figlio del Dr. Krallman, è affetto da una forma di leucemia allo stadio terminale ed è quindi prossimo alla morte. Il dottore però non si da per vinto e tenta come ultima spiaggia un’operazione chirurgica che rinvigorisca e guarisca il ragazzo, ma come primo passo c’è bisogno di un cuore abbastanza forte da sopportare lo sforzo. Krillman, quindi, aiutato dal suo assistente Goyo, rapisce un gorilla dallo zoo cittadino e impianta il cuore dell’animale nel corpo del figlio. Da quel momento Julio si trasforma in una bestia assetata di sangue e sesso, fugge dal laboratorio e se ne va in giro per la città a stuprare ed uccidere donne. La polizia inizialmente pensa che si tratti proprio del gorilla dato per fuggito.
René Cardona, ovvero il re dell’exploitation messicana, colui che ha reso famoso – cinematograficamente parlando – il luchador El Santo e ha dato i natali a René Cardona Jr., ha in carriera una serie di film imperdibili per gli appassionati di bizzarrie su celluloide, ma forse il suo più clamoroso e adorabile horror è “Korang – La terrificante bestia umana”.
Conosciuto in patria come “La horripilante bestia humana” e nei paesi di lingua anglofona come “Night of the Bloody Apes”, “Korang” è un concentrato di tutto il bello dell’exploitation messicana e non solo: luchadora (ovvero le lottatrici del lucha libre, una sorta di wrestling messicano), mostri assassini, tanta violenza gioiosamente splatter e donnine nude a pioggia. Insomma guardare un film come questo stimola il bimbo un po’ perverso che è in ognuno di noi. Occhio però che stiamo comunque parlando di un film fieramente trash, dunque tutto il bello di un film come “Korang” va irrimediabilmente filtrato con una speciale lente che trascende il brutto. Dunque siete avvertiti, il film di Cardona ha dialoghi spesso risibili, trucchi ed effetti speciali da discount e una povertà estetica generale. La storia poi è un semplice pretesto per mettere in
scena mostri e violenza gratuita, senza curarsi di plausibilità narrativa e neanche lontanamente di quella scientifica.
Posto tutto ciò, come si fa a resistere ad un film che comincia con un incontro di lucha libre femminile e prosegue come un horror chirurgico? E poi “la terrificante bestia umana” con trucco facciale posticcio che si diverte a denudare sempre e solo donne bellissime? E i nudi gratuiti di Norma Lazareno? Impagabili. Poi in “Korang” troviamo una sequela di scene splatter che sicuramente faranno la felicità di molti appassionati di horror: teste mozzate, scalpi, occhi cavati, accoltellamenti e dettagliate operazioni a cuore aperto che – si dice – siano vere, recuperate da Cardona chissà dove.
Finale in stile King Kong strappa lacrimuccia.
Insomma, un cult!