Malevolence backdrop
Malevolence poster

MALEVOLENCE

2004 US
septembre 10, 2004

Il y a dix ans Martin Bristol a été enlevé. Kidnappé dans la cour de son domicile à l'âge de six ans, il est contraint d'assister aux crimes innommables d'un fou dérangé. Pendant des années, le sort de Martin est resté un mystère... jusqu'à maintenant.

Distribution

Jay Cohen, R. Brandon Johnson, Samantha Dark, Heather Magee, Richard Glover, Courtney Bertolone, John Richard Ingram, Keith Chambers, Kevin McKelvey, Lenn Gross
Horreur Thriller Crime
HMDB

CRITIQUES (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Quattro criminali organizzano una rapina in banca; ma il colpo non va come previsto e uno di loro perde la vita. I tre rapinatori sopravvissuti si dividono, dandosi appuntamento in un casa isolata, vicina solo a un mattatoio abbandonato. Uno dei malviventi rimane con l’auto in panne e, pur di raggiungere il luogo dell’appuntamento, ruba un’auto in una stazione di servizio sequestrando anche una donna con la figlia adolescente, proprietari della vettura. Giunti nella casa rifugio, i tre criminali e i due ostaggi saranno preda di uno psicopatico assassino mascherato, che vive nel mattatoio adiacente. Scadente slasher movie che saccheggia idee e situazioni da celebri pellicole del recente passato cinematografico horror e non; infatti, in questo “Malevolence” possiamo ritrovare un incipit simile a pellicole culto come “Le iene” e “Dal tramonto all’alba” ( la rapina andata male e il sequestro di ostaggi ), per poi precipitare nel più tipico intreccio da slasher movie in stile “Halloween” e “Venerdì 13”. Il film è stato diretto, scritto e prodotto dall’esordiente Stevan Mena, il quale non riesce a donarci una sceneggiatura particolarmente coinvolgente, né una regia che si discosti dal dilettantismo delle opere destinate all’home video. Gli attori poco conosciuti non si lasciano ricordare per la performance recitativa, forse con la sola eccezione di Samantha Dark, attrice che interpreta il ruolo della donna sequestrata. Anche l’assassino non è assolutamente memorabile, poiché non risulta affatto originale, né per resa estetica, né per il modo in cui si comporta; infatti lo psicopatico di “Malevolence” indossa una tuta da meccanico ( come Michael Myers ) e una maschera ricavata da un sacchetto di stoffa con i soli buchi per gli occhi ( molto simile a quello che indossa Jason Voorhees nel secondo capitolo della serie a lui dedicata ), inoltre si muove in modo lento e predilige i pedinamenti e le apparizioni improvvise come il già citato Michael Myers di “Halloween”. Il film in questione è costruito da due parti nettamente distinte: un primo tempo piuttosto lento e poco coinvolgente e una seconda parte frenetica in cui entra in azione l’assassino e che, pur risultando in parte gradevole, lascia nello spettatore un fastidioso senso di già visto; per poi concludersi con un inutile finale aperto. Purtroppo nella pellicola sono completamente assenti scene violente o sanguinose, e gli omicidi avvengono tutti fuori campo, sminuendo ancora di più il valore orrorifico dell’opera. Stranamente “Malevolence” ha avuto un buon successo di critica in patria, vincendo anche un premio al New York Horror Film Festival. Da evitare soprattutto la pessima edizione distribuita in Italia per il solo mercato dell’home video che presenta un doppiaggio pedestre, con tanto di evidente fuori sincrono.