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Roberto Giacomelli
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Dopo la distruzione di Buenos Aires e la cattura di un cervello alieno, la guerra che vede coinvolti umani contro aracnidi si sposta sul pianeta alieno. La squadra del generale Sheperd, decimata e messa alle strette dagli orridi aracnidi, è costretta a rifugiarsi in un avamposto abbandonato; lì trovano rinchiuso il capitano Dex, condannato alla forca per aver ucciso il suo comandante. Mentre i soldati tentano in tutti i modi di ripristinare l’energia elettrica ed evitare che gli aracnidi penetrino nell’edificio, altri tre soldati giungono per chiedere aiuto. Ma non tutti sono quelli che dicono di essere, poiché alcuni tra i soldati che affollano l’avamposto sono in realtà controllati da un parassita aracnide che infesta il loro cervello e li porta ad una lenta putrefazione.
Paul Verhoeven, regista di talento e autore di blockbusters del calibro di “Robocop” e “Basic Instinct”, nel 1998 firmava un innovativo film di fantascienza dai risvolti inaspettatamente splatter che fece molto discutere a causa dei suoi controversi contenuti filofascisti/ parodistici. A cinque anni di distanza esordisce direct to video un sequel del film di Verhoeven, che forse a maggior ragione del precedente può essere annesso al genere horror. A metà tra “Pitch Black” e “L’alieno”, “Starship Troopers 2” risulta immediatamente un prodotto di buon livello che potrebbe tranquillamente competere con tanti altri cuginetti di genere distribuiti anche in sala, e batterli alla grande. Si parte come un classico sci-fi movie di cameroniana memoria, tra sparatorie, tempeste di sabbia e soldati fatti a pezzi dalle taglienti zampe degli aracnidi; dopo aver giustamente fornito un riallaccio con il film precedente ( non mancano i divertenti falsi spot propagandistici di reclutamento caratteristici del primo film ) si entra immediatamente nel vivo dell’azione e con l’arrivo dei nostri eroi nell’avamposto abbandonato; se da una parte si intuisce un chiaro rimando al fantasy di Twhoy “Pitch Black” ( soprattutto nella figura dell’ ambiguo personaggio di Dex, un po’ eroe un po’ criminale, molto simile al Riddick interpretato da Vin Diesel ), dall’altra si può sentire un’atmosfera alla “Notte dei morti viventi”, grazie all’ormai ricorrente difesa del rifugio dagli attacchi dei mostri.
Nella sua seconda parte, “Starship Troopers 2” si inoltra sempre più prepotentemente in territorio horror, con l’arrivo dei soldati feriti contaminati dai parassiti alieni che infestano il loro cervello. Se “L’alieno” di Sholder la fa da padrone ( anche qui i parassiti sono delle nere creature un po’ meno simili a lumaconi e più e ragni ), alcune trovate possono comunque apparire originali, come il lento processo di putrefazione che coinvolge i corpi-involucro dei soldati contaminati, espediente che funge da innesco ad una delle scene splatter più riuscite ( un soldato semina parti anatomiche in giro per la stanza e poi viene letteralmente aperto all’altezza del cranio per facilitare la fuoriuscita del parassita, completo di cuccioli! ). Le situazioni disgustose poi si moltiplicano nel quarto d’ora finale tra decapitazioni e materia cerebrale sparsa ovunque.
Naturalmente, in un film di questo genere non si può pretendere un grande lavoro sulla delineazione dei personaggi, così si avranno uno stuolo di personaggi stereotipo che non ci risparmiano ne il soldatino insicuro che acquista coraggio salvando la vita al suo comandante, ne la donna dalla fisionomia ispanica combattiva e mascolina, anche se qui si è cercato di introdurre una novità fornendo alcuni personaggi della qualità della chiaroveggenza.
Malgrado “Starship Troopers 2” abbia un budget enormemente inferiore in confronto al capitolo precedente ( e si vede soprattutto dalle locations più povere, concentrate in un unico posto ristretto e al chiuso ), gli effetti speciali risultano di ottimo livello, sia per quanto riguarda la CG ( per creare le creature aliene ) sia per gli effetti artigianali di make-up.
Del primo film non rimane moltissimo riguardo i contenuti di propaganda-parodia militare, però alcuni rimandi vengono forniti soprattutto dagli ideali anarchici e cinici del personaggio del galeotto Dex, prima arruolatosi credendo nel sistema, poi fortemente pentito e deluso, resosi conto che la gloria promessa ai soldati della federazione è una scusa per reclutare carne da macello.
“Starship Troopers 2” è dunque un buon esempio di sequel per l’home video che nulla ha da invidiare a prodotti ben più ambiziosi e ricchi; puro intrattenimento, ma di quelli ben orchestrati che non si risolve con la classica riproposizione delle situazioni già viste nel capostipite.