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Pietro Ferraro
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Girano strane voci sul miliardario eccentrico Bruno Rubin (F. Murray Abraham), si parla di occulto, strane frequentazioni… ma di tutto ciò non si preoccupa affatto Jeff, talentuoso meccanico che accetta la proposta di Rubin di restaurare macchine d’epoca che hanno fisicamente fatto parte della storia, come ad esempio quella in cui morì James Dean. A Jeff non sembra vero, con una moglie e una figlia da mantenere questa sembra essere l’occasione della vita e accetta il lavoro. Il miliardario lo affascina con il suo mondo di lusso e trasgressione, poi gli chiede di truccare alcuni numeri di serie di una vettura, così che lui la possa spacciare per quello che non è: una vettura storica dal valore immenso e ricavarne milioni. La tentazione è troppo forte, Jeff accetta e le porte dell’inferno si spalancano, si scopre che Rubin è praticamente schiavo consenziente di una creatura, il Darkling, una sorta di Djinn, genio della lampada, ma anche demone dalle fattezze di un neonato. Il Darkling ha bisogno di un nuovo custode, vuole Jeff, ma questo patto avrà per Jeff, la sua famiglia e lo stesso Rubin, un prezzo troppo alto da pagare.
A prima vista questo film, prodotto per il solo circuito home video, ha le caratteristiche di un racconto di Stephen King, le peculiarità ci sono tutte, infatti suona strano alla fine dei titoli di testa non vedere la fatidica scritta "tratto da un racconto di...", ma poi durante la visione ci accorgiamo che manca proprio il tocco del maestro,
perchè “The Darkling”, altro non che l’ennesima rilettura del Faust e del letterario patto con il diavolo, stavolta in salsa orientale, caratteristica dovuta alla firma del regista Po-Chih Leong. Il film pecca principalmente a livello di effetti speciali, visto che, anche se palesemente edulcorato quasi fino a farlo diventare un prodotto per famiglie, si tratta pur sempre di un horror, ma difficilmente durante la visione ce ne accorgiamo: un paio di scene a bassissimo tasso di gore e il Darkling, creatura molto meno inquietante delle sue potenzialità. Bravo, non ce che dire, F. Murray Abraham, luciferino e affascinante il suo Rubin; il resto del cast invece risulta troppo pulitino, attori troppo belli e
caratterialmente poco incisivi per una regia troppo patinata
La storia si dipana tra situazioni prevedibili, ma risulta comunque narrativamente fluida, senza grossi rallentamenti, una maggiore caratterizzazione in negativo della creatura e l’aggiunta di qualche terrificante allucinazione al posto dei giochi di ombre utilizzati dal Darkling, per affascinare/intimorire i suoi accoliti, avrebbe regalato qualche brivido in più. Diciamo godibile come una discreta puntata di “Tales from the crypt” o “Ai confini della realtà”, ma niente di più.
Vale dunque il costo di un noleggio? Si, a patto che teniate bene a mente tutti le precisazioni del caso fatte pocanzi, per l’acquisto meglio investire in qualcosa di più incisivo e che lasci qualche traccia dopo la visione.