The Devil's Dozen backdrop
The Devil's Dozen poster

THE DEVIL'S DOZEN

2013 US
février 1, 2013

Dodici sconosciuti si ritrovano intrappolati in una stanza. Coinvolti in un gioco mortale in cui vengono giudicati per i loro peccati e dove ogni scelta diventa una sorta di testamento, devono trovare la persona più colpevole delle altre e ucciderla. Il gioco deve essere ripetuto fino a quando solo uno rimarrà in vita e chi è del tutto innocente deve sforzarsi di mantenere intatta la propria integrità.

Distribution

Eric Roberts, Jake Busey, Jeremy London, Omar Gooding, William McNamara, Dante Basco, Erik Audé, Grace Johnston, Jenny McShane, William Morgan Sheppard
Horreur Thriller
HMDB

CRITIQUES (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Un folto gruppo di sconosciuti si ritrova misteriosamente rinchiuso in una grande stanza senza sapere chi li abbia portati lì e perché. Irrompono degli uomini armati e del gruppo vengono prelevate 12 persone, che vengono condotte in un’altra stanza, mentre gli altri vengono immediatamente uccisi. Ai 12 prescelti vengono spiegate le regole del “gioco”: ognuno di loro ha delle gravi colpe da espiare eccetto uno, che è completamente innocente. Nelle prossime ore ognuno di loro morirà, ad eccezione di una persona. Ogni 12 minuti uno di loro sarà eliminato a sorte, a meno che il gruppo non decida chi deve sacrificarsi e lo uccida. Il gioco ad eliminazione ha inizio, solo il più determinato o innocente sopravvivrà! L’idea che sta alla base di “The Devil’s Dozen” non sarebbe neanche male, sebbene non abbia nulla di originale e vada a inserirsi con prepotenza in quei survival thriller sadici alla “Saw” che tanto hanno proliferato negli ultimi anni, in particolare negli scaffali dell’home video. Il problema del film di Jeremy London sta in una marea di leggerezze e in una generale goffaggine che ne fanno un prodotto decisamente non riuscito. Il concept di “The Devil’s Dozen” sta tutto nel voler mettere le persone di fronte alle proprie colpe e debolezze, utilizzare il senso di colpa come arma mortale, facendo scaturire da questo una serie di reazioni differenti che possono scaturire in omicidio, suicidio, abbandono agli eventi o chiusura in se stessi. Insomma, la classica massima alla Grande Fratello: prendi un tot di persone che non si conoscono e diversissime fra loro, chiudile insieme e mettile di fronte a una situazione di competizione. Il risultato, ovviamente, non può che dar ragione a chi pensa che l’essere umano sia una specie egoista e votata alla distruzione dei propri simili. L’impianto di questo film è molto simile, per questo motivo, a film come “Cube” e “Saw II”, con messa in scena esclusivamente in interni, importanza data alla violenza fisica (qui poca) e psicologica e la caratterizzazione dei personaggi molto vicina allo stereotipo. Per cui avremo immediatamente chiaro il quadro di chi andrà avanti fino alla fine e chi abbandonerà presto il “gioco” con lo “stronzo” violento, la bellona fragile, la madre di famiglia, la tizia tosta, quello che si pone subito come leader, lo sfigato, il saggio e così via… con l’aggravante che in “The Devil’s Dozen” ci sono forse troppi personaggi (12!) e di conseguenza alcuni di loro sono praticamente privi di caratterizzazione ma sono lì solo a fare numero, con la strana scelta, però, che non è detto che questi siano i primi a uscir di scena, anzi! Ma questo è il minore dei mali, visto che abbiamo imparato da molto tempo a goderci un horror per altri fattori e non per la caratterizzazione dei personaggi… piuttosto “The Devil’s Dozen” si mostra molto prevedibile nella gestione degli eventi: tutto va proprio come immaginate dall’inizio che vada, colpi di scena compresi e questo non è un bene per un film che comunque punta molto sulla rivelazione finale. Per gran parte del film si ha quasi la sensazione di essere di fronte alla proposizione filmata di una pièce teatrale, tendenza che negli ultimi anni – da Friedkin con “Bug” e “Killer Joe” a Polanski con “Carnage” e “Venere in pelliccia” – sembra quasi andar di moda… ma non è così e quel sentore è dato solo dall’eccessiva staticità di azione e ambientazione. I quasi 90 minuti di film sono un continuo litigare tra personaggi che devono decidere chi deve essere il prossimo a morire e l’unica location è una stanza arredata come la sala d’aspetto di uno studio dentistico. Eppure il film non annoia. È approssimativo, scritto male, pieno di ingenuità (i corpi che scompaiono?), ripetitivo e prevedibile, ma riesce per qualche strana ragione a tenere desta l’attenzione dello spettatore. Nel cast compaiono dei campioni del thriller da straight-to-video come Jake Busey, Thomas Howell ed Eric Roberts, oltre che lo stesso regista in un cammeo, visto che la sua attività principale è proprio la recitazione. “The Devil’s Dozen” in Italia è disponibile in DVD e Blu-ray Disc Koch Media.

Bande-annonce