Trois mois se sont écoulés depuis l'éruption virale qui a anéanti 99,9% de la population mondiale, transformant ses victimes en zombies mangeurs de chair fraîche. Au Royaume-Uni, un groupe de survivants composé de soldats et de civils a trouvé refuge dans une base militaire en rase campagne. La vie dans ce nouveau monde est rude et brutale, mais l'espoir renaît lorsque le groupe arrive à intercepter un message reçu depuis une base militaire sur la côte selon lequel un havre de paix existerait quelque part en Europe.... Leur voyage s’avère périlleux à travers des paysages ravagés par la mort, où les morts-vivants sont en nombre et imposent leur propre sens de l'ordre. Ce qui suit est un voyage dans l'enfer et une bataille désespérée pour la survie même de la race humaine.
Réalisateurs
Michael G. Bartlett, Kevin Gates
Distribution
Philip Brodie, Alix Wilton Regan, Rob Oldfield, Vicky Araico, Toby Bowman
Un’infezione dovuta ad un virus sconosciuto ha ucciso la quasi totalità della popolazione mondiale trasformando gli infetti in morti viventi che si nutrono esclusivamente di carne umana. A tre mesi di distanza dallo scoppio dell’epidemia un gruppo di sopravvissuti inglesi composto da soldati e civili hanno trovato rifugio in una base militare deserta. Nonostante le condizioni di vita siano al limite della sopportazione umana, i superstiti continuano a nutrire la speranza di un mondo migliore, speranza che viene confermata dalla notizia dell’esistenza in Europa di un posto sicuro dove vivono altri sopravvissuti e situato sulla costa. Quando la base militare viene letteralmente invasa dagli zombie, ai superstiti non rimane altro che fuggire con la speranza di raggiungere questo fantomatico posto sicuro. Il tutto viene ripreso da una giornalista che cerca di documentare l’accaduto tramite una sorta di reportage da lasciare ai posteri nel caso la situazione volga al peggio.
È davvero difficile scrivere un articolo su un film come questo “World of the dead – The zombie diaries 2” dal momento che l’istinto fa scrivere solo due parole: “Fa schifo”. Ci troviamo di fronte al sequel di “The zombie diaries” che già di per sé era davvero carente sotto numerosi aspetti; “The Blair witch project” ha sicuramente segnato una svolta nel modo di fare cinema horror e thriller, ma questo non significa che basti girare un “documentario” con una telecamera a mano per ottenere lo stesso piacevole risultato.
I registi Michael Bartlett e Kevin Gates sono riusciti a peggiorare il primo capitolo della saga grazie ad una pellicola scarsa di contenuti e con delle mancanze narrative davvero notevoli; la trama del film è davvero troppo essenziale e viene relegata al solito “Scappa altrimenti gli zombie ti raggiungono e ti mangiano” senza porre alcuna attenzione sulla caratterizzazione dei personaggi che risultano così completamente anonimi e di scarsissimo interesse. Questa mancanza pressoché completa di sceneggiatura potrebbe passare in secondo piano se il film fosse incentrato su scene truculente o particolarmente splatter che sposterebbero l’attenzione dello spettatore sull’aspetto violento della pellicola; il problema è che, in questo caso, mancano quasi totalmente anche le scene violente o sanguigne e i colpi di scena vengono relegati a pochi istanti che vengono presto dimenticati. La suspense è pressoché inesistente e questo porta a sperare che i
protagonisti vengano trucidati al più presto per poter porre fine a questo scempio.
Credo che ci siano principalmente due vie da seguire per girare un documentario horror di interesse: la prima via consiste nell’incentrare il reportage sull’aspetto psicologico dei personaggi mettendo in luce l’angoscia che si può provare in situazioni che non possono essere spiegate dalla razionalità umana. La seconda strada che può essere seguita è quella del documentario “scientifico” che cerca di trovare la causa dell’epidemia e di spiegare le motivazioni che fanno da corollario al film horror vero e proprio. Purtroppo nel caso di “The zombie diaries 2” non viene seguita nessuna di queste due strade con il risultato di portare la stragrande maggioranza degli spettatori verso una noia a dir poco imbarazzante.
Passando in rassegna gli effetti speciali, che generalmente la fanno da principe negli horror-movie, in questa occasione essi sono pressoché inesistenti con l’utilizzo di un make-up per gli zombie che, più che morti viventi, li fanno sembrare persone che
soffrono di insonnia; non riesco quindi a comprendere questa scelta soprattutto alla luce del fatto che oggigiorno il materiale per gli effetti speciali di base ha un costo decisamente accettabile.
Ultimo aspetto, ma non per importanza, riguarda le riprese con la telecamera a mano; si può comprendere la scelta dei registi di rendere la pellicola più simile ad un reportage fatto con mezzi di fortuna, ma l’utilizzo quantomeno di una steadycam sarebbe stato gradito e avrebbe evitato gli innumerevoli rumori video che caratterizzano la stragrande maggioranza dei cambi di scena che hanno l’unico risultato di provocare attacchi di nausea nello spettatore.
Questo “World of the dead – The zombie diaries 2” è quindi un pessimo lavoro sotto tutti gli aspetti e non merita molta attenzione dal pubblico che rischia di perdere tempo visionando una pellicola che fa acqua da tutte le parti. Consiglio quindi la visione del film esclusivamente a coloro che non vogliono assolutamente perdere nessun film sugli zombie.