Autopsy backdrop
Autopsy poster

AUTOPSY

2008 US
agosto 24, 2008

Una giovane donna prova a ritrovare il suo ragazzo ferito in uno strano ospadale di New Horleans. In quel luogo infernale un medico deviato e una sadica infermiera portano avanti strani esperimenti sulle vittime dell'uragano Katrina...

Registi

Adam Gierasch

Cast

Robert Patrick, Jessica Lowndes, Jenette Goldstein, Michael Bowen, Robert LaSardo, Ross Kohn, Ashley Schneider, Ross McCall, Arcadiy Golubovich, Gregg Brazzel
Horror Thriller
HMDB

RECENSIONI (1)

RG

Roberto Giacomelli

Cinque ragazzi escono fuori strada dopo aver investito un uomo appena fuggito da un ospedale. Gli infermieri corrono sul luogo dell’incidente, caricano a bordo dell’autoambulanza il paziente ferito e portano con loro anche i ragazzi per i controlli di routine. Giunti nell’ospedale, i ragazzi cominciano a insospettirsi dal momento che l’edificio è stranamente vuoto e perché l’infermiera non consente loro di andar via. I sospetti dei nuovi pazienti sono assolutamente fondati, visto che il primario dell’ospedale è completamente folle! Tale Adam Gierasch è un prolifico sceneggiatore che ha in curriculum gli script di film della caratura di “Spiders – Metamorfosi letale”, “Crocodile” e “Crocodile 2”, “Il Custode”, “La casa dei massacri”, “Rats” (quello con Ron Perlman) e “La terza madre”. Bene, penso che converrete con me che l’elenco di titoli appena presentato non sia un biglietto da visita troppo invitante. Tale Adam Gierasch, però, nel 2008 oltre a scrivere decide anche di dirigere un film ed esordisce con “Autopsy”, horror ospedaliero che mescola mad doctors al torture porn. Ma con quel popò di curriculum, tale Gierasch avrebbe potuto avere molte probabilità di sfornare un signor film? Il dubbio dello spettatore che ha visto tutti i film che portano in qualche modo il suo nome è legittimo. E infatti “Autopsy” è una robetta che si e no si riesce a guardare a cervello spento se si ha voglia di un po’ si splatter gratuito; se invece si cerca un film che possa ambire almeno alla memoria che non sia strettamente a breve termine, beh, a questo punto si deve davvero cercare altrove. Ma il difetto principale di “Autopsy” non è tanto il fatto che si tratta di un film davvero sciocchino, ma piuttosto che tale Gierasch non aveva davvero nulla da raccontare. Già, perché “Autopsy” equivale ad aver filmato una serie di immagini mal assortite e mal raccordate che si legano a mala pena in una trama esile come uno spaghetto n.3. Per 80 minuti i personaggi non fanno altro che aggirarsi per i corrodi dell’ospedale aspettando di essere trucidati in modo quanto più sanguinoso possibile; e infatti è proprio in questo elemento che risiede l’unico punto di forza di “Autopsy”, tanto che sorge il sospetto che il solo intento che abbia spinto tale Gierarsch a dirigere questo film non sia la semplice messa in scena di qualche sequenza splatter ben congegnata. Tra vivisezioni più o meno “artistiche” (si fa ben ricordare l’albero di organi), eviscerazioni, botte da orbi a suon di estintore e una grottesca lobotomia effettuata con trapano a manovella c’è davvero da che gioire per l’amante dello splatter, messo in scena, tra l’altro, con quel tocco di sadismo che caratterizza le contemporanee concessioni alla spettacolarizzazione della tortura. Ma qui si esaurisce il tutto, dopo di che c’è solo un preoccupante vuoto pneumatico che va a divorare in special modo una sceneggiatura davvero troppo approssimativa, piena di buchi e spesso illogica, per di più scritta a sei mani dallo stesso regista con la fida compagna di merende Jace Anderson ed E.L. Katz (“Home Sick”; “Pop Skull”). A questo punto ci si chiede come sia possibile che tre menti non siano riuscite ad andare oltre un abbozzo di soggetto, dal momento che molti dialoghi sembrano improvvisati e la sensazione di sconclusionatezza è predominante. In un cast composto in prevalenza da sconosciuti si possono scorgere i volti di Robert Patrick (l’indimenticabile T-1000 di “Terminator 2”) nel ruolo del dottore folle, Jenette Goldestein (la Vasquez di “Aliens – Scontro finale”) nel ruolo dell’infermiera Marian e il tarantiniano Michael Bowen (il Buck di “Kill Bill”) in quello dell’infermiere Travis. Insomma, difetti macroscopici per un film microscopico. Tale Gierasch ha appena presentato la sua opera seconda da regista, ovvero il remake di “La notte dei demoni”. Cosa dovremo aspettarci? Voto arrotondato per difetto.

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