Il mondo è stato già invaso dagli zombie, la popolazione è stata già quasi totalmente decimata se non ridotta in stato di morto vivente e i pochi superstiti faticano a rimanere tali. Columbus in particolare ha messo a punto una serie di regole da seguire scrupolosamente che sembrano mantenerlo in vita nonostante l'aspetto non certo da uomo d'azione. Chi invece con l'azione ci va a nozze è Tallhassee (tutti quanti si chiamano con il nome della città di provenienza come in guerra), cowboy fuori dal tempo esaltato dall'atmosfera da fine del mondo e fiero massacratore di zombie. Sul loro percorso verso un ovest presumibilmente libero da zombie troveranno Little Rock e Wichita, due sorelle tutt'altro che indifese anch'esse allo sbando.
Registi
Ruben Fleischer
Cast
Jesse Eisenberg, Woody Harrelson, Emma Stone, Abigail Breslin, Amber Heard, Bill Murray, Derek Graf, Elle Alexander, Melanie Booth, Chris Burns
In un mondo distrutto da un’epidemia che ha trasformato in zombi gran parte della popolazione, lo studente universitario Columbus è in viaggio verso la sua città natale con la speranza che i suoi familiari siano sopravvissuti alla catastrofe. Columbus è tra i pochi ad essersi salvati perché segue in modo ferreo una serie di regole che si è autoimposto per sopravvivere agli zombi. Un giorno incontra sulla sua strada Tallahassee, uno yankee rozzo e sboccato che è il suo esatto contrario. Insieme continuano il viaggio alla ricerca di sopravvissuti finché si imbattono in Wichita e Little Rock, due sorelle che si presentano in difficoltà che si rivelano, invece, delle ladre dirette a un luna park in California.
Da quando nel 2004 Edgar Wright ha portato sugli schermi di tutto il mondo il fantastico “Shaun of the Dead – L’alba dei morti dementi”, sono schizzate alle stelle le quotazioni delle commedie con zombi, o zombedy, come sono state ribattezzate proprio in funzione del nuovo filone che ha proliferato degli ultimi anni. La qualità dei “figli” però non è mai riuscita neanche ad avvicinarsi a quella del “genitore”, malgrado i relativamente alti di “Undead or Alive” e gli idiscutibilmente bassi di “The Mad”. Ultimo arrivato, in ordine cronologico, del filone zombedy è “Benvenuti a Zombieland”, grande successo di pubblico negli States e inspiegabilmente approdato solo in home video in Italia. Possiamo però annettere, con un sospiro di sollievo, “Benvenuti a Zombieland” tra le zombedy riuscite, un
piacevolissimo giro sulle montagne russe che sa intrattenere con alcune belle trovate narrative e registiche e con un ritmo forsennato.
Il regista Ruben Fleischer viene dalla tv (inutile citare titoli, tutta roba di nicchia che mai vedremo in Italia), gli sceneggiatori Rhett Reese e Paul Wernick anche (in più, il primo è stato coinvolto in cartoon della Disney e Pixar come “Dinosauri”, “Monsters & Co.” e “Tarzan 2”) e infatti “Benvenuti a Zombieland” ha il ritmo e le trovate di certe sit-com, unite però all’estetica di un prodotto mainstream hollywoodiano. Diciamo che il film di Fleischer comunque non inventa nulla, ha i “soliti” zombi centometristi che da Boyle e Snyder in poi si sono imposti nell’immaginario cinematografico contemporaneo, ci sono personaggi che sanno di déjà-vu a cominciare dal nerd in gamba che c’è per protagonista e trovate narrative spudoratamente riciclate da altri film dello stesso genere (il morbo della “zombite” arriva da hamburger di mucca pazza, roba già detta nell’irlandese “Dead Meat” nel pietoso “The Mad” e,
con varianti di filone, in “Isolation – La fattoria del terrore” e “Kaw – L’attacco dei corvi imperiali”). Però il mix creato da “Benvenuti a Zombieland” presenta una inaspettata freschezza che riesce a distinguere il film di Fleischer dalla massa.
La voce narrante onnipresente – che sicuramente infastidirà qualcuno, come teorizzava lo sceneggiatore Robert McKee – trasporta lo spettatore immediatamente nel vivo della vicenda e la serie di regole da rispettare per sopravvivere agli zombi forniscono una simpatica variante agli atti di eroismo e sboronaggine che spesso e volentieri infarciscono i film sui morti viventi. Columbus, il protagonista interpretato da un Jesse Eisenberg (“Cursed – Il maleficio”; “Adventurland”) ormai imprigionato nel ruolo del nerd, ha sviluppato un ottimo campionario di regole seguendo le quali si può sopravvivere agli zombi. Basta infrangerne una e magicamente si finisce nei guai. Inoltre Columbus è pieno di complessi, a volte tipici della teen-comedy americana (è vergine e sfigato con l’altro sesso) a volte decisamente strambi (ha paura dei pagliacci!). Va da se che il viaggio che il ragazzo intraprenderà durante il film è l’immancabile metafora di una crescita interiore, un percorso di vita che lo porterà a trovare l’amore e a vincere le sue paure (ebbene si, c’è uno zombi-pagliaccio!). L’esatto opposto di Columbus è Tallahassee, un Woody Harlenson (“Natural Born Killers”, “2012”) che sembra divertirsi un mondo, buzzurro texano dalla pistola
facile e dall’inquietante fissa per le merendine al cocco. La classica coppia di opposti, base fondante di ogni buddy-movie, che qui appare particolarmente affiatata e ben supportata da due volti che si prestano ottimamente alla parte richiesta. Come compagne di viaggio verso la sperata salvezza ci sono la bella Emma Stone (“Suxbad”; “The Rocker”) e l’ex enfant prodige Abigail Breslin (“Little Miss Sunshine”; “Alla ricerca dell’isola di Nim”), una coppia di terribili sorelle truffatrici che nessuno vorrebbe mai al proprio fianco durante una situazione da survival horror.
“Benvenuti a Zombieland” possiede alcune trovate registiche e di montaggio assolutamente lodevoli. Se il ralenty è (ab)usato per paradossali scene di inseguimento, alcuni posizionamenti di macchina risultano efficacemente strambi e le scene d’azione al luna park, tra montagne russe e torri gemelle, hanno quel senso della meraviglia tipico proprio dei parchi giochi. Azzeccati anche alcuni scambi di battute ed esilaranti certe scene del tutto folli, come la lunga sequenza a casa di Bill Murray, che interpreta se stesso in un cammeo divertentissimo.
Gira e rigira parliamo sempre e comunque di un fimetto da disimpegno obbligatorio, un carrozzone da fiera che si prefigge come unico obiettivo l’intrattenere. Però “Benvenuti a Zombieland” riesce bene nei suoi intenti, è spensierato e fresco pur mancando di originalità.
Il film ideale per una serata all’insegna di caciara, birra e pop-corn.