Nel 1752 Joshua e Naomi Collins, insieme al figlioletto Barnabas, salpano da Liverpool, in Inghilterra, in cerca di una nuova vita negli Stati Uniti. Ma neppure l'oceano è sufficiente a sfuggire alla maledizione che ha colpito la loro famiglia. Due decenni dopo Barnabas (Johnny Depp) si è sistemato nella cittadina di Collinsport, Maine. Signore della tenuta Collinwood Manor, Barnabas è ricco, potente ed è un vero playboy, ma compie l'errore fatale di spezzare il cuore di Angelique Bouchard (Eva Green). Angelique è una strega e gli assegna un destino peggiore della morte: lo trasforma in vampiro e lo fa seppellire vivo. Dopo duecento anni la tomba di Barnabas viene inavvertitamente aperta liberando il vampiro nel 1972, in un mondo molto diverso da quello di cui aveva memoria. Barnabas fa ritorno a Collinwood Manor per scoprire che la sua casa è andata in rovina, ma che gli eredi della sua eccentrica famiglia vi risiedono ancora, ognuno con i propri segreti oscuri.
Registi
Tim Burton
Cast
Johnny Depp, Michelle Pfeiffer, Eva Green, Helena Bonham Carter, Chloë Grace Moretz, Bella Heathcote, Gulliver McGrath, Jackie Earle Haley, Jonny Lee Miller, Ray Shirley
1750. La famiglia Collins salpa dalla natia Inghilterra in cerca di fortuna negli Stati Uniti, dove riesce a costruirsi un piccolo impero nel campo dei prodotti ittici, dando anche il loro nome alla cittadina costiera del Maine in cui vivono, Collinsport. Venti anni dopo, il primogenito Barnabas, ormai a capo dell'azienda di famiglia e proprietario della tenuta dei Collins, ha una tresca con una delle sue serve, Angelique, ma la giovane Josette fa letteralmente perdere la testa a Barnabas, dichiarandole amore eterno. Davanti a questo tradimento, Angelique, che in realtà è una potente strega, uccide Josette e maledice Barnabas, trasformandolo in un vampiro e poi facendolo seppellire vivo in una bara.
1972. Dopo quasi 200 anni, Barnabas viene accidentalmente liberato e, dopo essersi nutrito con il sangue degli operai che hanno trovato la sua bara, si dirige alla tenuta dei Collins, che ora è abitata dai suoi discendenti. Purtroppo sono cambiate molte cose in 200 anni, la famiglia è in disfacimento, i Collins non sono più ricchi imprenditori e il primato nel settore ittico è stato acquisito dall'azienda di Angie, spietata donna d'affari che ricorda a Barnabas nell'aspetto proprio la strega Angelique!
Con immenso piacere mi sento di salutare "Dark Shadows" come il vero ritorno di Tim Burton, un geniaccio del cinema dark degli anni '90, che negli ultimi film aveva decisamente dimostrato di aver perso la rotta del cinema che lo aveva contraddistinto negli anni passati. "Big Fish" sembrava essere ormai il suo testamento e seppur con un film carino (ma troppo derivativo) diretto nel 2005, ovvero "La sposa cadavere", tra fabbriche di cioccolato, musicarelli emo e un tentativo maldestrissimo di rifare Alice nel Paese delle Meraviglie ("Alice in Wonderland", il suo peggior
film di sempre!), Burton sembrava spacciato. E il trailer di questo "Dark Shadows" contribuiva a confermare la morte artistica del regista di "Edward mani di forbice", così fuorviantemente comico. Invece potete stare tranquilli, "Dark Shadows" è un vero film dell'orrore, ovviamente alla maniera di Tim Burton, tra romanticismo e ironia, ma con vampiri, streghe, fantasmi e lupi mannari, sguazziamo nel genere che più ci piace.
"Dark Shadows" originariamente era una soap-opera della ABC ideata da Dan Curtis, uno show televisivo giornaliero che andò in onda dal 1966 al 1971 e che proseguì anche dopo la sospensione sia al cinema ("La casa dei vampiri" e "La casa dalle ombre maledette"), sia in tv con una miniserie omonima nel 1990, un remake sotto forma di serie tv nel 1991 ("L'ombra della notte", che conta una sola stagione) e un film tv nel 2004. A far conoscere questo innovativo show televisivo alle nuove generazioni, che negli anni però è diventato un vero e proprio fenomeno di culto, ci pensa Tim
Burton, che si è sempre detto un gran fan della serie originale. Malgrado l'aria molto pop del film di Burton, "Dark Shadows" rimane molto fedele all'originale, sia nei personaggi che negli argomenti affrontati, che vanno dalla storia d'amore "impossibile" alle diatribe familiari, ovviamente il tutto condito con mostri di ogni tipo.
Visto a mente fresca, "Dark Shadows" appare come un mix tra "La famiglia Addams" e il cinema gotico classico (con minaccia interscambiabile), ma il tutto alla maniera del regista, dunque con particolare propensione alla dimensione macabra e all'esaltazione poetica del freak. A questo va aggiunta un'ironia misurata che si sviluppa in particolare nella descrizione dell'impatto del vetusto Barnabas Collins con l'epoca moderna, che per lui è piena di artifici del demonio ad ogni angolo.
Ottimo lo sviluppo dei numerosi personaggi, tutti ben caratterizzati e avvalorati dalle interpretazioni di attori in piena forma e
perfettamente calati nei ruoli. Ovviamente il ruolo del mattatore lo fa il fido Johnny Depp, che lontano dall'ormai logora macchietta alla Jack Sparrow che si sta portando dietro in quasi tutti i suoi ultimi film, qui appare un convincente Barnabas Collins, vampiro altezzoso e dallo spiccato acume per gli affari e le belle donne. Ma forse chi emerge più degli altri è la splendida Eva Green (“Casinò Royale”), spietata e divertita strega dalla pelle di porcellana, praticamente perfetta per il ruolo. Ma sono un pò tutti a funzionare, dalla piacevolmente ritrovata Michelle Pfeiffer (che per Burton aveva già fatto la miglior Catwoman di sempre in "Batman - Il ritorno") alla sempre più convincente Chloe Moretz (“Kick-Ass”), passando per il Freddy Krueger Jackie Earle Haley e l'eretea Bella Heathcote, recentemente vista in "In Time". Non può mancare la signora Burton Helena Bonham Carter e la guest star Alice Cooper nel ruolo di se stesso, in una delle scene più belle del film. In piccoli cammei ci sono anche Christopher Lee e Jonathan Frid, il Barnabas Collins originale.
Il punto debole di "Dark Shadows" sta probabilmente il make-up troppo marcato di Johnny Depp, un pallore troppo artificiale, forse volutamente finto, che però fa chiaramente vedere i quintali di
cerone spalmati sul volto dell'attore. E se la parte finale è ricca d'azione e intenta a riunire più mostri possibile tutti insieme, la grandezza e il massiccio utilizzo di computer grafica riescono però a rompere l'idillio fino a quel momento creato, adagiando il film ai canoni del blockbuster hollywoodiano.
"Dark Shadows" comunque diverte per le abbondanti due ore di durata, è Burtoniano al 100% e mostra quell'affetto che il regista ha sempre avuto verso un certo immaginario cinematografico agè, come era già successo nel capolavoro "Ed Wood" e nel bellissimo "Il mistero di Sleepy Hollow"... ecco, non siamo proprio a quei livelli e "Dark Shadows" si lascia ricordare più come adorabile baracconata pop, ma considerando la caduta libera a cui il regista ci stava abituando, "Dark Shadows" è oro luccicante.
Un applauso alla colonna sonora.