Death Race 2 backdrop
Death Race 2 poster

DEATH RACE 2

2010 ZA
novembre 12, 2010

Death Race 2 si svolge in un futuro molto vicino, quando l'economia degli Stati Uniti inizia a declinare e la criminalità violenta inizia la sua spirale fuori controllo. Per contenere la crescita della popolazione criminale, una vasta rete di fini di lucro, nuove prigioni private, la creazione di una sottocultura senza leggi governata da bande criminali, assassini a sangue freddo e sociopatici. La peggiore di queste carceri è Terminal Island. Il poliziotto-killer Carl Lucas arriva sull'isola a servire la sua condanna a vita mentre uno spietato e ambizioso personaggio televisivo September Jones lancia il suo ultimo reality show, Death Race. Un brutale derby di demolizione sul cortile della prigione in cui i prigionieri vengono contrapposti gli uni contro gli altri in veicoli pesantemente armati e in acciaio rinforzato, Death Race offre al vincitore il premio finale: la libertà. Quando Lucas aderisce per essere un pilota, il palco è pronto per la nascita di un pilota leggendario.

Registi

Roel Reiné

Cast

Luke Goss, Lauren Cohan, Sean Bean, Danny Trejo, Ving Rhames, Tanit Phoenix, Robin Shou, Joe Vaz, Frederick Koehler, Sean Higgs
Azione Thriller Fantascienza
HMDB

RECENSIONI (1)

LP

Luca Pivetti

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In un futuro molto vicino ai giorni nostri le carceri americane sono piene di detenuti: le violenze e gli scontri con le autorità carcerarie sono all’ordine del giorno. Una reporter ha l’idea geniale di convogliare la brutalità dei detenuti in uno show che possa fare il pieno di ascolti: nasce così il death-match e poco dopo la “Death Race”, ma perché il pubblico continui a seguire lo show ci vuole un personaggio da amare ed esaltare. Fortuna vuole che le porte di Terminal Island si siano appena aperte per Carl Lukas, scagnozzo del boss della malavita Marcus Kane appena arrestato dopo un colpo finito male. Lukas ci mette poco a crearsi dei nemici all’interno della prigione, ma non sa ancora che lo stesso Kane ha messo una taglia sulla sua testa temendo una testimonianza che lo possa incastrare. Lukas dovrà fare i salti mortali per portare a casa la pellaccia, e il campo da gioco saranno le piste infuocate di Terminal Island, durante i giorni delle prime “Death Race”. In principio fu “Death Race 2000” (1975), b-movie prodotto dal sultano del genere Roger Corman, con David Carradine e Sylvester Stallone. Ben trentatrè anni dopo arriva Mr. Jovovich (aka Paul Anderson) e decide di ripartire da zero con un remake che si rivelerà un dei film tamarri più tamarri degli ultimi tempi: macchine che sparano da ogni dove, esplosioni che manco l’Armageddon, prigionieri ‘badass’ dal primo all’ultimo e Jason Statham che con la maschera simil-Jason Voorhees fa delle cose pesissime. Fu così che “Death Race” si rivelò una delle migliori prove di Anderson, ribadendo il concetto che il nuovo volto dell’action rimane tutt’ora Jason Statham. La risposta dei fan è stata positiva, così come il riscontro al botteghino più che dignitoso. Stiamo parlando di un film americano, allorchè la domanda sorge spontanea: “Quando e come facciamo il sequel?”. Grosse idee probabilmente non dovevano esserci, e quindi quando non si sa come andare avanti (forse perché non ce n’era bisogno) si torna indietro. Ecco quindi che “Death Race 2”, diretto dal mercenario ma onesto mestierante Roel Reiné, (quello di “Presa mortale 2”, mica cazzi) torna alle origini della “Death Race”, mettendo al centro della vicenda il personaggio di Carl Lukas/Frankenstein e spiegandoci la rava e la fava che hanno portato alla nascita del sanguinario sport. E, strano a dirsi, ma il film FUNZIONA!!! Siamo di fronte ad un Direct To Video che, pur non raggiungendo i fasti del capostipite, si rivela assolutamente godibile, (quasi) ben diretto e divertente dall’inizio alla fine. Il classico film per passare 90 minuti con il volume a palla, per godersi per bene il suono dei motori, il frastuono dei proiettili e delle ossa che si rompono e i dialoghi cafoni di cui questi film devono essere pregni, come vuole il secondo assioma del perfetto Film Tamarro, contenuto in “Fenomenologia dell’Action Cazzuto anni ‘80”. Ma poi volete davvero sapere qual è la cosa bella? Il bello è che “Death Race 2”, in alcuni momenti, è persino più esagerato dell’originale, a partire da un notevole inseguimento automobilistico ad inizio film, diretto anche con un certo gusto, fino ad arrivare ai sanguinosi death-match, passando per tutte le rughe di Danny Trejo e lo sguardo da cucciolo dal cuore morbido ma dalla scorza dura come l’acciaio temperato di Luke Goss, che avrà pure una pelata dalla forma strana ma risulta perfetto per la parte di Frankenstein. Reiné dietro la macchina da presa non ha il piglio sicuro (e nemmeno i soldi, ma vabbè) di Mr. Jovovich ma tutto sommato se la cava bene a parte qualche scontro un po’ raffazzonato, e bisogna riconoscere il suo buon gusto per le esplosioni e nella gestione del ritmo, senza spari a vuoto o tempi morti. La sceneggiatura è di quelle semplici-semplici, così come le psicologie dei personaggi: c’è la canaglia che in realtà è una brava persona, c’è il boss che è la vera minaccia (uno Sean Bean non sempre convincente) e ci sono un paio di persone senz’anima che pensano solo ai soldi alla faccia delle vite altrui (il sempre mastodontico Ving Rhames e la tanto bella quanto incapace Lauren Cohan). In mezzo tante comparse, con un Danny Trejo sempre bello da vedere (???!!!) e Robin Shou (14K) che abbiamo avuto l’onore di conoscere già nel Death Race di qualche anno fa. Ok, lo script non è che sia particolarmente innovativo, ma di fronte ad uno spettacolo così divertente/ritmato/violento/cafone si può tranquillamente chiudere un occhio e lasciarsi trasportare dal rombo dei motori, fra una macchina che esplode, indiani dei giorni nostri che saltano da un auto all’altra (storia vera) e vendette che non vengono consumante fredde, ma gelide. C’è di che essere soddisfatti quindi, per un prodotto che non ha altre pretese se non quelle di divertire ed intrattenere con uno spettacolo tutto muscoli e niente cervello. Se avete amato il primo “Death Race” non avrete problemi ad affezionarvi anche al suo fratellino DTV e a rivivere le gesta del mitico Frankenstein più e più volte.

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