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UOMINI CHE ODIANO LE DONNE

Män som hatar kvinnor

2009 DK
febbraio 27, 2009

Mikael Blomkvist è un giornalista ostinato e idealista, sconfitto in tribunale dal potente uomo d'affari incriminato dalla sua inchiesta. Lisbeth Salander è una giovane hacker asociale e introversa, abusata in famiglia e segnata dalla detenzione in una clinica psichiatrica. Henrik Vanger è un ricco industriale ossessionato dalla scomparsa della nipote, avvenuta quarant'anni prima. In un'isola bagnata dal Baltico e abitata dal potente clan dei Vanger, Mikael, Lisbeth ed Henrik si incontreranno, collaborando a risolvere i loro destini, minacciati da un passato oscuro e rimosso.

Registi

Niels Arden Oplev

Cast

Michael Nyqvist, Noomi Rapace, Lena Endre, Sven-Bertil Taube, Peter Haber, Peter Andersson, Marika Lagercrantz, Ingvar Hirdwall, Björn Granath, Ewa Fröling
Dramma Thriller Crime Mistero
HMDB

RECENSIONI (1)

LP

Luca Pivetti

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Sono passati quarant’anni dalla scomparsa di Harriet Vanger sull’isola di Hedeby. Nonostante il corpo non sia mai stato trovato, suo zio ritiene che sia stata assassinata e il perpetratore del delitto sia un membro del clan dei Vanger, una famiglia che sa come tenere i propri segreti tali. Per questo motivo lo zio assume il giornalista della testata “Millennium” Michael Blomkvist che, ben presto, per vie traverse se non addirittura fortuite, riceverà l’aiuto della goth-hacker Lisbeth Salander. Insieme scopriranno che dietro la scomparsa di Harriet si celano misteri indicibili di una famiglia abbastanza sui generis… “Uomini che Odiano Le Donne” è il primo capitolo tratto dalla “Trilogia Millennium” dello scrittore svedese Stieg Larsson, che nel complesso ha venduto più di otto milioni di copie in tutto il mondo. Per l’adattamento cinematografico del primo episodio è stato chiamato il talentuoso regista danese Niels Arden Oplev, che è riuscito ad adattare con efficacia e in maniera (abbastanza) fedele la controparte cartacea dando luogo ad un giallo-thriller di quasi 150 minuti che, tuttavia, riesce a mantenere alto l’interesse dello spettatore non assuefatto a tutti i costi agli stilemi hollywoodiani. Ciononostante “Man som hatar Kvinnen” non è un film di immediata assimilazione, o per lo meno è un lavoro che si prende i suoi tempi e per questo potrebbe stancare i fruitori di un cinema veloce fatto di pop-corn, birra e cervello spento. Con “Uomini che odiano le donne” questo approccio non è il più adatto: siamo di fronte ad un film che gioca con le sensazioni, che lascia ampio spazio all’ambiente naturale, splendidamente fotografato e suggestivo e che si sviluppa in un paio di sottotrame, alternando una prima parte di pura indagine tipica del giallo ad una maggiormente concitata (e malsana) da thriller, entrambe ottimamente diretta dal regista tramite lunghe carrellate con la macchina da presa ed inquadrature efficaci. In mezzo alla vicenda due personaggi assolutamente riusciti e, udite udite, persino originali: da una parte Michael Blomqvist, giornalista deciso a scoprire sempre la verità (per quanto possa essere scomoda) ma una volta tanto mai arrivista o senza scrupoli, dall’altra Lisbeth Salander, semplicemente uno dei personaggi femminili più intriganti ed ambigui che si siano visti sugli schermi cinematografici negli ultimi anni. Bisessuale e dalla bellezza androgina, unisce una dolcezza nascosta nel profondo della sua anima con una rabbia ed una forza che scarica come fosse un angelo vendicatore contro chiunque si sia macchiato di crimini e violenza sulle donne. “Uomini che odiano le donne” è infatti un film di violenza e sulla violenza allo stesso tempo, ma senza cadere in inutile retorica o banalità disarmanti, scandagliando le diverse facce del sopruso nei confronti delle donne: dalle botte da orbi alla violenza sessuale fino ad arrivare a quella psicologica. Lisbeth le ha vissute tutte nella sua vita e non è più disposta a perdonare, ma porta sempre con sé delle ferite che non si cicatrizzeranno mai del tutto. La sceneggiatura non fa gridare al miracolo ma snocciola i segreti con il giusto ritmo, in modo da non far pesare eccessivamente i 150 minuti di durata e giocando adeguatamente con i colpi di scena, fino alla riuscita resa dei conti finale. In questo senso, “Uomini che odiano le donne” usa il linguaggio e la struttura classici del giallo: assassinio, raccolta di indizi con conseguente scarto dei sospettati e rivelazione finale. Tuttavia lo spessore psicologico dei personaggi principali e lo sviluppo in due sottotrame rende il lavoro stimolante e per certi versi imprevedibile, oltre che rendere più completo il personaggio della Salander, interpretato ottimamente da una Noomi Rapace in stato di grazia. Di tutto rispetto anche la performance di Michael Nyqvist nei panni del direttore della testata “Millennium”: i due formano una coppia che buca lo schermo e dalle relazioni tutt’altro che prevedibili. Un film interessante, intenso, ben confezionato e scritto e che nonostante la lunga durata riesce a mantenere una compattezza di fondo da non sottovalutare, un thriller che è una ventata d’aria fresca e che, strano a dirsi, finalmente non appartiene alla sempre troppo numerosa schiera di cloni di “Seven” che impazzano da una decina di anni a questa parte. Voto arrotondato per eccesso.

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