MC
Marco Castellini
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La poliziotta Anna, seguendo le tracce di un serial killer, si ritrova a Firenze. Qui, durante un’indagine negli Uffizi, viene colta da un malore, la cosidetta “Sindrome di Stendhal”, a causa del quale perde i sensi, immaginandosi catapultata nei quadri che stava osservando. L’assassino così riesce facilmente a catturarla ma la ragazza riesce a liberarsi e ad eliminare il pazzo. Il cadavere dell’omicida però scompare e le morti continuano. Chi è il vero colpevole? Questa volta il maestro non è stato all’altezza della sua fama. Nonostante si muovesse nel suo campo prediletto, il thrilling, e nonostante un soggetto e qualche spunto piuttosto originale (come l’idea della “sindrome” della protagonista) il film risulta poco coinvolgente, a tratti noioso ed eccessivamente lento (cosa piuttosto rara per un film di Argento), ma soprattutto (difetto più grave per un giallo) scontato. Infatti il finale, che dovrebbe rappresentare la sorpresa, l’elemento “spiazzante” della storia, è facilmente intuibile già da metà film. Anche Asia Argento questa volta non convince appieno nel complesso ruolo della protagonista. Qualche buon momento si può trovare - dopo tutto c’è sempre il grande Argento dietro la macchina da presa - come ad esempio i viaggi onirici della giovane protagonista all’interno dei quadri o la sequenza in cui l’assassino osserva la poliziotta attraverso un foro nel cranio della sua ultima vittima, ma è davvero troppo poco. Assolutamente perfetti, come sempre, gli effetti speciali curati dallo specialista Stivaletti.Consigliabile solo ai fan più accaniti del regista.