Maléfique backdrop
Maléfique poster

MALÉFIQUE

2003 FR
maggio 7, 2003

In un penitenziaro quattro detenuti dividono la cella. In seguito al ritrovamento di un libro di magia nera, scritto alla fine del secolo scorso, decidono di evadere. Le cose si complicano decisamente dal momento in cui scoprono che fine ha fatto lo scrittore del testo.

Registi

Eric Valette

Cast

Gérald Laroche, Philippe Laudenbach, Clovis Cornillac, Dimitri Rataud, Didier Bénureau, Félicia Massoni, Geoffrey Carey, Paul-Alexandre Bardela, Boris Lutz, Nelson Jourdan
Fantasy Horror Mistero
HMDB

RECENSIONI (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Francia. In un penitenziario, quattro detenuti trovano un antico diario, appartenuto ad un serial killer esperto di occultismo e magia nera. Una popolare leggenda che circola da anni tra le mura del penitenziario narra che il proprietario del diario, servendosi delle sue conoscenze magiche, un giorno scomparve dalla sua cella. I quattro decidono allora di utilizzare le formule descritte nel libro per evadere di prigione; ma non tutto è così facile come appare… Esordio alla regia di un lungometraggio per il francese Eric Valette, “Maléfique” si presenta come un film “fuori dal coro”, ben lontano dal classicismo europeo, lontano dalla sperimentalità di molte opere d’esordio del vecchio Continente, ma lontano anche dallo stereotipo hollywoodiano. “Maléfique” risulta altamente originale malgrado attinga idee un po’ qua e un po’ la: c’è la storia di prigionia e di fuga, un po’ alla “Le ali della libertà”; c’è il libro maledetto e l’alchimia, un po’ alla Lovecraft; c’è l’odissea di quattro uomini e le loro rivalità che nascono dalla reclusione e dall’alienazione, un po’ alla “Cube”; c’è perfino qualche accenno al distorto modo di esaudire i desideri, alla “Wishmaster”… insomma, in “Maléfique” c’è davvero di tutto e di più. Eppure, la lezione impartita da Valette è di quelle da tenere da conto, un saccheggiare educatamente per creare un prodotto del tutto originale che, malgrado gli evidenti limiti di budget ( 4-5 attori e una sola location ) riesce a dimostrare una notevole freschezza creativa e un alto coinvolgimento emotivo dello spettatore. Le storie dei quattro detenuti sono tutte molto particolari e “curiose” e anche la varietà creata con gli stessi personaggi è notevole quanto eccessiva: Carrère (Gérald La roche) è un tipo riflessivo e intelligente, attaccato alla famiglia e legato (nel bene e nel male) a ciò che si è lasciato fuori, è la mente del gruppo; Lassalle ( Philippe Laudenbach) è l’anziano saggio, il dotto del gruppo, ormai estraniato da ciò che rappresenta il mondo esterno e ben felice del suo distacco fisico ed emotivo con il mondo; Marcus (Clovis Cornillac), corpulento trans con spiccate propensioni per la leadership, è mente e allo stesso tempo braccio del gruppo, dal passato misterioso e desideroso di uscire dal corpo che lo imprigiona; infine Paquerette (Dimitri Rataud), giovane assassino affetto da un evidente handicap mentale, desideroso di affetto, ha trovato in Marcus il genitore che non ha mai avuto. Questa variegata schiera di personaggi sopra le righe, dei quali è stata sapientemente delineato l’aspetto psicologico, si trova ad interagire in modo decisamente umano, risultando credibili malgrado la stramberia con cui sono stati pensati, e comunque messi in rilievo dai bravi attori da cui sono interpretati. Una piccola critica va però rivolta ad una non del tutto convincete sceneggiatura che, malgrado i meriti di “fusione” sopra sottolineati, mostra dei limiti nella seconda metà del film, in cui si nota una propensione ad allungare gli eventi ( probabilmente dettati da esigenze di durata ) anche lì dove non ce n’era bisogno ( l’episodio in cui entra in scena Picus non è del tutto convincente ). E’ riscontrabile anche una probabile difficoltà nel trovare un finale adeguato alla vicenda messa in piedi, finendo così nel creare un epilogo che avrebbe meritato una maggiore cura. Lodevole però la trovata che chiude il film, degna di “Ai confini della realtà”. Buono, anche se trattenuto, il reparto gore, un po’ meno la suspance che appare quasi del tutto assente. In definitiva “Maléfique” è un buon film, strambo piuttosto originale e coinvolgente che, malgrado qualche difetto disseminato qua e là, va sicuramente apprezzato e promosso a pieni voti. Da vedere.

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