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Emiliano Ranzani
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Un gruppo di agenti delle forze speciali è impegnato in un'operazione molto delicata: scortare fino a Strasburgo Abedin Nexhep, un capo clan della mafia albanese. Nel corso della trasferta alcuni killer assoldati da Nexhep organizzano un’imboscata per liberare il loro capo, ma gli agenti riescono a fuggire. Nel frattempo cinque ragazzi stanno compiendo il furto della loro vita in un deposito isolato dove poi si rifugeranno anche la squadra delle forze speciali e il loro prigioniero. Gli uomini dovranno quindi allearsi per combattere un nemico letale ed invisibile… Presentato dai trailer come un film d’azione, "Nido Di Vespe" è in realtà un thriller che deve davvero molto a "Distretto 13: Le Brigate della Morte" di John Carpenter (regista che in Europa, ed in Francia in special modo, gode di grande fama). L’ispirazione del film di Carpenter, unito a concetti provenienti da altri film (uno su tutti "Il Silenzio degli Innocenti", ma anche il cult di Romero "La Notte Dei Morti Viventi") fanno sì che questa pellicola - ennesima prova che i film di genere stanno rinascendo anche in Europa - risulti molto vicina alle atmosfere tipicamente horror, senza lesinare qualche effettaccio splatter che da quella sensazione di "tarantinismo" (leggasi "sovrabbondante ed eclettica cinefilia") che è ormai quasi fondamentale nel Genere d’Oltralpe. Ad una prima parte alquanto statica (ma essenziale per presentare i personaggi) ne segue una seconda molto più veloce e dinamica in cui il regista riesce a rendere perfettamente il costante e snervante stato di pericolo ed assedio dei protagonisti, costretti ad affrontare un nemico spietato e assolutamente inafferrabile, quasi invisibile. Assolutamente apprezzabili certe inquadrature e certi repentini movimenti della macchina da presa tramite i quali il regista riesce a trasmettere un’enorme vitalità alle sequenze; anche se bisogna dire che non ci sono vere e proprie "sequenze d’azione", in favore di una staticità tipica del thriller classico. Caratteristica interessante è il fatto che non vi siano dei veri protagonisti nel senso proprio del termine, o meglio, non esiste un personaggio principale intorno al quale far ruotare l’intera trama, ognuno ha una storia propria che, nella maggior parte dei casi, viene lasciata intuire da fugaci immagini o brevi dialoghi. Un film riuscito, non un vero e proprio thriller-horror, ma certamente una pellicola che riuscirà a non deludere chi si aspetta un thriller dall’alto livello di suspense.