MC
Marco Castellini
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Il piccolo Cole (Haley Joel Osment), un ragazzino con alcuni problemi psicologici, viene affidato alle cure di Malcom Crowe (Bruce Willis), un importante psichiatra specializzato nei rapporti con i bambini. L’uomo scopre che il fanciullo è convinto di vedere i fantasmi di persone morte molti anni prima che ancora vagano, per qualche motivo, senza pace. Si tratta di visioni di una mente malata o c’è qualcosa di vero in quel che racconta il ragazzino? E per quale motivo gli spiriti cercano di mettersi in contatto con lui?
Campione d’incassi in tutto il mondo e candidato all’Oscar per l’interpretazione del giovanissimo Haley Joel Osment “Il Sesto Senso” rappresenta sicuramente uno delle migliori ghost-story degli anni novanta.
Ottimo senso del ritmo e della costruzione della suspense sono certamente le maggiori caratteristiche positive del film, così come la capacità di creare sin dall'inizio un meccanismo narrativo esclusivamente teso verso la soluzione-rivelazione finale. La capacità di distrarre lo spettatore con falsi indizi contribuisce a dare maggior vigoria al momento di climax finale che si risolve in una rivelazione inaspettata e spiazzante. Sensazioni che si evidenziano soprattutto per la capacità del film di costruire costantemente un forte senso di attesa che però viene quasi sempre rimandata. In apparenza sempre sul punto di fornire allo spettatore importanti indizi e spiegazioni, il film in realtà gioca ad ingannare il pubblico, riservandosi di fornire tutte le risposte alle domande dello spettatore solo alla fine della visione.
Grande prova di regia dell’esordiente regista indiano Shyamalan (che nel film si ritaglia anche un piccolo cameo nella parte di un medico). Era da di tempo che non si vedeva una ghost-story di così grande livello, imperdibile.