True Love backdrop
True Love poster

TRUE LOVE

2012 US
ottobre 13, 2012

In apparenza, Kate e Jack sono due ventenni felicemente sposati. Una mattina, però, si risvegliano da soli dopo un lungo e profondo sonno. Entrambi hanno di fronte a loro delle immagini che scorrono proiettate sulle pareti e un monitor a cui sono legati due pulsanti, recanti uno il tasto per il "si" e l'altro per il "no". Di fronte a fotogrammi appartenenti alla loro quotidianità, sono chiamati a rispondere ad alcune domande legate al grado di conoscenza che hanno l'uno dell'altra, rivelando come entrambi abbiano dei segreti che non sarebbero mai stati disposti a rivelare e in grado di minacciare la loro stessa vita.

Registi

Enrico Clerico Nasino

Cast

John Brotherton, Ellen Hollman, Clare Carey, Jay Harrington, Rand Holdren, Tyrees Allen, Gabriel Myers
Thriller
HMDB

RECENSIONI (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Jack si dichiara a Kate e le chiede di sposarlo, lei accetta entusiasta. Dopo la cerimonia Jack si risveglia in una stanza spoglia, arredata solo con un letto e una scrivania; indossa ancora l'abito da sposo, attorno a lui fori sulle pareti, da cui fuoriesce di tanto in tanto del gas. Sulla parete, inoltre, c'è un pannello con due pulsanti, uno per dire "si" e l'altro per dire "no". Contemporaneamente anche Kate è nelle stesse condizioni del novello marito, ma in un’altra stanza. Sulle pareti cominciano a scorrere delle immagini della vita privata dei due, in seguito il pannello formula una domanda a cui è chiesto di rispondere affermativamente o negativamente. L'incubo è appena iniziato e l'amore tra Jack e Kate sta per essere messo in discussione. Ricordate il programma televisivo che andava in onda negli anni ’80 “Tra moglie e marito”? Lo trasmetteva Canale 5 e lo conduceva Marco Columbro, la dinamica vedeva coppie di mogli e mariti che venivano interrogati separatamente sulla stessa domanda e poi si confrontavano le risposte per constatare il reale feeling coniugale. Il thriller “True Love”, diretto dall’esordiente Enrico Clerico Nasino, non è altro che “Tra moglie e marito” ai tempi di “Saw”. Il torture porn psicologico invade infatti la sfera coniugale, testando letteralmente i novelli sposi con lo scopo di mettere alla prova il loro amore e la loro reciproca conoscenza. Il meccanismo è risaputo e deve più di un caffè alla saga cominciata da James Wan, con innesti minimali da location unica come “Cube – Il cubo” di Vincenzo Natali. Il risultato portato a casa da “True Love” è interessante ma non pienamente riuscito, come testimonia una certa ripetitività d’azione e un finale non del tutto soddisfacente. Dietro “True Love” c’è la Mercurio Domina di Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, che scrivono, producono e si occupano di molti altri aspetti relativi al reparto tecnico del film. Ma dietro “True Love” c’è anche la Wildside, casa di produzione di Fausto Brizzi e Marco Martani, i guru della nuova commedia all’italiana, che co-producono il film sotto l’egidia di Rai Cinema. Inoltre, l’intricato dedalo produttivo di “True Love” si completa con la co-partecipazione produttiva statunitense, che ci mette mano d’opera e attori. Il film di Nasino si presenta molto bene, ha una veste curatissima esaltata da una bella fotografia per gli interni e da una interessante regia ricca di virtuosismi di macchina. Anche l’idea di utilizzare una moltitudine di “occhi” per filmare la reclusione di Jack e Kate, quasi alla stregua di una serie di registrazioni fatte con camere di sorveglianza a circuito chiuso, è vincente, rendendo vario un film che per forza di cose non sarebbe potuto esserlo. Quello che delude di questo lungometraggio è l’iter narrativo, che mostra la coda dopo pochi minuti. L’azione e lo sviluppo narrativo sono eccessivamente ripetitivi e a poco serve l’inserimento di un “terzo incomodo” e di interventi sull’integrità fisica dei reclusi se poi la storia si conclude nel più prevedibile dei modi. Interessante in questa direzione la scelta di dire il minimo possibile su cause e perchè, anche se un tale espediente potrebbe lasciare l’amaro in bocca a più di uno spettatore. Poco chiara la gestione dei tempi narrativi, guardando il film, infatti, sembra che dal momento in cui i due vengono rinchiusi alla fine della vicenda sia quasi un racconto in tempo reale, ma sul corpo dei personaggi si intuisce il passare del tempo con l’evidente deperimento fisico che fa dedurre una prigionia durata giorni, se non settimane. Questa mancanza di coincidenza tra tempo reale e tempo percepito a volte porta alla confusione e al disorientamento e su cui magari si sarebbe dovuta fare maggiore attenzione. Un plauso agli attori protagonisti John Broterthon ed Ellen Hollman (già Saxa nella serie tv “Spartacus”), credibili nel mostrare sofferenza, rabbia e rancore. “True Love” si presenta, dunque, come un prodotto dal buon potenziale commerciale, anche se la prevedibilità e la dilatazione di una situazione più adatta a un corto o un mediometraggio ne fanno un prodotto non del tutto riuscito. Aggiungete mezza zucca.

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