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Marco Castellini
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Nel mondo dilaga un morbo sconosciuto che resuscita i morti trasformandoli in zombi affamati di carne umana, chiunque venga morso da uno di questi morti viventi contrae la stessa “malattia”. In breve tempo l’epidemia si espande a macchia d’olio, i centri abitati, brulicanti di zombi, diventano i luoghi meno sicuri in cui stare. Tre uomini e una donna decidono così di allontanarsi dalle città e trovano rifugio in un enorme centro commerciale abbandonato, in una zona periferica; lo trasformano in un bunker inattaccabile per i “morti viventi” ma non per gli uomini, così una banda di criminali, desiderosa di impossessarsi delle scorte ancora presenti nel centro commerciale, attacca il rifugio distruggendo le protezioni. Ora però anche gli zombi possono entrare e comincia una carneficina che vedrà solo due superstiti.
Diretto dal grande Romero, che nel 1968 con “La notte dei morti viventi” aveva reinventato il mito degli zombi, e co-prodotto e presentato in Italia da Dario Argento, il film è ciò che di meglio possa desiderare un amante del cinema dell’orrore: tensione, delirio, senso d’angoscia, ribrezzo, splatter estremo, azione, paura. Ma "Zombi" non si limita a questo: la pellicola di Romero ha anche un chiaro messaggio politico, è un atto di accusa nei confronti di un modello di società, quello americano, basato sul consumismo e sul capitalismo. Non è casuale l'ambientazione della pellicola in un centro commerciale, nell'enorme edificio i protagonisti non trovano solo un temporaneo rifugio dalla morte ma anche una sorta di "baluardo" della civiltà, che attira a sé i morti viventi come tanti “ottusi” consumatori.
Al di fuori la società, così come la conoscevano, si sta inevitabilmente sgretolando sotto l'attacco di una forza inaspettata ed apparentemente inspiegabile (gli zombi) pronta a sovvertire l'ordine costituito e a regnare finalmente (libera) nel caos più completo e febbrile.
I magnifici effetti di make-up sono opera del mago degli effetti speciali Tom Savini, che nel film compare anche in veste di attore nella parte di uno dei motociclisti che assalta il supermercato, mentre la colonna sonora si deve ancora ai grandissimi Goblin, al tempo famosi in tutto il mondo per la splendide musiche di “Profondo rosso”.
Un ultima curiosità: lo stesso Romero si ritaglia una piccola apparizione all'inizio del film nei panni del direttore dell'emittente televisiva.