Il professor Shaw del "Doomwatch", istituto dell'anti-inquinamento britannico, analizzando la composizione batterica delle acque dell'isola di Bafle scopre una sostanza inquinante che, disperdendosi nell'aria, provoca sugli abitanti i sintomi dell'acromegalia. Le vittime, dopo aver subito mostruose deformazioni, raggiungono uno stato di follia irreversibile, ma il fenomeno, benché abbia raggiunto proporzioni allarmanti, è tenuto sotto silenzio dalle autorità governative che non intendono divulgare la presenza di un deposito di scorie radioattive nel quale sono affluiti i residui di una sperimentazione chimica segreta. Vincendo la diffidenza e il naturale pudore degli isolani, Shaw, con l'aiuto di un'insegnante, riesce ad individuare i malati e, denunciando pubblicamente l'accaduto, sollecita il decisivo intervento delle autorità sanitarie.
Registi
Peter Sasdy
Cast
Ian Bannen, Judy Geeson, John Paul, George Sanders, Simon Oates, Jean Trend, Joby Blanshard, Percy Herbert, Shelagh Fraser, Geoffrey Keen
Il dottor Del Shaw viene mandato dall'Istituto Centrale Anti Inquinamento (meglio conosciuto come Doomwatch) nell'isola britannica di Balfe, per controllare il livello d'inquinamento delle acque. Shaw trova subito la diffidenza dei paesani che non appaiono mai collaborativi, a parte la maestra Victoria Brown, trasferitasi a Balfe da ormai due anni. Allarmato da alcuni inquietanti eventi che si verificano durante la sua indagine, Shaw scopre inoltre che alcuni abitanti del paese sono affetti da acromegalia, un male causato da un ormone che colpisce la ghiandola pituitaria e trasforma fisicamente chi ne è affetto, portandolo alla pazzia.
Una genesi interessante quella che sta dietro a "Doomwatch - I mostri del 2001": nata come serie tv per la BBC nel 1970, "Doomwatch" sbarca al cinema nel 1972, anno di cancellazione dello show. Tre anni televisivi per una serie che affrontava l'argomento ecologico legandolo ai topoi classici della fantascienza, talvolta contaminata di horror. Il film firmato da Peter Sasdy, già autore per la Hammer di "Una messa per Dracula", "La morte va a braccetto con le vergini" e "Gli artigli dello squartatore", è prodotto proprio da una delle dirette concorrenti della Hammer, la Tigon, altra
casa di produzione inglese che si era già occupata di "Il killer di Satana" e "Terrore e Terrore".
"Doomwatch" parte dall'immancabile spunto ecologista anti-inquinamento per raccontare una storia che ha inizialmente un sapore fortemente lovecraftiano: l'uomo comune, rappresentante della ragione e credente nel razionale, si trova immerso in una dimensione che ha un che di illogico, quasi soprannaturale. Dico quasi perchè, a differenza di Lovecraft in cui appunto si sprofonda in orrori che nulla hanno di tangibile, in "Doomwatch" la scienza può spiegare e risolvere ogni cosa. Questi "mostri del 2001", come sbandiera un pò ingenuamente il sottotitolo italiano, sono creature generate della scelleratezza dell'uomo e ancorati a un'ipotetica realtà verificabile in un futuro neanche troppo
lontano, quel 2001 che Kubrick aveva stabilito come data di avveniristica rinascita dell'uomo.
Il film di Sasdy ha innumerevoli potenzialità, legate soprattutto a un soggetto accattivante, che non vengono però mai veramente sfruttate, anzi riescono ad essere colpevolmente ridimensionate da una sceneggiatura monotona che soprattutto nelle battute finali sembra temere il confronto con il cinema di genere. "Doomwatch" viaggia continuamente sulla linea del "potrei ma non voglio", assume un tono un pò saccente di chi vorrebbe suggerire una morale senza averne realmente le capacità/possibilità. Lodevole e interessante la traccia ecologista, che dona una chiave di lettura originale alla vicenda e fornisce anche delle riflessioni fortemente legate ai tempi in cui il film è stato realizzato, capaci di generare suggestioni da fanta-horror di tutto rispetto. L'horror però viene continuamente suggerito e mai realmente esplorato, in continui coiti interrupti che alla lunga hanno del frustrante. I mutanti ci sono, si dice che sono anche piuttosto violenti ma in realtà non combinano mai nulla. La tensione praticamente non esiste, ad eccezione della scena dell’aggressione nel fienile e non si riesce mai realmente a percepire quell'atmosfera di pericolo
nella quale il personaggio principale dovrebbe essere immerso. Anche il finale, poi, presenta un anticlimax che porta i vari elementi ad un'implosione, riuscendo a lasciare un amaro nella bocca dello spettatore che non si capisce se è dovuto al brutto happy end o alla mancanza di un evento pregnante che concluda la vicenda.
I protagonisti della serie tv, il Dr. Quist e il Dr. Ridge (sempre interpretati da John Paul e Simon Oates) compaiono in ruoli marginali, mentre si è voluto eleggere a protagonista un personaggio creato ex novo per il film, il Dr. Shaw, interpretato da bravo Ian Bannen ("Braveheart"). La maestrina a cui da corpo Judy Geeson ("Paura nella notte"; "Inseminoid") è invece un personaggio di rara inutilità, inserito in maniera fin troppo evidente per dare un appiglio con la “civiltà” esterna al Dr. Shaw e gettare la basi per un immancabile sotto storia rosa che però in questo film non riesce a sbocciare.
“Doomwarch – I mostri del 2001” si presenta dunque come un film poco riuscito, tanto interessante quanto incompiuto e soprattutto mal gestito, a cui contribuisce negativamente anche il ritmo un po’ troppo lento. Sicuramente da recuperare per l’originalità del soggetto e dell’argomento trattato, anche se è giusto essere preparati alla visione.
Recentemente distribuito per la prima volta in DVD italiano dalla Mosaico Media in edizione integrale.
Voto arrotondato per eccesso.