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Paranormal Stories poster

PARANORMAL STORIES

2014 It

RECENSIONI (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Un bambino rimane da solo a casa e, malgrado le raccomandazioni della mamma, decide di guardare un film horror. Sceglie un film a episodi che si intitola “Paranormal Stories”. “17 Novembre”. Tre ragazzi passano la notte nella casa paterna di uno di loro. Nell’abitazione rinvengono il taccuino del proprietario di casa morto poco tempo prima, in cui sembra che siano confessati degli omicidi. “Offline”. Pietro riceve uno strano messaggio in chat dal suo amico Giovanni, subito dopo un’amica comune avvisa Pietro che Giovanni si è tolto la vita il giorno prima. Ma allora Pietro con chi sta chattando? Giovanni è davvero morto? “La Medium”. Una donna si spaccia per medium truffando persone che vorrebbero mettersi in contatto con i propri defunti. E tutto ciò malgrado l’opposizione di sua figlia, che partecipa alle sedute come complice. Ma gli spiriti dei defunti disturbati non tarderanno a rivelarsi. “Fiaba di un mostro”. Celeste è un bambino di dieci anni, emarginato da tutti per una malattia al cuore che lo costringe anche al mutismo. Quando Celeste conosce Gioia, l’unica sua coetanea che si mostra gentile con lui, le cose cambiano, ma quando l’amicizia tra i due è fraintesa dal bambino, la situazione comincia a precipitare. “Urla in collina”. Tre ragazze di ritorno da una vacanza e dirette a un motel sperduto tra i boschi investono accidentalmente qualcosa e non si fermano. Arrivate al motel, le tre apprendono che il ‘qualcosa’ che hanno urtato con la macchina è probabilmente il figlio del portiere. Per le tre amiche si prospetta una nottata decisamente movimentata. Nel 2011 venne presentato in alcuni festival di settore, e in seguito distribuito in DVD da Ripley’s, il film antologico “Fantasmi – Italian Horror Stories”. Ora, a distanza di tre anni, quel film che si avvaleva della produzione di Gabriele Albanesi (“Il bosco fuori”; “Ubaldo Terzani Horror Show”), torna in una nuova veste. Rititolato “Paranormal Stories” e usufruendo di una distribuzione in sala con la Explorer Entertainment, il film si arricchisce di una cornice diretta dallo stesso Gabriele Albanesi e di una leggerissima variante nel montaggio degli episodi. L’episodio di cornice, che vede protagonista un bambino e le sue fobie, è particolarmente in sintonia con la poetica del regista di “Il bosco fuori”, ricordando in parte il suo corto d’esordio “L’armadio”, sia per la presenza di un piccolo protagonista, sia per la dinamica narrativa che conduce a un colpo di scena. Con citazioni visive a “Saw” e “Ghostbusters”, più un palese omaggio a “Profondo Rosso”, la cornice è un piacevolissimo corto che ha il solo limite di essere troppo breve. Nel complesso, ci troviamo di fronte ad un prodotto che a conti fatti possiamo considerare riuscito, un piccolo vademecum dell’horror d’atmosfera che, tra episodi del tutto soddisfacenti ed altri meno, può senza dubbio essere considerato nel complesso un buon film. Il primo episodio, “17 Novembre”, scritto e diretto da Tommaso Agnese, ha fondamentalmente due difetti: una storia esile e fin troppe volte raccontata e l’incapacità di coinvolgere lo spettatore, di portarlo dentro la narrazione. La messa in scena, invece, è molto convincente e gli attori quasi tutti apprezzabili. Qua e là scorre anche un po’ di sangue, ma la notte di terrore come pretesto ad un passaggio di testimone è cosa vista in tutte le salse, compresa quella della ghost story. Il secondo episodio, diretto da Andrea Gagliardi e scritto da Stefano Prolli su un soggetto di Albanesi, si rifà in modo piuttosto evidente al cinema di fantasmi orientale contemporaneo, in cui il defunto trova una forma di manifestazione grazie a un mezzo elettronico. Nel caso specifico di “Offline” si fonde la tematica del suicidio con il mezzo internet (e dei programmi di messaggistica istantanea come msn), portando alla memoria il “Kairo – Pulse” di Kurosawa. L’episodio regge abbastanza bene, sia per l’atmosfera che viene a crearsi sia per la credibile interpretazione degli attori (tra i quali riconosciamo anche il Primo Reggiani del mocciano “Universitari”) ma lo spettatore che conosce il materiale d’ispirazione sa perfettamente dove “Offline” vuole andare a parare tanto che il finale risulta altamente telefonato. Un bel passo avanti viene fatto con “La Medium”, diretto da Roberto Palma e scritto da Simone Starace. Ci troviamo di fronte a un gioco di tensione ed atmosfera perfettamente diretto e interpretato. I pochi minuti dell’episodio sono sufficienti a descrivere lo squallore di una vita consumata dall’arte di arrangiarsi; l’anziana medium, ottimamente impersonata da Anna Maria Teresa Ricci, truffa per vivere, offre false speranze a poveri disgraziati con lutti alle spalle e poi sperpera i propri guadagni per giacere con viscidi giovinetti. Ovviamente un comportamento così sregolato, disapprovato perfino da chi condivide un legame di sangue con lei, è costretto a trovare punizione ed è qui che subentra l’horror in un piccolo climax di grande suggestione. Ecco forse è proprio la brevità del climax finale a lasciare un po’ l’amaro in bocca perché la comparsa dei fantasmi e la loro riuscita rappresentazione visiva era capace di creare un’atmosfera onirica e terrorizzante. Comunque un centro per Palma e la sua Medium. “Fiaba di un mostro”, invece, si presenta come una sorta di “Forrest Gump” in chiave tragica e sottilmente inquietante; regia e sceneggiatura sono di Stefano Prolli, che sceglie di allontanarsi dai canoni del genere per raccontare una storia di emarginazione e amore con dei toni fiabeschi. La storia di Celeste e delle sue problematiche di salute e di relazione sociale sono il fulcro della vicenda che può essere considerata horror solo marginalmente, grazie ad una chiusa – che da un certo punto di vista appare anche un po’ intrusa – in cui emerge l’ombra della ghost story. La fotografia di “Fiaba di un mostro”, a cura di Emanuele Zarlenga, è bellissima, i grigi e gli avana sono nitidi e ipnotici e la costruzione scenografica di alcune scene (soprattutto quelle sulla spiaggia) è davvero suggestiva. L’episodio deficita un po’ nella narrazione di una storia che appare fin troppo “forzata” anche per essere una “fiaba”, a cui contribuiscono negativamente alcune interpretazioni poco convincenti, ad eccezione del bravo protagonista Jonathan Coppola. A chiudere la cinquina ci pensano Omar Protani e Marco Farina che scrivono (da un soggetto di Albanesi) e dirigono l’ultimo segmento, “Urla in collina”. Ultimo e, a conti fatti migliore, perché questo quinto episodio si presenta il più genuinamente divertente e pertinente alla tematica rappresentata dal patchwork. “Urla in collina” ricorda da vicino l’atmosfera e la spensieratezza camp di alcuni dei migliori episodi di “Creepshow”, aggiornato ai tempi del mockumetary. Protani e Farina hanno ben presente la lezione impartita dal cinema di paura anni ’80, quello più vicino al pubblico, e la ripropongono in una storia semplice ma efficace che entra subito nel vivo e spara di continuo divertenti effettacci sullo spettatore. Le ragazze spavalde da punire e il fantasma vendicativo sono uno dei pretesti più classici per costruire delle belle scene di tensione e improvvise virate verso lo splatter, condite qua e la da riprese con handycam, a volte con tanto di visione notturna per mostrarci l’immostrabile. Una riuscita totale anche grazie alle buone interpretazioni delle tre attrici protagoniste Chiara Brunamonti, Laura Gigante e Guia Quaranta. Insomma, “Paranormal Stories” è un’opera convincente con un bilancio qualitativo degli episodi complessivamente positivo.

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