Quello che è iniziato con la famiglia Carter, chiaramente non si è concluso con la famiglia Carter. Nel corso di una missione di routine, un'unità di soldati della Guardia Nazionale si ferma ad un avamposto in Messico per rifornire di materiale un gruppo di fisici nucleari. Quando arrivano all'isolato campo di ricerca, lo trovano misteriosamente deserto. Dopo aver notato un segnale di soccorso proveniente da una catena montuosa nei paraggi, la squadra decide di avventurarsi in una missione di ricerca sulle colline, in modo da localizzare gli scienziati scomparsi. Ovviamente, non sanno che si tratta delle stesse colline che hanno fatto da sfondo alle atroci esperienze della sventurata famiglia Carter e dove dimora una tribů di mutanti cannibali in attesa.
Registi
Martin Weisz
Cast
Michael McMillian, Jessica Stroup, Jacob Vargas, Flex Alexander, Michael Bailey Smith, Lee Thompson Young, Daniella Alonso, Archie Kao, Jay Acovone, Jeff Kober
Un gruppo di reclute della Guardia Nazionale viene mandato nel Settore 16, una zona del deserto del New Mexico dove, durante gli anni ’50, l’esercito degli Stati Uniti condusse esperimenti sull’effetto delle radiazioni nucleari. Il compito dei giovani soldati è semplice: rifornire una squadra di ricerca di attrezzature scientifiche. Ma giunti sul luogo, non c’è nessuna traccia dei ricercatori, anzi, da un walkie talkie trovato sul posto giunge una richiesta di soccorso. Le reclute si mettono immediatamente alla ricerca degli scienziati, ma il sospetto che in realtà si tratti di una trappola diviene presto certezza quando i giovani soldati si rendono conto che tra le colline abita qualcuno, ed è affamato!
Lo scorso anno Alexandre Aja (Alta Tensione), riportò sul grande schermo un vecchio film di culto diretto da Wes Craven, “Le colline hanno gli occhi”, con grande successo di pubblico e di critica. Con l’idea di battere il ferro finché è caldo, i produttori Wes Craven e Peter Locke non hanno perso tempo, mettendo immediatamente in cantiere un sequel al film Aja.
Anche questa volta si è cercato un regista tra i giovani promettenti talenti europei e la scelta è caduta sul tedesco Martin Weisz, già artefice nel 2005 di un altro cannibal movie, “Grimm Love”. Il miracolo compiuto da Aja, però, non si è bissato e il film ha ricevuto tiepide accoglienze al botteghino, probabilmente dettate da un mercato ormai saturo di prodotti del medesimo stampo.
Bisogna subito mettere in chiaro che “Le colline hanno gli occhi 2” versione 2007 non è il remake del film con il medesimo titolo che Wes Craven diresse nel 1985, bensì un film tutto nuovo che prende avvio direttamente collegandosi ai fatti narrati nel film di Aja. Questo “Le colline hanno gli occhi 2” dimostra di seguire alla perfezione le caratteristiche “da manuale” che dovrebbero possedere i numeri 2 di una saga horror, le stesse che lo stesso Craven si era divertito a render note e destrutturate nel suo “Scream 2”; dunque ci saranno più morti ammazzati, una più corposa presenza di gore, più azione, una dose maggiore di spaventi e una sorta di invulnerabilità dei boogeymen di turno. Il tutto viene rispettato alla perfezione e il film di Weisz si mostra come un
veloce calderone di azione ed efferatezze che ha il suo limite più vistoso in una sceneggiatura (scritta dallo stesso Wes Craven a quattro mani con il figlio Jonathan) chiaramente frettolosa e fin troppo minimale, votata all’economia dello svolgimento narrativo. L’idea di svolgere il film in tempo reale è sicuramente una giusta scelta, capace di creare maggiore phatos nello spettatore e rendere più imprevedibile il susseguirsi degli eventi, così come è malsanamente affascinante l’idea che spinge i mutanti a rapire le donne del gruppo; il tutto però, concentrato in appena novanta minuti, si risolve come uno slasher in cui la cosa più importante è la spettacolarizzazzione della morte e la ricerca autoptica del particolare raccapricciante.
Tutto ciò porta ad annettere “Le colline hanno gli occhi 2” al puro enterteinment, cinema di svago dettato a soddisfare la sete di sangue dello spettatore e capace di fargli passare un’ora e mezza di sicuro divertimento; in questo, “Le colline hanno gli occhi 2” è sicuramente un prodotto onesto: dà allo spettatore proprio quello che promette, senza alcun fronzolo intellettualistico ne di natura politico-sociale. Infatti, lì dove il film di Craven datato 1977 spingeva il pedale sull’esplicita critica alla società nordamericana e il film di Aja si
professava di approfondire l’aspetto politico nascosto tra le righe sin dal prototipo, in questa nuova variante firmata Weisz lo spettro di una critica rivolta all’attuale governo americano è del tutto facoltativa: volendo, si può intraprendere una fantasiosa lettura sociologica che vuole approfondire l’ottuso comportarsi di un esercito talmente impegnato a combattere un nemico esterno da non accorgersi di covare una serpe in seno, ma una qualsivoglia lettura metaforica, ad avviso di chi scrive, risulterebbe forse eccessivamente forzata. La cosa più saggia per gustarsi in pieno “Le colline hanno gli occhi 2” è abbandonarsi al gigantesco circo di violenze splatter e malformazioni genetiche che lo compongono, e solo così si potrà notare come questo film sia una perfetta sintesi di due epoche cinematografiche ben distinte: la leggerezza e la goliardia camp del cinema slasher anni ’80 e la modernissima moda di portare all’estremo qualunque situazione di violenza, mostrando il dolore e il dettaglio anatomico in tutta la sua cruda esasperazione.
Inferiore al film di Aja, ma estremamente godibile se si cerca una pellicola di puro intrattenimento.
Visiona il trailer di LE COLLINE HANNO GLI OCCHI 2