Livide backdrop
Livide poster

LIVIDE

2011 FR
décembre 6, 2011

En Bretagne, nuit d'Halloween. La jeune Lucie Clavel et ses deux acolytes qui s'ennuient à mourir dans leur petite ville de province décident sur un coup de tête de cambrioler la maison d'une vieille femme plongée dans le coma. La légende veut que cette maison renferme un trésor… Après avoir traversé la lande de nuit, le trio arrive chez Deborah Jessel et pénètre dans sa maison plongée dans les ténèbres. Ils ne tarderont pas à découvrir un "trésor" surprenant, ainsi que sa véritable identité.

Réalisateurs

Julien Maury, Alexandre Bustillo

Distribution

Chloé Coulloud, Félix Moati, Jérémy Kapone, Catherine Jacob, Marie-Claude Pietragalla, Chloé Marcq, Béatrice Dalle, Joël Cudennec, Sabine Londault, Serge Cabon
Horror
HMDB

CRITIQUES (1)

AC

Andrea Costantini

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Lucy è una giovane infermiera che si prende cura delle persone malate a domicilio. È il suo primo giorno di lavoro e a mostrarle la professione c’è la signora Wilson, una donna tanto scorbutica quanto piena di informazioni utili. Durante il suo primo turno, apprende dalla donna che una delle loro pazienti, la signora Jessel, una ex insegnante di danza ormai in coma da anni e attaccata costantemente ad un respiratore, tiene un tesoro nascosto nella sua decadente casa. Finito il turno di lavoro, Lucy si confida con il fidanzato e, insieme ad un altro amico, decidono di intrufolarsi nella casa alla ricerca del tesoro. Inutile dire che non troveranno un ambiente ospitale e che in realtà la signora Jessel ha molti scheletri nell’armadio. Spesso la danza è stata un’efficace mezzo per narrare vicende spaventose al cinema. Sarà che vedere fanciulle vestite di bianco che si muovono soavemente e sapere che di lì a poco i loro candidi vestiti saranno imbrattati di rosso, è una scelta stilistica che gli amanti del genere trovano vincente. Chi non ricorda il mitico “Suspiria”, storia di streghe e scarpette con la punta di gesso? Oppure il recente psico-thriller “Il cigno nero”, che si destreggia tra doppie personalità e spettacoli teatrali? Non è da meno questo “Livide”, horror d’oltralpe diretto da un duo promettente Alexandre Bustillo e Julien Maury, che già aveva stupito (e scioccato) la Francia con il buon “A l’interieur”, survival horror iper-violento con un forte accanimento contro le donne in dolce attesa. Abbandonata (quasi) completamente la violenza ultra gratuita che caratterizzava il primo lavoro del duo francese, qui si entra in una dimensione magica, molto horror, caratterizzata da tanti elementi che si collegano alle paure più classiche: il bosco di notte, una fatiscente magione in cui soggiorna una vecchia disabile, ragazzi che nottetempo si immischiano in affari che non sono di loro competenza . E poi c’è lei, la Signora Jessel, abominevole mostro che ci dimostra che le creature della notte non sono ormai soltanto una moda per teenager innamorati ma sanno ancora far paura. A proposito di far paura, diciamo pure che “Livide”, a tratti, fa paura. Ci sono spaventi azzeccati , alcuni telefonati minuti prima, altri inaspettati ma a vincere il trofeo sono le fiabesche situazioni che si verificano all’interno della casa, soprattutto quelle legate ai flashback e alla danza. A proposito di danza, è un elemento fondamentale nel film, che anche se non viene molto approfondito come argomento, è utilizzato per lo più come pretesto per omaggiare “Suspiria”. Si perché “Livide” trasuda Argento in più di un’occasione. Dopo aver speso delle belle parole sull’ambientazione, sulla suggestione che pervade per tutto il film e sulla bontà della creatura antagonista, ahimè dobbiamo spendere molte parole anche sui lati che non convincono. Come per il loro film d’esordio, la trama non è il punto forte dei registi. Non c’è una vera e propria storia alla base della pellicola, la sceneggiatura è praticamente assente. Addirittura l’ultima parte è talmente sconclusionata da risultare di difficile comprensione. È forte nei registi la voglia di stupire lo spettatore a tutti i costi e ci riescono perché hanno talento nel mettere in mostra gli orrori ma se inizialmente si resta affascinati davanti a scene importanti, ben presto si comincia a sbadigliare. Peccato perché ci sono anche argomentazioni profonde come la trasmigrazione dell’anima, il lato oscuro dentro di noi, il tema del doppio ma sono soltanto delle foglie su un albero morto che prima o poi sono destinate a staccarsi e morire. Alexandre Bustillo e Julien Maury sono bravi e dovrebbero concentrarsi su sceneggiature non loro. Sulle loro scrivanie era passato di sfuggita il rifacimento di Hellraiser, ma non si è fermato. Con la loro voglia di stupire e con in mano una storia potente e visionaria come quella del capolavoro di Barker (che tra l’altro non necessitava di remake) avrebbero potuto fare un grande film. Riassumendo “Livide”, si potrebbe paragonare ad un maestoso palazzo di carte. Una struttura senza lo scheletro portante, seppur bella da vedere, ora della fine viene giù. Merita mezza zucca in più.

Bande-annonce