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SAW 4 ( SAW IV)

Saw IV

2007 US
ottobre 25, 2007

Il film ha inizio con l'autopsia dell’Enigmista (John Kramer). Dopo averlo sottoposto ad un’accurata dissezione, i due medici fanno la scoperta di una cassetta rivestita di cera dentro lo stomaco di John. Chiamato all’obitorio, il Detective Hoffman ascolta tramite un registratore le parole di John: 'Ho giurato che avrei continuato la mia opera. Pensavate che sarebbe tutto finito con la mia morte? Non è finita! Il Gioco è appena cominciato!'.

Registi

Darren Lynn Bousman

Cast

Tobin Bell, Costas Mandylor, Scott Patterson, Betsy Russell, Lyriq Bent, Athena Karkanis, Louis Ferreira, Simon Reynolds, Donnie Wahlberg, Angus Macfadyen
Horror Thriller Crime
HMDB

RECENSIONI (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Il corpo dell’Enigmista è sul tavolo autoptico: nel suo stomaco viene ritrovata una cassetta audio sul quale c’è inciso l’ultimo messaggio dell’Enigmista in cui chiede la presenza del detective Hoffman. Nel frattempo due agenti dell’FBI, Strahm e Perez, vengono incaricati di indagare sulle azioni del defunto criminale, tra cui la scomparsa del detective Matthews. Allo stesso tempo il comandante degli SWAT, Rigg, viene aggredito nella sua casa e rapito da un individuo misterioso che gli dice di dover affrontare alcune prove: ha solo 90 minuti di tempo per portare a termine il gioco; se fallirà sua moglie verrà uccisa. La saga di “Saw”, iniziata nel 2004 con l’ottimo film diretto da James Wan, è ormai giunta al quarto capitolo. La Lions Gate sembra decisa più che mai a sfruttare fino all’osso la sua gallina dalle uova d’oro e così è stato deciso di produrre un capitolo all’anno di questa fortunatissima saga, da distribuire nei cinema americani puntualmente nel periodo di Halloween. Una strategia che ha dato i frutti sperati e si è incredibilmente riusciti a rimanere su livelli qualitativi piuttosto alti. Fino ad ora, però. Infatti, anche se gli incassi sono leggermente in calo ma pur sempre lusinghieri, questo “Saw IV” delude terribilmente sotto tutti i punti di vista, risultando ciò che fino ad ora questa saga era riuscita a mascherare: la carenza di idee. “Saw IV” non ha un’idea forte dietro le spalle, è solamente una forzatissima prosecuzione di una storia che si era idealmente conclusa con il capitolo 3, e per continuare segue due strade non troppo nobili. Da una parte si basa su un accumulo di torture e marchingegni diabolici che sono comunque il segno contraddistintivo della saga; questo non è essenzialmente un male, anzi, le torture sono indispensabili per un film di questa saga, però questa volta risultano spesso dei semplici riempitivi per allungare il minutaggio della pellicola. Dall’altra parte abbiamo il proverbiale “arrampicamento sugli specchi”, quell’espediente che già ci saremmo aspettati nei capitoli precedenti e che sempre, incredibilmente e abilmente, è stato evitato: nastri segreti ritrovati, personaggi chiave aggiunti a rimpolpare la vicenda, inaspettate rivelazioni e colpi di scena francamente evitabili. C’è un po’ tutto questo, espedienti da serial tv che stonano in un prodotto cinematografico che voglia risultare credibile. Inoltre in “Saw IV” è stato commesso un grave errore che mai ci saremmo dovuti aspettare da questa saga, ovvero dare all’Enigmista un motivo all’origine delle sue azioni. Noi sappiamo fin dal primo film che John Kramer/ Enigmista è un malato terminale che vuole “punire” coloro che hanno tutta la vita davanti ma non sanno apprezzarla, facendosi del male e facendone ad altri; ecco, questo semplice ma geniale assunto viene qui del tutto dimenticato e viene data all’Enigmista una motivazione personale che risiede all’origine di tutto. Grosso errore, soprattutto perché così facendo si tradisce il fan della saga! Il classico colpo di scena finale stavolta non funziona, non solo per la banalità e per l’inconsistenza dell’identità del nuovo carnefice/complice, ma soprattutto perché apre troppe strade a futuri sequel. Infatti questo quarto capitolo, in un certo senso, può essere considerato un nuovo inizio; vengono messi da parte tutti i personaggi creati nei tre capitoli precedenti e si lascia libero spazio e sicuro futuro a dei nuovi, solo che questi non hanno sufficiente carisma e un’adeguata caratterizzazione. Gran parte della mancata riuscita di “Saw IV” va attribuita alla sceneggiatura, che perde l’ottimo Leigh Whannell, autore degli script dei primi tre film, e passa nelle mani del duo Patrick Melton e Marcus Dunstan, autori dello splatter “Feast” e già all’opera sullo script di “Saw V”. I due nuovi sceneggiatori sembrano aver capito il meccanismo della saga, ma si sono solamente prestati a fare un taglia e cuci di momenti già visti nei film precedenti, eccedendo nel numero di personaggi e complicando senza motivo l’intreccio. Il risultato è che i personaggi risultano tutti troppo poco approfonditi, alcuni passaggi eccessivamente frettolosi e confusi e troppe le scene di tortura. Paradossalmente, alla fine, sono proprio le scene di tortura a risultare la cosa migliore e più divertente del film! Alcune sono decisamente ben architettate, con congegni davvero spietati e dolorosi, capaci di dare al film quella cattiveria caratteristica della saga e una dose di splatter e gore davvero molto alto. A cominciare dalla realistica autopsia iniziale per proseguire con strappamenti dello scalpo, teste schiacciate, smembramenti e lame affilate sul volto. Ma questo è troppo poco per decretare la riuscita effettiva di questo film, perfino per lo spettatore più sadico. L’unico che ne esce davvero bene è il regista Darren Lynn Bousman (già autore di “Saw II” e “Saw III”), che qui mostra di essere cresciuto e di aver raffinato la sua tecnica, grazie a interessanti movimenti di macchina e inventive dissolvenze/assolvenze, valorizzato anche da una buona fotografia del veterano David A. Armstrong. L’Enigmista ha tirato le cuoia, la sua assistente anche e la stessa cosa è successa a tutti i personaggi importanti che l’hanno affrontato; ha senso continuare ad aggiungere capitoli ad una saga ormai concettualmente terminata? Guardando “Saw IV” verrebbe naturale rispondere di no.

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