Tempo di Reazione backdrop
Tempo di Reazione poster

TEMPO DI REAZIONE

2011 IT
marzo 16, 2011

Directores

Antonio Micciulli

Reparto

Romina Carancini, Antonio Covatta, Andrea Dianetti, Fulvio Falzarano, Cinzia Mascoli, Chiara Stampacchia
Dramma Horror Thriller
HMDB

RESEÑAS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Una mattina come tante, una fitta nebbia comincia ad avvolgere ogni cosa. Chiunque si trovi all’aperto e venga raggiunto dalla nebbia muore corroso, gli altri rimangono asserragliati dentro casa. Così fa la famiglia composta da padre, Attilio, e due figli, Tommaso ed Elisabetta, che aspettano timorosi il passare del fenomeno, confusi per la completa mancanza di informazioni e preoccupati per Gloria, la moglie/madre uscita di casa e non più rientrata. Dopo alcuni giorni di stenti, un rumore attira l’attenzione dei tre: qualcuno è entrato dentro casa! Fondamentale punto di partenza: per fare un buon film serve una buona idea. E una buona idea alla base di “Tempo di reazione” indubbiamente c’è. Liberamente ispirato al racconto di Alessandro Fabbri “Il Re degli immuni”, “Tempo di reazione” rappresenta l’esordio al lungometraggio del regista messinese Antonio Micciulli, già noto nel circuito festivaliero per il corto “Piccolo manuale di strategia e tattica militare”. Micciulli, anche regista e produttore del film, decide di utilizzare il linguaggio del cinema di genere per un racconto dall’ampio respiro metaforico, capace di affrontare tematiche di un certo spessore sociale e allo stesso tempo di raccontarci una storia di morte e disperazione, orrore e isolamento forzato. Ad un primo acchito è impossibile non pensare a “The Mist” e “Right at your Door”, film con i quali “Tempo di reazione” condivide più di una suggestione, a cominciare dalla nebbia (nel secondo caso cenere) che nasconde minacce e la sua origine ipoteticamente bellica, oppure l’isolamento che diventa paranoia. Allo stesso tempo, però, si può scorgere un’originale vena politico/sociale che pone diverse chiavi di lettura all’opera. Se esaminato esclusivamente sotto l’aspetto dell’intrattenimento di genere, “Tempo di reazione” convince a metà. Da una parte c’è una storia intrigante che ha il grande pregio di non risultare mai prevedibile, grazie allo sviluppo inaspettato che la narrazione acquista con lo scorrere dei minuti; dall’altra però la storia a volte sembra concedersi troppe pause, incepparsi in qualche ridondanza fino a un epilogo sicuramente azzeccato ma privo del pathos che avrebbe meritato. Se andiamo però più in profondità, possiamo scorgere un’interessante riflessione sulla condizione umana in una situazione di dipendenza forzata dalle istituzioni, o da chi ne fa le veci. Tommaso, Elisabetta e Attilio sono improvvisamente costretti a vivere una vita di stenti e sacrifici, inconsapevoli di cosa stia accadendo, in balia di eventi oscuri che lasciano loro un punto interrogativo sul più immediato futuro. Nel momento in cui nella vita dei tre irrompe Samantha tutto cambia: agi e sicurezza ma in cambio ci sono compromessi. Un do ut des che irrimediabilmente spinge la situazione a una degenerazione. Il regista, dietro sua stessa dichiarazione, vuole raccontarci, sotto forma di allegoria, il rapporto che c’è tra la criminalità organizzata e la società, una società fatta di paura e omertà, di favori dati e ricevuti, di illusioni e tragedie. Non è però errato vedere nella figura della donna, anzi delle donne, che circuiscono il popolino rappresentato dai tre membri della famiglia un simbolo del potere in senso più lato, forse politico, pronto a sfruttare, spremere la società che lo elegge tale fino ad estreme conseguenze. Una società che comunque è incapace di ribellarsi, disarmata, codarda, opportunista quando può, a volte anche un po’ folle che è rappresentata in un folgorante flashforward dal sapore genuinamente misogino (ma anche no) che apre il film. L’aspetto sociale di “Tempo di reazione” funziona, lo rende un film diverso dal panorama indipendente di cui fa parte e gli dona quel valore aggiunto che lo rende degno di essere ricordato. Poi non dimentichiamoci che “Tempo di reazione” è un thriller/horror indipendente che va ad aggiungersi a quel panorama italiano di produzioni di genere low budget che oggigiorno appare più vivo che mai. Buona la prova degli attori, sia degli esperti Fulvio Falzarano (“Le rose del deserto”) e Cinzia Mascoli (“Viaggi di nozze”) che dei giovani Chiara Stampacchia, Andrea Dianetti e Romina Carancini, questi ultimi due con il talet show “Amici” alle spalle. Convincente e curiosa la scelta cromatica che la fotografia di Daniele Baldacci ci restituisce, che muta da colori caldi a freddi in base allo stato d’animo dei protagonisti. Quello che invece non convince è la scrittura dei dialoghi che sono volutamente troppo spesso spezzati. Cioè, una buona parte delle frasi che i personaggi pronunciano non vengono terminate dagli stessi e, pur fornendo sempre e comunque un senso compiuto al discorso, danno una frustrante sensazione di incompletezza. Ecco, forse è un lavoro di sceneggiatura più rifinito che alla fine viene a mancare a “Tempo di reazione”, un limatura/levigatura al corpus narrativo e un scelta “normale” nella scrittura dei dialoghi. Per il resto il film c’è, è diverso in un panorama che spesso guarda al modello d’imitazione, a tratti avvince e a tratti sorprende e soprattutto fa pensare. Voto arrotondato per eccesso.