Hitcher backdrop
Hitcher poster

HITCHER

The Hitcher

2007 US
janvier 19, 2007

En s'arrêtant au bord de la route, Jim et Grace ne pouvaient imaginer qu'ils allaient prendre en stop... un tueur psychopathe. Ils réussissent à lui échapper, mais l'homme continue ses massacres en faisant accuser le jeune couple, qui se voit obligé de fuir face à la police. Leur unique espoir : tenter de capturer eux-mêmes le meurtrier pour prouver leur innocence...

Réalisateurs

Dave Meyers

Distribution

Sean Bean, Sophia Bush, Zachary Knighton, Neal McDonough, Kyle Davis, Danny Bolero, Jeffrey Hutchinson, Skip O'Brien, Travis Schuldt, Yara Martinez
Horreur Thriller Crime
HMDB

CRITIQUES (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Jim e Grace sono una coppia di studenti universitari in viaggio attraverso il New Mexico per passare qualche giorno di vacanza a casa di lei. Appena partiti incontrano John Ryder, un autostoppista rimasto con l’auto in panne sotto la pioggia che chiede loro un passaggio verso il motel più vicino. Dopo un’iniziale esitazione Jim accetta: grosso errore! John Ryder è uno spietato psicopatico che chiede passaggi agli automobilisti per poi ucciderli. All’origine c’è “The Hitcher – La lunga strada della paura”, un efficace thriller d’azione che il regista Robert Harmon diresse nel 1986 su una sceneggiatura di Eric Red. Nel 2003 la Universal mise in cantiere uno sbiadito sequel (“The Hitcher II – Ti stavo aspettando”) destinato al solo circuito dell’home video, in cui il protagonista del primo film si trovava incredibilmente di nuovo faccia a faccia con l’autostoppista assassino. Ma nel 2007 qualcuno ha deciso che era arrivato il tempo di scrollare via la polvere dal trench di John Ryder; quel qualcuno è la celebre casa di produzione Platinum Dunes, la ditta sforna remake di proprietà di Michael Bay, Brad Fuller e Andrew Form. E come è già accaduto per le nuove versioni di “Non aprite quella porta” e “Amityville Horror”, il rifacimento di “The Hitcher” non è affatto disprezzabile. La tecnica di lavoro della Platinum Dunes è ormai risaputa: realizzare remake che seguano il soggetto del film originale riscrivendone completamente la sceneggiatura. Questa scelta consente all’opera finale di vivere comunque di vita propria, malgrado abbia il titolo di un’opera già esistente. Dunque il nuovo “The Hitcher” ha l’idea che sta alla base del film dell’86 e ne ripercorre le tappe fondamentali per dipanarsi però su binari autonomi. Non abbiamo più un solo protagonista/vittima, ma due (idea comunque già presente nel sequel del 2003); il “duro” della vicenda non è l’uomo ma la donna; non è l’azione a predominare sulla vicenda ma la tensione da thriller; la violenza non è suggerita ma esibita. Ecco, possiamo dire che sono queste le principali differenze tra i due film. C’è poi da aggiungere che il più grande difetto del film di Harmon era una sceneggiatura un po’ bucherellata e ricca di situazioni improbabili, un difetto che fortunatamente è stato corretto nella versione datata 2007. Oddio, le situazioni improbabili ci sono comunque, però la nuova sceneggiatura firmata da Jake Wade Wall, Eric Bernt e dal “proprietario” Eric Red risulta più compatta e depurata da quei passaggi da sospensione dell’incredulità obbligata. Quello che funziona un po’ meno in “The Hitcher” 2007 è il personaggio di John Ryder, uno Sean Bean (“Silent Hill”, “The Dark”) bravo come al solito, ma decisamente inferiore al John Ryder di Rutger Hauer. La freddezza e la follia dell’attore del primo film non è pari a quella dell’ultimo, tanto che Sean Bean ci appare come uno psicopatico più spento, feroce ma stanco nel suo agire. Probabilmente si tratta di una caratterizzazione voluta, un killer quasi incapace di controllare le proprie azioni, una sorta di schizofrenico diviso tra due personalità: da una parte un latitante che vuole essere fermato, ma dall’altra un animale che prova gusto nel provocare dolore e nel trovarsi in situazioni di estremo pericolo. Una diversa caratterizzazione, ma meno efficace. In questo remake, inoltre, ci troviamo di fronte una maggiore dose di violenza: sangue, sgozzamenti e brandelli di cervello si sprecano e anche la celebre scena della “tirata” tra i due camion stavolta non lascia proprio nulla all’immaginazione. Il pluripremiato regista di videoclip musicali Dave Meyers è qui al suo esordio con un lungometraggio e dimostra di cavarsela bene con i meccanismi del thriller. Fortunatamente Meyers non trasporta nel film il linguaggio del videoclip (anche se un paio di canzoncine pop “intruse” si potevano decisamente evitare), ultimamente fin troppo sfruttato nel cinema del terrore, e dirige in maniera sobria e professionale rispettando le regole tensive del genere e donando al film un buon ritmo che non dipende solo dal montaggio, ma soprattutto dal modo in cui la storia è narrata per immagini. Una menzione particolare va anche alla fotografia di James Hawkinson che, in sintonia con i prodotti della Platinum Dunes, riesce ad esprimere alla perfezione il senso di oppressione e pericolo grazie al dosaggio di colori iperrealistici che tendono alle tonalità calde e polverose. Il castdi “The Hitcher”, oltre al già citato Bean, annovera discreti ma non troppo memorabili attori come Zachary Knighton (“Cherry Falls – Il paese del male”) nel ruolo di Jim, la notevole Sophia Bush (“Stay Alive”; “Il mio ragazzo è un bastardo”) nel ruolo di Grace e il caratterista Neal McDonough (“Minority Report”; “L’insaziabile”) nei panni del duro sceriffo Esteridge. Insomma, “The Hitcher” offre poco più di un’ora e venti minuti di buon intrattenimento, qualche salto dalla poltrona e molta adrenalina. Un’operazione che non pretende molto e mantiene le promesse.

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