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The House of the Devil poster

THE HOUSE OF THE DEVIL

2009 US
ottobre 30, 2009

Negli anni '80, durante una eclissi totale di Luna, la studentessa di college Samantha Hughes viene chiamata per un impiego da babisitter. La ragazza non tarda però a realizzare che i suoi datori di lavoro nascondono un terribile segreto: il loro intento è quello di utilizzarla in un rituale satanico...

Cast

Jocelin Donahue, Tom Noonan, Mary Woronov, Greta Gerwig, AJ Bowen, Dee Wallace, Heather Robb, Darryl Nau, Brenda Cooney, Ti West
Horror Mistero
HMDB

RECENSIONI (1)

GG

Giuliano Giacomelli

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Samantha è una giovane universitaria alla disperata ricerca di un lavoro per potersi pagare i primi mesi d’affitto della nuova casa dove sta per andare ad abitare. Si propone così come babysitter rispondendo ad un annuncio trovato nella bacheca davanti la sua università. Calato il sole, Samantha si reca sul luogo di lavoro dove viene subito accolta dal proprietario di casa, il signor Ulman. L’uomo, dopo averla fatta accomodare in casa, le rivela che in realtà non c’è nessun bambino a cui badare e l’annuncio era stato affisso per trovare qualcuno disposto a sorvegliare per poche ore l’anziana madre di sua moglie. Dopo un’esitazione iniziale che spinge il signor Ulman ad alzare notevolmente la paga, Samantha accetta il lavoro. Tutto procede liscio, nella casa regna il silenzio e Samantha sembra non avere complicazioni con l’anziana. Nel frattempo, tutti i programmi radiofonici e televisivi non fanno altro che parlare dell’eclissi di luna totale che sta per manifestarsi proprio quella notte. Basta uno sguardo fugace nella cinematografia horror degli ultimi anni per capire che le pellicole revival non fanno più notizia e il fuori moda sta diventando una moda. Con sempre maggiore frequenza ci è possibile imbatterci in opere di giovani filmakers che ritirano in ballo tematiche e linguaggi cari ad un cinema di qualche decennio fa realizzando operazioni “nostalgiche” utili a far viaggiare indietro con i ricordi gli spettatori più “vissuti”. Ma tali “operazioni nostalgia” stanno diventando ultimamente così frequenti ed insistite che quasi occorrerebbe mettere un freno ed iniziare a ricordare il presente anziché il passato. Complici di questo continuo ritorno al “C’era una volta…” risultano essere sicuramente l’accoppiata Tarantino-Rodriguez che con l’interessante operazione “Grindhouse” hanno incoraggiato orde di giovani cineasti a fare film utili ad omaggiare, in qualche modo, le vecchie pellicole con le quali si sono svezzati e poi cresciuti. Dopo il “Death Proof” di Tarantino e il “Planet Terror” di Rodriguez il grande schermo (o il piccolo, a seconda dei casi) ha cominciato ad essere invaso da questo tipo di produzioni sfornando a volte cose simpatiche e gustose e a volte roba davvero al limite del guardabile. Partendo dal “Machete” del duo Rodriguez&Maniquis;, si possono citare allegre sciocchezze come “Zombie Strippers”, “Nude Nuns With Big Guns”, “Bitch Slap – Le Superdotate”, “Hobo With a Shotgun” fino ad arrivare ad operazioni differenti, prive di questo spirito cazzone ma pur sempre mosse da intenti citazionisti, è il caso del francese “Amer” di H.Cattet e B.Forzani o del tedesco “Masks” di A.Marshall. “The House of the Devil”, a conti fatti, è solamente l’ennesimo titolo che va ad aggiungersi . alla corposa lista di prodotti revival. Eppure c’è qualcosa che lo differenzia dalle pellicole sopraelencate, non tanto al livello qualitativo quanto a livello concettuale. In cabina di regia troviamo Ti west, un giovane regista che sembra ispirarsi ad un certo cinema del terrore del passato più per vocazione che per seguire una semplice moda del momento. Già con il suo esordio nel lungometraggio, “The Roost – La Tana”, West aveva fatto intuire tutta la grammatica del suo cinema realizzando un prodotto che, seppur scadente nella qualità, si poneva come genuino (e in parte riuscito) omaggio verso tutti quei b-movie degli anni ottanta. La cosa interessante è che “The Roost”, per l’appunto, è un film datato 2005 e dunque arrivato ben due anni prima che esplodesse la moda Grindhouse. Dunque il giovane Ti West sta solamente proseguendo per la sua strada, sta aggiungendo tasselli al suo progetto, senza aggrapparsi a nessuna tendenza. Pur essendo ambientato negli anni ’80, “The House of the Devil” si mostra sin da subito (basta vedere i titoli di testa) come un sincero omaggio al cinema horror degli anni ’70 e più che limitarsi ad un effimero gioco citazionista, il film di West cerca di adottare proprio il linguaggio, la narrazione, l’atmosfera tipica di quel decennio. L’operazione può dirsi decisamente riuscita e guardando “The House of the Devil” sembra davvero di trovarsi davanti ad un vecchio film degli anni settanta. L’esperimento è stato dunque sicuramente portato a termine con successo, peccato che il . discorso sia destinato a cambiare nel momento in cui andiamo a valutare “The House of the Devil” solo e soltanto come film. In questo caso, purtroppo, il film convince a metà lasciando nello spettatore un fastidioso senso di vuoto e di incompiutezza. Il film è proprio come un fuoco d’artificio tarocco, uno di quelli dotati di una lunghissima miccia ma incapaci di fare quel botto assordante che tutti giustamente si aspettano. La pellicola in questione, infatti, non fa altro che creare attesa, gode di una narrazione minimalista ma ricca di piccole sfumature che fanno attendere allo spettatore un gran finale capace di riscattare quel senso malsano di stasi e quiete che pervade l’intera pellicola. L’aspettativa, però, viene tradita e nel momento in cui la situazione inizia a decollare (più o meno intorno all’ora e un quarto) poco e niente accade. Nessun colpo di scena, nulla che già non ci si aspettasse dalla didascalia che apre il film, la svolta finale appare così prevedibile e il climax è sicuramente troppo breve (in netta sproporzione rispetto all’attesa). Insomma, la lunga miccia si è esaurita, il botto è avvenuto ma non è stato necessario tapparsi le orecchie per preservare l’udito. Sul versante attoriale nulla da ridire. Molto convincente l’interpretazione della protagonista Jocelin Donahue, la babysitter Samantha, unica . attrice per gran parte del minutaggio e capace di reggere la scena senza troppe difficoltà. Sempre in forma Tom Noonan (“Manhunter – Frammenti di un omicidio”, “Last Action Hero”) qui nei panni del poco rassicurante signor Ulman e da segnalare anche la sempre gradita presenta di Dee Wallace (“L’Ululato”) in un piccolo cammeo ad inizio film. Insomma, “The House of the Devil” è un film che convince a metà: un esperimento sicuramente ben riuscito in quanto la confezione è tipica degli anni ’70, ma penalizzato da una narrazione squilibrata incapace di offrire quel finale d’impatto che la lunga attesa aveva fatto bramare. Curiosità: Solo un anno prima, nel 2008, era stato realizzato per mano dei registi Jonas Barnes e Michael Manasseri l’interessante film “Babysitter Wanted” che, a somme tirate, presenta più di qualche analogia con il film di Ti West. Sarà solo un caso? Visiona il trailer di THE HOUSE OF THE DEVIL

Trailer