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Roberto Giacomelli
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Presente. In un network televisivo arriva una videocassetta con delle interviste fatte agli ex membri della Famiglia Manson.
Nel pieno degli anni ’60, mentre si forgiava ovunque la hippy generation, Charles Manson, un carismatico figlio dei fiori, portavoce di ideali sadici e blasfemi, fonda una sorta di comunità che predica il sesso libero, l’uso di ogni genere di stupefacenti e la violenza estrema. I giovani membri della “Famiglia”, plagiati da Manson, si spingono negli atti più criminosi: dal furto allo spaccio di droga, arrivando a compiere diversi omicidi nelle vile di ricche famiglie borghesi.
Il conduttore del programma televisivo che dovrebbe trattare l’argomento è indeciso se mandare in onda o meno il filmato; nel frattempo un gruppo di ragazzi si appresta ad emulare le gesta della Famiglia Manson.
“The Manson Family” è un falso documentario che narra in maniera cruda e amorale il lato oscuro della cultura hippy, mostrandoci nel modo più esplicito possibile le efferatezze a cui erano dediti i seguaci del guru Charles Manson. “The Manson Family” alterna finte interviste ai membri della Famiglia ( ovviamente interpretati dagli stessi attori ) con sequenze filmate che ci narrano la genesi della Famiglia e l’iniziazione dei nuovi membri per finire con la loro degenerazione criminale. Il tutto è racchiuso in una duplice cornice ambientata nel presente, in cui agiscono un gruppo di skinheads seguaci della cultura degenere fondata da Manson e un presentatore di un programma tv dubbioso sul mandare in onda o meno le interviste sulla Famiglia Manson che gli sono state recapitate; un espediente che ricorda molto da vicino il “Cannibal Holocaust” di Deodato.
“The Manson Family” è girato con uno stile freddo e realistico dal regista James Van Bebber, che si è occupato anche della sceneggiatura e inoltre ha interpretato un piccolo ruolo, lasciando le parti principali a giovani e convincenti attori, scelti tra la cerchia dei suoi amici.
Malgrado il budget estremamente ristretto e la totale economia con cui si è affrontato il tema, scegliendo la strada del docu-drama, la pellicola riesce comunque nel suo intento, facendo uso anche di discreti effetti speciali. Bisogna sottolineare comunque che “The Manson Family” non è un film per tutti e non mi riferisco solamente alla tecnica documentaristica con cui è stato girato, che potrebbe far storcere il naso a molti, ma soprattutto al fatto che siamo di fronte ad un prodotto seriamente disturbante, sia per i contenuti che per la resa in immagini. Infatti si passa attraverso orge e riti satanici fino ad un climax finale che mostra in tutta la sua efferatezza e crudeltà le scene degli omicidi nelle ville (in uno dei quali fu anche vittima Sharon Tate, l’allora compagna del regista Roman Polanski ), senza lasciare nulla all’immaginazione; però non siamo nei territori dello splatter, ma piuttosto di una violenza estremamente realistica e disturbante.
Un film, dunque, che si può considerare riuscito nei suoi intenti principali e che, se distribuito con maggiore attenzione, avrebbe sicuramente fatto parlare di se. La crudezza delle immagini e la totale amoralità del messaggio in esse contenuto, possono far si che questo film possa disturbare gli spettatori più sensibili e non piacere a chi non ama lo stile documentaristico; ma rimane comunque un film che non lascia assolutamente indifferenti…questo è poco ma sicuro!
Il voto è stato arrotondato per eccesso.