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MASTERS OF HORROR 2: V DI VAMPIRO (THE V WORD)

The V Word

2006 US
novembre 10, 2006

Registi

Ernest R. Dickerson

Cast

Michael Ironside, Branden Nadon, Arjay Smith, Jodelle Ferland, Lynda Boyd
Horror televisione film
HMDB

RECENSIONI (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Kerry e Justin sono due amici adolescenti che una sera, annoiati dallo sparare ai mostri di “Doom 3”, decidono di mettere alla prova il loro coraggio e così si recano in una camera mortuaria, dove lavora il cugino di Justin, per guardare il cadavere di un loro amico morto in un incidente. Giunti sul luogo, i due ragazzi trovano la porta aperta e i locali deserti, solo quando intravedono il cadavere del guardiano capiscono di esser finiti nei guai: un vampiro si è intrufolato nell’obitorio in cerca di sangue! Kerry viene aggredito, Justin riesce a scappare, ma la nottata è ancora molto lunga e movimentata. “Masters of Horror” è un singolare progetto nato dalla mente di Mick Garris, regista noto in ambito horror soprattutto per le trasposizioni dei romanzi di Stephen King. Garris ha pensato di riunire i più rappresentativi registi di horror cinematografico in un progetto destinato alla tv via cavo Showtime e all’home video, il risultato è “Masters of Horror”, una serie di 13 mediometraggi da 60 minuti l’uno, ognuno diretto da un grande nome del cinema di genere; ogni episodio ha un budget di 1,8 milioni di dollari, la location fissata nella città canadese Vancouver ed è stata concessa la più totale libertà creativa ad ogni regista. I nomi coinvolti nella seconda stagione di questo progetto sono: Tobe Hooper, Dario Argento, Stuart Gordon, Joe Dante, John Carpenter, John Landis, Ernest Dickerson, Brand Anderson, Tom Holland, Peter Medak, Rob Schmidt, Norio Tsuruta e lo stesso Mick Garris. Sembrava un po’ strano che la serie “Masters of Horror” non avesse ancora affrontato la tematica del vampirismo, e invece, con un po’ di ritardo sulla prioritaria importanza del mostro succhiasangue, al terzo episodio della seconda stagione compaiono i tanto amati figli delle tenebre. A portarli sullo schermo è Ernest Dickerson, uno dei grandi “intrusi” di questa seconda stagione, un regista che definire maestro dell’horror appare francamente azzardato. Nella sua carriera registica Dickerson ha infatti toccato il genere horror una sola volta con il divertente “I racconti della cripta – Il cavaliere del male”, per il resto ha lavorato prevalentemente nel mondo della tv, dirigendo diversi episodi per serie di culto come “E.R.”, “Heroes”, “C.S.I:Miami”, “Dexter”. Curiosamente è proprio dal nome di una serie tv da lui esplorata che deriva il titolo di questa sua incursione in “Masters of Horror”, ovvero da “The L Word”, serie tv simil “Sex and the City” che ha fornito ispirazione, giocando con le parole, al titolo di questo episodio vampirico, che in originale fa appunto “The V Word” (anche se la distribuzione italiana ha ritenuto opportuno modificare il titolo scimmiottando il film “V per Vendetta”, pur rimanendo coerente al titolo originale). Con “V di Vampiro” si sguazza nella mediocrità sotto tutti i punti di vista, dalla storia alla realizzazione, senza eccezioni. Lo script, opera di Mick Garris, ha uno spunto di partenza che si avvicina molto all’atmosfera goliardica e semplicistica di alcuni fumetti della vecchia E.C. comics e, di conseguenza, ad alcuni episodi di “Tales from the Crypt”, ma strada facendo si perde quell’aria di genuinità e si tenta di esplorare per l’ennesima volta il tormento di un vampiro che deve combattere contro la sua natura, come se “La figlia di Dracula”, “Martin”, “Ragazzi perduti”, “Intervista col vampiro” e tanti altri non fossero mai esistiti. E via con i soliti luoghi comuni del rifiuto del sangue umano, del contrastato affetto per i familiari, della ricerca di chi ha fatto partire il contagio, e diritti per queste strade già esplorate. Lo stesso film sembra appunto piuttosto avvincente durante i primi 15-20 minuti, quando il regista gioca con semplicità ed efficacia con l’atmosfera e la suspense, che seppur telefonata, risulta pur sempre efficace. Poi la stessa storia si ammoscia, cade in alcuni eccessi di banalità, risollevandosi parzialmente nel finale; ma in generale lascia l’amaro in bocca. Gradevoli alcune citazioni esplicite ai grandi classici del cinema vampirico, come “Nosferatu” e il “Dracula” di Browning, così come alcune incursioni nello splatter piazzate al momento giusto. I due personaggi principali del film sono interpretati dai volti meno interessanti del cast, i poco espressivi Branden Nadon (“Agente Cody Banks”) e Arjay Smith (“Be Kind Rewind”; “Vacancy 2 – L’inizio”), ma compaiono anche Michael Ironside (“Atto di Forza”; “Starship Troopers”), nel ruolo del vampiro, Lynda Boyd (“Le Spie”; “Final Destination 2”), nel ruolo della madre di Justin, e Jodelle Ferland (“Silent Hill”; “Tideland”), ormai intrappolata nel ruolo della scream child, qui nel ruolo della sorella di Justin. Insomma, “V di Vampiro” è proprio un filmetto, nulla di eccezionale ma neanche quell’episodio orrendo che spesso si è letto in giro. Forse cambiando l’approccio alla tematica del vampiro e cercando qualche cosa di più originale si sarebbe potuto fare di meglio. Visiona il trailer di THE V WORD