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As Chianese
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Subito dopo quel piccolo capolavoro che fu “La Corta Notte delle Bambole di Vetro” il regista di Fiume: Aldo Lado, che pare avesse non poco aiutato Dario Argento durante le prime stesure de “L’Uccello dalle Piume di Cristallo”, realizza un altro thriller a tinte forti che lo innalzerà di parecchie spanne dalla massa, dagli imitatori. Il film inizia subito con l’omicidio, in Francia, di una bambina. Il fatto sembra un caso isolato ma a distanza di quattro anni la cosa si ripete, con lo stesso ed identico modus operandi da parte dell’omicida, a Venezia. Ma qui, il padre dell’ultima bambina uccisa (l’attore George Lazenby, che per poco ha vestito i panni dell’agente 007) dopo aver trovato l’oscuro e lontano collegamento riuscirà a mettersi sulle tracce del killer, che in alcune sequenze vediamo travestito alla “Psycho”: da vecchia signora, la cui vera identità sarà appurabile solo dopo una vera e propria carneficina dei possibili sospettati. Un buon cast artistico: Anita Strindberg, Peter Chatel ed Adolfo Celi si contrappone una sceneggiatura non perfettissima a cui danno man forte la solida regia di Lado e le splendide musiche di Ennio Morricone. E’ forse uno dei migliori film di ambientazione veneziana, un dedalo di angosciosi sospetti tra le calli. Se dovessimo fare un paragone diremmo che è il remake horror/triller di “Anonimo Veneziano” dal quale non eredita le sofisticatezze e la melassa ma bensì il vero volto, la decadenza di Venezia: un bellissimo cadavere. Curiosità. La prima e vera edizione del film non aveva nel titolo il punto interrogativo.