Cementerio viviente 2 backdrop
Cementerio viviente 2 poster

CEMENTERIO VIVIENTE 2

Pet Sematary II

1992 US
agosto 28, 1992

Durante el rodaje de una película la protagonista, madre de Jeff, muere trágicamente. El padre y el hijo deciden abandonar la gran ciudad e instalarse en un pueblo donde el padre ejercerá su profesión de veterinario. (FILMAFFINITY)

Directores

Mary Lambert

Reparto

Edward Furlong, Anthony Edwards, Clancy Brown, Jared Rushton, Darlanne Fluegel, Jason McGuire, Sarah Trigger, Lisa Waltz, Jim Peck, Len Hunt
Terror
HMDB

RESEÑAS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Jeff Matthews si trasferisce in una nuova città con il padre veterinario, dopo che sua madre, la celebre attrice Renee Hallow, è morta in seguito a un incidente sul set. Jeff non riesce ad ambientarsi molto bene e tra gli atti di bullismo di alcuni suoi compagni di scuola, l’unico che si dimostra amico è l’altrettanto disadattato Drew, vittima delle angherie del patrigno, lo sceriffo Gus. In seguito all’ennesima lite con suo figlio, Gus uccide il cane di Drew che, disperato, chiede a Jeff di accompagnarlo in un cimitero indiano per seppellire il suo animale, dal momento che si dice che i morti che vengono sepolti lì poi tornano in vita. Effettivamente il cane torna ma è cambiato, si mostra più aggressivo, e attacca Gus uccidendolo. Drew e Jeff decidono allora di seppellire nel cimitero indiano anche l’uomo, ma le cose cominciano a degenerare… A tre anni di distanza dall’ottimo “Cimitero vivente” Mary Lambert torna dietro la macchina da presa a dirigere il sequel di quello che era stato un successo di pubblico e critica. Purtroppo la perfetta alchimia che risiedeva dietro il primo film non si ripete, ma il risultato è comunque un gustoso b-movie che punta più sull’ironia e l’intrattenimento piuttosto che sulle riflessioni funerarie. Quello che forse manca a “Cimitero vivente 2” è una storia davvero “forte” alla base, infatti si possono intravedere un po’ le falle del sequel girato esclusivamente per cavalcare il successo del film precedente senza che ci fosse un reale bisogno di aggiungere qualche cosa alla storia originaria. Il plot, bene o male, cerca di replicare la struttura di quello del film precedente ponendo al centro della narrazione la difficoltà dell’elaborazione del lutto e innescando il crescendo di orrore sempre tramite la resurrezione di un animale domestico (lì un gatto, qui un cane), meno inquietante ma più temibile. In questo caso, però, la Lambert, su una sceneggiatura di Richard Outten, preferisce subordinare i personaggi agli eventi, il che viene esplicato dal prologo che presenta già il lutto “principale” della vicenda e dal quale si sviluppa la costruzione caratteriale statica del protagonista, a differenza del prequel in cui la personalità di Louis Creed subiva una trasformazione degenerativa, una caduta lenta e costante verso un abisso di follia. Nonostante ciò, i personaggi che popolano “Cimitero vivente 2” non sono affatto deplorevoli, soprattutto i due ragazzini protagonisti Jeff e Drew, interpretati in modo convincete da Edward Furlong (“Terminator 2 – Il giorno del giudizio”; “Brainscan – Il gioco della morte”) e Jason McGuire (che uscirà presto dalle scene e qui al suo unico ruolo rilevante). Si tratta dei classici “perdenti” che frequentemente popolano l’universo di Stephen King, sopraffatti da bulletti – qui capitanati da Clyde/Jared Rushton – e pronti a confrontarsi con l’orrore soprannaturale come prova per una metaforica crescita interiore. Fra tutti, però, forse il personaggio che maggiormente rimarrà nelle menti degli spettatori è il perfido sceriffo Gus, interpretato da un Clancy Brown (“Highlander – L’ultimo immortale”; “Pathfinder”) in grande forma. L’idea di inserire alcune scene ironiche – che hanno per protagonista quasi esclusivamente lo sceriffo “risorto” - forse non è stata una grande trovata, dal momento che così facendo viene a stemperarsi fin troppo quell’alone opprimente generato inevitabilmente dai temi trattati, dando così un tono un po’ più da farsa all’intero film. Ottimo il lavoro del reparto make-up curato dallo specialista Steve Johnson (“Videodrome”; “Grosso guaio a Chinatown”; “Nightmare 4 – Il non risveglio”) che raggiunge il suo apice nel riuscito climax finale, affidato abbondantemente all’effetto speciale piuttosto che al crescendo di tensione. Ottima anche la colonna sonora dal sound rock che comprende pezzi, tra gli altri, dei Dramarama e dei Ramones (che comparivano anche nella soundtrack del primo film). “Cimitero vivente 2” è stato praticamente massacrato dalla critica e non ricevette una grande accoglienza (soprattutto economica) neanche da parte del pubblico. Una fama eccessivamente nefasta poiché, pur molto lontano qualitativamente da prototipo, questo sequel è comunque un horror onesto e dotato di buon ritmo che si lascia guardare e ricordare con piacere.

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