Carne muerta backdrop
Carne muerta poster

CARNE MUERTA

Dead Meat

2004 IE
octubre 1, 2004

Tras ser alimentada con restos de animales muertos, una vaca enferma escapa del matadero e infecta una tranquila zona de la campiña irlandesa. Los afectados se convierten en espantosos zombies carnívoros. Helen, una joven turista española, se ve atrapada en medio de este infierno cuando su propio novio intenta atacarla. Con la ayuda del sepulturero del pueblo, iniciará una frenética carrera en busca de algún castillo que les sirva de refugio y les suponga la salvación. Pero los zombies no se lo van a poner fácil... (FILMAFFINITY)

Directores

Conor McMahon

Reparto

Marian Araujo, David Muyllaert, Eoin Whelan, David Ryan, Amy Redmond, Kathryn Toolan, Ned Dennehy, Victoria Parks
Horror Azione Commedia Fantascienza
HMDB

RESEÑAS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Helena e il suo compagno Martin stanno viaggiando in automobile lungo le campagne irlandesi, quando all’improvviso un uomo sbuca sulla strada e inevitabilmente viene investito da Martin. I due provano a prestargli soccorso, ma l’uomo prima sembra morto, poi reagisce in modo aggressivo e morde Martin, prima di essere mortalmente colpito alla testa proprio da Martin. Helena va a cercare aiuto, ma nel frattempo il suo compagno si trasforma in uno zombi affamato di carne umana e corre dietro alla sua dolce metà. Da quel momento per Helena è l’inizio di un incubo, poiché si troverà a vagare per le campagne irlandesi proprio mentre è in circolazione un virus che riporta in vita i morti. “Dead meat” rappresenta un caso un po’ inusuale di horror interamente girato e prodotto in Irlanda dal regista indipendente Connor McMahon, un ragazzo che sicuramente è cresciuto con i film di zombi di George A. Romero, e ha imparato bene la lezione su come girare un rispettabilissimo horror con due soldi ma tanta buona volontà. Il confronto con Romero è inevitabile, dal momento che “Dead meat” può tranquillamente essere considerato una rivisitazione molto personale di “La Notte dei morti viventi”; McMahon cita il capolavoro di Romero in più punti, a partire dall’incipit in automobile, che molto ricorda l’inizio di “La notte dei morti viventi” con Barbara e il fratello, fino alla conclusione, passando per una serie di personaggi che molto ricordano il film del 1968. In questo caso McMahon si è preso la briga di fornire una spiegazione al diffondersi della malattia, causata addirittura da un ceppo impazzito del virus della “mucca pazza”, una spiegazione sicuramente originale e di grande attualità nell’Irlanda del 2004 (anno di produzione del film), periodo in cui in mezza Europa si diffondeva la paura per il morbo bovino. Malgrado la natura indipendente di “Dead meat”, la resa finale, pur mostrando in alcune scene e alcune soluzioni l’estrema povertà di mezzi, non delude affatto, anzi fa apprezzare maggiormente l’opera che appare rozza e cruda al punto giusto. Le scene splatter abbondano e la loro realizzazione risulta di prima qualità: si possono contare squartamenti a bizzeffe, per non contare i pasti cannibalici e il combattimento finale al sangue. Anche il ritmo è molto incalzante e non da un attimo di tregua allo spettatore; anzi, in questa inesorabile freneticità dell’azione si può riscontrare forse proprio il maggior punto debole di “Dead meat”, che sacrifica spesso la narrazione e l’approfondimento caratteriale dei personaggi per dar maggior spazio ai combattimenti e alle scene d’azione in generale. A parte la protagonista, interpretata da una esordiente Marian Araujo, e il suo comprimario eroe/becchino (David Muyllaert), gli altri personaggi non appaiono particolarmente credibili, anche se in alcuni casi ricalcano un poco le tipologie dei personaggi della “Notte dei morti viventi”. La regia di McMahon appare invece di ottimo livello, capace di gestire in modo chiaro e dettagliato le scene d’azione senza trascurare anche dei personalissimi virtuosismi che donano un pizzico di dinamicità in più alle riprese. In definitiva, “Dead meat” è un rispettabilissimo prodotto low budget, una ventata d’aria fresca nell’ormai monotono panorama dei film a tematica zombesca, capace di coinvolgere lo spettatore e di far felice l’amante dello splatter senza tralasciare una manciata di buone idee che lo innalzano sicuramente di livello. Consigliato a tutti gli amanti dello zombie movie.

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