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El cadillac de Dolan poster

EL CADILLAC DE DOLAN

Dolan's Cadillac

2009 US
julio 1, 2009

Un profesor de ciencia de una escuela de Las Vegas (Wes Bentley) intentará vengarse de los asesinos de su mujer (Emmanuelle Vaugier), una banda mafiosa liderada por el temible Jimmy Dolan (Christian Slater). Adaptación de la historia corta de Stephen King.

Directores

Jeff Beesley

Reparto

Christian Slater, Emmanuelle Vaugier, Wes Bentley, Greg Bryk, Aidan Devine, Al Sapienza, Karen LeBlanc, Cory Generoux, Vivian Ng, Patrick Bird
Suspense Crimen
HMDB

RESEÑAS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Elizabeth assiste all’esecuzione di alcune immigrate destinate al mercato della prostituzione da parte del boss Jimmy Dolan. Elizabeth riesce a fuggire ma perde il cellulare, che viene recuperato dal criminale. La donna si convince a voler testimoniare contro Dolan, ma quest’ultimo riesce a rintracciarla e, malgrado la protezione della polizia, riesce a ucciderla prima del processo. Robinson, marito di Elizabeth, comincia a escogitare un modo per vendicarsi da solo, dal momento che senza la testimonianza della donna non ci sono prove contro Dolan. L’uomo, così, decide di utilizzare contro il criminale una delle cose a cui è più legato: la Cadillac su cui viaggia sempre. Gli anni passano, le mode cambiano ma l’interesse che il cinema nutre verso la letteratura di Stepehn King è sempre immutato. Il prolifico scrittore del Maine ha doti indiscusse che spesso non sono state avvalorate dalle trasposizioni cinematografiche dei suoi scritti, ma a volte anche le sue stesse opere sguazzano nel mediocre già su carta. E’ il caso di “La Cadillac di Dolan” racconto pubblicato all’interno dell’antologia “Incubi e deliri” che vanta oggi una trasposizione filmica altrettanto mediocre, se non peggiore. Le premesse narrative di “Dolan’s Cadillac” erano buone, in fin dei conti si prendeva la struttura più classica – ma sempre efficace – del film sulla vendetta/giustizia privata addobbandolo leggermente con suggestioni paranormali (il fantasma della donna che reclama vendetta) e un’ambientazione desertica (quasi) inedita per il filone. Purtroppo però quanto di buono viene disatteso da una serie di banalità e gravi sbadataggini che in parte erano già presenti anche nel racconto di King. Prima fra tutte è la vendetta escogitata dal protagonista, che ovviamente non vi rivelo per non rovinarvi la sorpresa, ma sappiate che è talmente improbabile e con una “preparazione” condotta in modo così superficiale da minare davvero ogni minimo tentativo di sospensione dell’incredulità. Per attuare il piano di Robinson ci sarebbe bisogno di un team di operai, moltissimo tempo a disposizione, materiali specifici e la certezza non solo che nessuno si trovi a passare nella zona interessata per tutto il (molto) tempo di preparazione e dopo, ma che la vittima non si accorga dell’evidente trabocchetto prima di cascarvi dentro. Troppe variabili che giocano a sfavore del “giustiziare” per far si che il piano riesca e che, soprattutto, risulti minimante credibile. Molta della colpa per i difetti che affliggono “Dolan’s Cadillac” va allo sceneggiatore Richard Dooling, già “dipendente” di King per la serie tv “Kingdom Hospital”, che sembra non essere in grado di adattare con linguaggio da lungometraggio il materiale pregresso. Così si tende a sorvolare su molti elementi che sarebbero dovuti essere approfonditi (come il lavoro di Robinson presso il cantiere), pena il sentore di buco sceneggiativo. Anche il lavoro svolto sui personaggi non è affatto soddisfacente, tutti troppo superficiali, a cominciare dal marito- giustiziere che non sembra sufficientemente motivato e coinvolto dagli eventi. Ma in questo caso una nota di demerito va spesa anche per gli interpreti. Se Emmanuelle Vaugier (“Saw II”) è irrilevante, Wes Bentley (“-2: Livello del terrore”) è davvero pessimo, con la stessa espressione a metà tra lo stupito e il rincoglionito per l’intera durata della pellicola. Si nota, invece, che Christian Slater (“Schegge di follia”) si sia impegnato più degli altri per dare spessore al suo personaggio, ma, al di là delle doti recitative comunque scarsine, l’attore appare particolarmente inadatto per la parte. In tutto ciò non fornisce aiuto neanche il regista televisivo Jeff Beesley che firma l’opera con assoluto anonimato stilistico. Aggiungete anche che “Dolan’s Cadillac” si adagia su ritmi particolarmente lenti, a tratti soporiferi, e avrete un motivo in più per non essere spinti a reperire questo film.

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