The Guardian backdrop
The Guardian poster

THE GUARDIAN

2008 IT

RESEÑAS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Un archeologo giunge su una viottola nei pressi di un castello medievale e vi trova un antico vaso che reca un sigillo. Nel momento in cui l’uomo comincia ad armeggiare con il manufatto, un guardiano scheletrico, munito di spada e scudo, si materializza dal nulla e intraprende un vero e proprio duello con l’archeologo. Munito di pochi spiccioli, una videocamera MiniDv, un programma per la creazione di effetti speciali in 3D e tanta buona volontà, il filmaker Andrea Ricca ha realizzato “The Guardian” un simpaticissimo corto che alterna azione e horror cadenzando il tutto con toni ironici. Visionando “The Guardian” è impossibile non ripensare ai film fantasy degli anni ’50 in cui l’apporto del leggendario Ray Harryhausen fu fondamentale per la rivoluzione nel campo degli effetti speciali: mostruosi ciclopi, idre a più teste, giganti di metallo e, naturalmente, scheletri viventi, tutti animati da una splendida stop-motion di cui Harryhausen ne era un maestro. In epoca recente Sam Raimi ha voluto omaggiare il papà delle creature d’argilla degli “Argonauti” con il cult “L’armata delle tenebre” e sembra che oggi il trentaquattrenne Ricca voglia seguire il trend del cinema degli effetti speciali, naturalmente optando per la più fattibile tecnologia digitale. Pur durando solamente quattro minuti (e qualche secondo), “The Guardian” riesce a raccontare in modo efficace una storia che si fonda principalmente sull’avventura e l’azione. L’intreccio è semplicissimo e il linguaggio è di quelli che puntano senza troppi fronzoli sull’intrattenimento puro: una lotta serrata tra un uomo e un mostro, tra colui che rappresenta la razionalità scientifica (un archeologo) e il simbolo del soprannaturale più classico (un guerriero scheletro). Pur essendo un corto creato chiaramente in funzione dell’effetto speciale, si nota sorprendentemente una cura per tutto ciò che rappresenta comunque il contorno allo stupore effettistico; come dicevo, nella sua assoluta semplicità, la storia funziona molto bene evitando di creare quel fastidioso senso di incompletezza che spesso i corti troppo brevi (e narrativamente più pretenziosi) lasciano a fine visione. La regia di Ricca, che comunque non è un esordiente e si trova qui alle prese con il suo ottavo corto, è molto curata e attenta alla perfetta chiarezza dell’azione, supportata poi da un montaggio serrato e fluido (sempre ad opera del regista), notoriamente più difficoltoso quando si tratta di rendere efficacemente scene d’azione. Anche l’unico attore in carne e ossa sullo schermo, Michele Di Mauro, se la cava piuttosto bene e mostra di avere il volto giusto per il ruolo. Niente male anche le musiche originali e le scenografie naturali che utilizzano gli scorci del castello medievale Arechi, nei pressi di Salerno. Ovviamente non si può che spezzare una lancia a favore degli effetti speciali digitali, che rappresentano comunque il fulcro dell’opera. Ricca, specializzato nella creazione di animazioni 3D, ha impiegato infatti gran parte del lavoro proprio nella creazione dello scheletro e della sua interazione con l’attore, impiegando ben quattro mesi nella postproduzione, a fronte di soli quattro giorni di riprese. L’effetto speciale finale è dignitosissimo e perfino più credibile di molti effetti in computer graphic che affollano vere produzioni cinematografiche minori che poi finiscono ad occupare gli scaffali dei video store. Insomma, “The Guardian” è una piccola opera che ha l’intento di divertire lo spettatore e ci riesce senza dubbio, un esercizio di stile che ha anche il pregio di raccontare con efficacia una storia semplice e immediata. Guardatelo, ne vale la pena! L’intero film qui di seguito.