Tulpa backdrop
Tulpa poster

TULPA

2012 IT
agosto 25, 2012

Lisa Boeri está en la cima de su carrera corporativa, pero en la noche frecuenta el famoso Club Tulpa, propiedad de un misterioso gurú tibetano. Desatada de la represión y la culpa, Lisa hará cualquier cosa con cualquier extraño para lograr una conciencia superior, pero cuando sus amantes comienzan a ser asesinados de manera impactante, Lisa no puede acudir a la policía debido al escándalo que tuvo un impacto en su trabajo diario. Intenta desenmascarar a la asesina anónima, con verdaderas consecuencias de pesadilla.

Directores

Federico Zampaglione

Reparto

Claudia Gerini, Michele Placido, Nuot Arquint, Crisula Stafida, Michela Cescon, Ivan Franěk, Laurence Belgrave, Giulia Bertinelli, Ennio Tozzi, Giorgia Sinicorni
Horror Thriller
HMDB

RESEÑAS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Lisa è una donna in carriera con una doppia vita: di giorno manager presso un’importante azienda romana, di notte frequentatrice di night club in cui conosce e si porta a letto uomini e donne. In particolare, Lisa è solita frequentare il Tulpa, un locale a tema esotico dove ha conosciuto tutti i suoi ultimi amanti. Ma gli uomini e le donne con cui Lisa è stata a letto di recente cominciano ad essere uccisi uno alla volta in modi violentissimi da un misterioso assassino vestito di nero. Dal momento che la donna teme di essere coinvolta nelle indagini rimettendoci d’immagine, comincia ad indagare per conto suo sull’identità di colui che sta uccidendo i suoi amanti. Una delle più grandi tradizioni del cinema italiano di genere, vicino al western, al peplum, al poliziesco e ovviamente alla commedia, è stato il giallo, o come lo hanno più volte chiamato all’estero, lo spaghetti-thriller. Abbiamo avuto maestri celebrati e salutati in tutto il mondo a far crescere il numero di film di questo filone, dall’iniziatore Mario Bava a colui che l’ha consacrato, Dario Argento, passando per i fondamentali Umberto Lenzi e Sergio Martino, oltre che una miriade di altri registi che anche solo per una volta si sono cimentati con serial killer inguainati in impermeabili di pelle nera, guanti e cappello dello stesso colore e armati dell’irrinunciabile coltello. Lo spaghetti-thriller conobbe l’apice del suo splendore produttivo nel primo lustro degli anni ’70, trascinandosi poi per il restante decennio e prolungando la sua vita negli anni ’80 grazie soprattutto ai titoli di Argento e poco altro. Una tradizione che però è stata spesso al centro di tentativi di revival e se lo stesso Dario Argento a più riprese ha tentato ripetersi con esiti più o meno riusciti, sia in Italia che all’estero ci sono stati diversi tentativi di rifare lo spaghetti-thriller che negli anni tanti consensi ex post ha ricevuto. Ricordiamo il pregevole “Occhi di cristallo” di Eros Puglielli, il disastroso “Sotto il vestito niente – L’ultima sfilata” di Carlo Vanzina o il recentissimo mediocre “Nero infinito” di Giorgio Bruno, oppure gli sperimentali e bellissimi “Amér” di Hélène Cattet e Bruno Forzani e “Masks” di Andreas Marschall per testimoniare che questo filone ha colpito l’immaginario non solo del pubblico ma anche di molti filmakers vogliosi di ripercorrere temi e stilemi di un genere che ha fatto storia. Oggi ci prova anche Federico Zampaglione a rifare il giallo all’italiana e porta nei cinema “Tulpa – Perdizioni mortali”, un omaggio accorato e decisamente riuscito a un filone cinematografico molto difficile da aggiornare perché spesso fortemente contestualizzato in un’epoca. L’intelligenza e la scaltrezza di Zampaglione sta infatti nel non voler cadere nell’effetto nostalgia, nell’operazione vintage come troppo spesso accade quando si vuole omaggiare un genere in voga nel passato. Piuttosto il musicista e regista confeziona con “Tulpa” un film moderno al 100%, ancorato alla nostra epoca e con volti noti del panorama cinematografico attuale, ma allo stesso tempo riesce a immergere il film in un’atmosfera che urla a squarciagola spaghetti-thriller anni ’70. E si intuisce ad ogni inquadratura e ad ogni scelta narrativa e stilistica che il regista quel cinema lo conosce alla perfezione perché, soprattutto nella costruzione degli elaborati omicidi, si respira a pieni polmoni quel cinema di Dario Argento o Sergio Martino, a cominciare dall’efferatezza e fantasia delle morti, dalla commistione con l’erotismo e dall’utilizzo della musica (composta da Federico e Francesco Zampaglione con la collaborazione di Andrea Moscianese) che sottolinea in modo ossessivo e funzionale le scene di tensione. Se il piatto forte di “Tulpa” sono proprio le scene di omicidi, coreografate argentianamente e spesso spinte a livelli di violenza davvero estrema, non da meno è la componente erotica che si trova proprio alla base della vicenda, una storia di sesso (spesso perverso) che fa da motore a tutto. E bisogna dire che Zampaglione si è divertito a mettere in scena alcune sequenze hot che coinvolgono la splendida quarantenne protagonista (e sua compagna nella vita) Claudia Gerini che sicuramente si faranno ricordare dai suoi fans, come la scena prima saffica e poi a tre che coinvolge anche la giovane attrice Crisula Stafida. Quello che invece è il grande limite di “Tulpa” è la sceneggiatura, scritta dallo stesso Zampaglione con Giacomo Gensini e tratta da un soggetto dell’esperto Dardano Sacchetti, che mostra poco interesse nell’approfondimento di tutti i personaggi e gestisce in maniera un po’ goffa, quasi disinteressata, l’indagine della protagonista, sfociando in un finale sicuramente ad effetto ma un po’ troppo frettoloso nel mostrare moventi e soluzioni. “Tulpa” dunque convince e, ad oggi, può essere considerato uno dei tentativi meglio riusciti di rinverdire il filone giallo italiano di 40 anni fa. Sicuramente è un film che farà maggior presa proprio sugli appassionati e conoscitori di certo cinema di genere, ma non si esclude che possa portare i più giovani alla scoperta della magnifica tradizione thriller italiana del passato. Aggiungete mezza zucca.

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