Burke and Hare backdrop
Burke and Hare poster

BURKE AND HARE

Burke & Hare

2010 GB
octubre 29, 2010

Comedia negra, ambientada en el siglo XIX, sobre unos profanadores de tumbas que se dedican al lucrativo negocio de proveer de cadáveres una escuela de medicina de Edimburgo.

Directores

John Landis

Reparto

Simon Pegg, Andy Serkis, Isla Fisher, Georgia King, Tom Wilkinson, Tim Curry, Christopher Lee, Jessica Hynes, Bill Bailey, Stephen Merchant
Terror Comedia Historia Suspense
HMDB

RESEÑAS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Edimburgo, inizio 800. William Burke e William Hare sono due perditempo squattrinati che si guadagnano da vivere come possono, tra furti e truffe. Quando il dottor Monroe dell’università di Edimburgo riceve disonestamente il privilegio ad ottenere per se tutti i cadaveri “freschi” per le sue lezioni di anatomia, il rivale dottor Knox è costretto ad accontentarsi di quelli putrefatti che i profanatori di tombe gli vendono. Un giorno, però, Hare rinviene cadavere un cliente della locanda di sua moglie e ha l’idea insieme a Burke di occultarlo e venderlo a Knox. Da quel momento tra il dottore e i due nasce un accordo: 5 sterline per ogni cadavere fresco. Però, dopo un tentativo fallito di cercare cadaveri nel cimitero cittadino, Burke e Hare decidono di procurarsi il materiale dalla fonte e si improvvisano assassini. Una didascalia apre il film che segna l’atteso ritorno di John Landis, “Questa storia è ispirata a fatti reali”, una frase che apre centinaia di film e che ci tiene a sottolineare la matrice veritiera, altrimenti inimmaginabile per alcune storie che sembrano spudoratamente frutto di fantasia. Ma la didascalia di “Ladri di cadaveri” prosegue con “…tranne quelli che non lo sono”. Dunque il film è ispirato ad eventi realmente accaduti nella Gran Bretagna ottocentesca, ma fin da principio il regista ci tiene ad informare che la storia è piena zeppa di invenzioni. Sembra un paradosso, una storia vera che non lo è del tutto, un gioco che esprime fin da principio lo spirito scanzonato e un po’ paraculesco del cinema di John Landis. Eh già, perché “Ladri di cadaveri” porta fieramente la firma di Landis, anche se si tratta di una commedia british al 100% (Landis è americano) e gli sceneggiatori sono gli inglesissimi Piers Ashworth e Nick Moorcroft, già autori dei due “St. Trinian’s”. “Ladri di cadaveri” è dunque una commedia, lo stesso Landis ci ha tenuto a ribadirlo durante la conferenza stampa romana, non si tratta di un horror malgrado le tematiche, ma di un film tutto da ridere. Si, questo è vero, però “Ladri di cadaveri” all’occhio dello spettatore è prima un horror e poi una commedia…il tono è quello della burletta, scorrettissima e con gag alla Monty Pyton, ma parliamo comunque di due profanatori di tombe che diventano serial killer, trafficano con cadaveri putrefatti e compiono gesta orribili. Una horror comedy che usa i temi del primo genere e il linguaggio del secondo. Ma “Ladri di cadaveri” è soprattutto un film anomalo, fiero della sua anomalia, capace di fare scelte impopolari dall’inizio alla fine. Landis ci chiede di parteggiare per due esseri umani repellenti e di ridere con loro, due assassini che fanno cose orribili ma che hanno il viso buffo e sognante di Simon Pegg (“L’alba dei morti dementi”; “Hot Fuzz”) e quello un po’ viscido e asimmetrico di Andy Serkis (“King Kong”; “The Cottage”). Solitamente la morte è argomento tabù nella vita di tutti i giorni e nella società occidentale, mentre il cinema se ne serve spessissimo per raccontare le più svariante storie. “Ladri di cadaveri” sembra bearsi di questo dato e vuole andare oltre, utilizzare la morte come barzelletta per mostrarci l’arte di arrangiarsi di due poveri diavoli, il cinismo insensibile dei “potenti” e fornendoci una serie di gag che hanno per protagonisti corpi di defunti che rotolano per i vicoli di Edimburgo, si spezzano a causa del rigor mortis, vengono fatti a pezzi, appesi, oltraggiati e violati. Cose orribili, ma Landis ci ride su dicendo che l’amore trionfa su tutto, anche se poi compie beffardamente una carneficina! Le grandi tematiche attorno a cui ruota “Ladri di cadaveri” sono il progresso, l’innovazione tecnologica, medica e l’emancipazione sociale caratteristica dell’illuminismo ottocentesco. L’innesco di tutto parte proprio dai progressi che la medicina dell’epoca si accingeva ad intraprendere e qui rappresentata da due dottori professionalmente e intellettualmente opposti: il dottor Monroe (interpretato da uno spassoso Tim Curry), un po’ ottuso e ancorato ai vecchi e brutali metodi, e il dottor Knox (un composto e professionale Tom Wilkinson), più posato e aperto all’innovazione. Entrambi politicamente coperti e dunque protetti dai “crimini” che compiono in nome della ricerca e chiaramente costruiti in modo tale da mostrare il passaggio di testimone concettuale tra il vecchio (Monroe) e il nuovo (Knox). E per aggiudicarsi la vittoria in campo medico Knox utilizza la novità tecnologica, la fotografia, strumento e poi arte nascente che gli consente di stupire positivamente il congresso medico. Ma in un panorama in cui è il progresso a dominare c’è spazio anche per un passo avanti nell’impalcatura del tessuto sociale. Il film si apre con l’esecuzione di una donna anziana accusata di corruzione e prostituzione, di fronte a una folla festante che possiede le impiccagioni come unico spettacolo di intrattenimento. Poi viene introdotto il personaggio di Ginny (interpretato da una brava Isla Fisher), attrice di teatro che vuole portare in scena un MacBeth tutto al femminile, di cui è regista e interprete. Come saprete, in epoca shakespeariana le donne erano escluse dalle rappresentazioni teatrali come attrici e i ruoli femminili erano interpretati da uomini travestiti. “Ladri di cadaveri” ci mostra l’esatto contrario e pone così in Ginny e nel suo spettacolo di grande successo il simbolo e la voglia di emancipazione dell’universo femminile. Ideali rappresentati anche dall’altra protagonista femminile, Jessica Hynes/Lucky, moglie di Andy Serkis/William Hare, ubriacona e rude locandiera ma allo stesso tempo membro della coppia che “indossa i pantaloni”. “Ladri di cadaveri” è questo: un affresco della società che ci racconta come la stessa stava cambiando. Il tutto è mascherato da macabra commedia con tante risate, un po’ di sangue e disgusto e un paio di spaventi. Il cast funziona, anche se ci si poteva aspettare un Simon Pegg più scatenato (e invece nella coppia è Serkis a funzionare meglio); Landis pone il suo inconfondibile marchio chiamando artisti in ruoli cammeo. In questo caso possiamo riconoscere almeno Christopher Lee, Ray Harryausen, Terry Gillian e Michael Winner. Ah, la questione “storia vera”. Burke e Hare uccisero e vendettero a scopo dissezione almeno 17 persone a Edimburgo tra il novembre del 1827 e l’ottobre del 1828. Da questo fatto di cronaca sono già stati tratti altri film, tra i più famosi vi ricordo “La jena” con Boris Karloff e Bela Lugosi e “Le jene di Edimburgo” con Peter Cushing e Donald Pleasence. Tutte le altre verità sono frutto di fantasia.

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